'e sei fermo, eppure ruoti e precipiti' evidente contraddizione. Se ruoti e precipiti, è chiaro che non sei fermo.
'perché NON PUOI ACCETTARE IL NULLA' PERCHE' ALL'IMPROVVISO TI METTI A URLARE CON IL MAIUSCOLO? NON SERVE A RICHIAMARE L'ATTENZIONE, E' FASTIDIOSO E BASTA.
'ti ferisci per vedere' e cosa potresti vedere, in questo buio opprimente?
Già. Non si capisce proprio dove voglia andare a parare. Annotare alla fine che sei ben consapevole che il prologo è confuso non è molto utile. Anzi, è una conferma che lo hai fatto apposta. La mia domanda è: perchè? Le storie non devono essere confuse. Se lo sono, si perde la voglia di leggerle. Inoltre, le elucubrazioni mentali di un perfetto nessuno non sono così interessanti. Azioni concrete sono ciò che il lettore vuole leggere, o se pensieri devono essere, che siano su qualcosa di concreto, tangibile. L'astrazione e la vaghezza o irritano o fanno saltare di corsa a qualcos'altro. Non penso fosse il tuo obiettivo.
'Dico che secondo me vale la pena di leggerla, perché per me è valso la pena di scriverla' Non condivido molto questa frase. Suona come una supplica per ricevere un po' di attenzione. 'Vi prego, leggete, perché ho faticato a scriverla'. Non è bello sminuirsi così, non farlo. Se la storia è valida, i lettori la troveranno. |
