Che cosa succede quando cadi? Quando senti il vuoto ovunque attorno a te, e sei fermo, eppure ruoti e precipiti? Quando ti sembra di aver ingoiato il vuoto, lo stomaco è chiuso e formicola, e il vuoto è ciò che inspiri e ti soffoca, ciò che ti scorre nelle vene, ciò che hai negli occhi e nella testa?
Succede che cerchi disperatamente un modo per illuderti che ci sia qualcosa.  Nel silenzio denso le orecchie fischiano per trovare un suono, nel buio totale vedi puntini colorati, perché NON PUOI ACCETTARE IL NULLA.
Così, quando cadi ti circondi di immagini che riempiano quel nero che ti ingoia, gridi per non farti schiacciare dal silenzio. Ma quanto puoi gridare, prima di accorgerti che la tua voce non è niente? Quanto puoi graffiare  i muri prima di notare che dove poco fa hai tracciato un segno, questo già va scemando e sbiadendo?
TI FARA’ IMPAZZIRE.
La città con le sue mille luci ti scorre attorno tanto in fretta che il fotogramma potrebbe essere sempre lo stesso, e tu non te ne accorgeresti. E allora gridi, gridi per sapere che sei vivo, ti ferisci per vedere che in te scorre il sangue, perché POTRESTI ESSERE MORTO E NON SAPERLO. Perché è così fitto l’intreccio tra il buio e il silenzio in cui sei caduto, ed è così eterna questa notte.
Quando è tramontato il sole?
Quanto tempo fa hai respirato l’ultima volta?
Stai respirando.
Stai respirando?
Quando di notte immagini il cielo sereno, non è mai del colore che ha nella realtà: è sempre troppo cupo.
Vorresti scoperchiarti il petto  e controllare che il cuore pulsi ancora, vederlo fremere nelle emozioni della vita,  avere la conferma che vivi, e non esisti soltanto.
Ma non puoi, perché sei caduto. ATARASSIA


ANGOLO AUTRICE:
Sì, lo so, il prologo si mette all'inizio della storia, non alla fine. E' solo che secondo me non lo si capisce finché non si è letta tutta la storia.