Recensioni per
Non deve piú succedere
di SofiaAmundsen

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 5 (guarda)


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Nuovo recensore
18/07/12, ore 00:05
Cap. 1:

Siamo alla frutta.
Avevo creduto che una qualsivoglia parvenza di decenza fosse rimasta nel mondo delle fanfiction: il rispetto per i morti (che siano i 6 milioni dei campi di concentramento o quelli di un altro sterminio fa poca differenza). La decenza di evitare di giocare (perché la fanfiction è un gioco) su un periodo storico che ha provocato tanto dolore e che ancora oggi è oggetto di discussione ed è (o, a questo punto, dovrebbe essere) ancora vivo nella memoria.
Sarei anche d'accordo sul fatto che non bisogna dimenticare ciò che è avvenuto, ma ti prego: abbi un po' di tatto. E cerca di comprendere quello che è successo e mettiti nei panni di chi gli occhi meravigliosi di un nazista non avrebbe mai potuto ammirarli.
Questo non è voler ricordare: questo è banalizzare, è distorcere, è rendere come Twilight una vicenda che di umano o di romantico non ha nulla, nemmeno per sogno.
Sono delusa, veramente.

Recensore Master
15/07/12, ore 15:06
Cap. 1:

Sono senza parole.
Mi chiedo come si possa scrivere una fanfiction su un fatto così sconvolgente, così terribile per la storia di tutta l'umanità.
Sono davvero senza parole.
E per questo ti lascio uno stralcio di chi le parole le ha trovate, le ha dovute trovare, per rendere partecipi gli altri, perché aveva bisogno di raccontare l'abominio che avveniva in quei campi, affinché non accadesse mai più. 
Leggile. E poi taci, chiudi gli occhi prova solo ad immagine il dolore e la sofferenza di esseri umani come te e taci. Grazie. 


Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga. Noi sappiamo che in questo difficilmente saremo compresi, ed è bene che così sia. Ma consideri ognuno, quanto valore, quanto significato è racchiuso anche nelle più piccole nostre abitudini quotidiane, nei cento oggetti nostri che il più umile mendicante possiede: un fazzoletto, una vecchia lettera, la fotografia di una persona cara. Queste cose sono parte di noi, quasi come membra del nostro corpo; né è pensabile di venirne privati, nel nostro mondo, ché subito ne ritroveremmo altri a sostituire i vecchi, altri oggetti che sono nostri in quanto custodi e suscitatori di memorie nostre.
Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità. (P. Levi, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz)

Recensore Veterano
14/07/12, ore 20:06
Cap. 1:

Ok, sono giorni e giorni che medito se lascia o non lasciare una recensione a questa storia. Se lasciarla passare sotto silenzio oppure dire, per una volta, la mia.
Ho scelto la seconda opzione perchè proprio non ce la faccio a vedere deportato - e scusa il gioco di parole - un tema che è sinonimo di divertimento, di piacere e di gaudio all'interno di qualcosa che deve essere affrontato con serietà, attenzione e con i piedi di piombo.
Piedi di piombo che di certo tu non hai.
Non si prendono due personaggio di una serie televisiva per inserirli nella realtà dei campi di sterminio, non si fa e basta, non si fa per portare rispetto a tutti i morti a tutte le sofferenze a tutti i patimenti che persone reali REALI hanno vissuto.
Se vuoi scrivere sui campi di sterminio sei liberissima di farlo, decine di romanzi sono stati scritti su questo argomento, ma lo devi fare con 1) cognizione di causa 2) con CRISTO SANTO personaggi originali 3) DOPO LUNGHE E ACCURATE RICERCHE, dopo aver visitato almeno un campo, dopo aver parlato con almeno un deportato, dopo aver visto e toccato con mano il dolore che tu hai deciso di inserire in una fanfiction.
In dramma di questa cosa è che posso immaginare dove vuoi andare a parare. Sto sperando con tutta me stessa che tu non voglia coinvolgere in una relazione sentimentale un deportato e un nazista. Lo sto sperando davvero tanto, ma credo di essere fuori strada.
Lo si vede da questo primo capitolo. Credimi, quello che vuoi un deportato non è un pezzo di sapone. Quello che fa un deportato non è sollevare gli occhi e piantarli dentro quelli di una delle guardie perchè se solo si azzarda a fare una cosa del genere probabilmente si becca una fucilata. Quello che fa un deportato, ne folle caso in cui sollevi lo sguado e incontri gli occhi di uno degli uomini che gli hanno strappato la libertà, la vita e la dignità, è pregare che l'altro non l'abbia notato.
Di certo non si mette ad ammirare la bellezza dei suoi occhioni azzurri. Per l'amor di Dio. Leggiti Primo Levi e cancella questa cosa.

Recensore Master
12/07/12, ore 18:17
Cap. 1:

No. Mi dispiace, ma proprio no.
E' difficile che critichi una storia per la tematica scelta, ed è ancora più difficile che critichi in modo secco, ma in questo caso non posso proprio esimermi dal farlo; e ci ho pensato a lungo, devo dirlo. Non ho letto il secondo capitolo: la banale superficialità del primo mi ha fermata dal farlo.
Un ebreo in campo di concentramento che si ferma a contemplare la meraviglia dello sguardo del suo aguzzino. Così, di punto in bianco, dopo un elenco di pietismi facili che in poche righe vorrebbero riprodurre l'atrocità di uno dei crimini più complessi e terrificanti della storia dell'uomo.
No, proprio no.
C'è un limite al fangirlismo ed è quello del rispetto per certe tematiche ed eventi.
Certo, c'è sempre la questione "come" lo affronti: posso dire che questo capitolo lo affronta male, quindi non c'è manco quella scusante. Fangirlare e romanticizzare sullo sterminio degli ebrei mi provoca un moto di nausea non indifferente, e pensare a una delle vittime dell'Olocausto e dei campi di concentramento in generale fermarsi a pensare che finalmente ha visto qualcosa di meraviglioso - ossantocielo, ma PER FAVORE - nello sguardo di una SS, uno sguardo che è l'alba (seriamente??) ed è spaventato e supplicante.
No, non stiamo sfiorando il ridicolo, l'abbiamo ampiamente superato.
Potrei stare a dire sulla mancanza di plausibilità, le carenze di forma, i difetti grammaticali e la struttura improvvisata del capitolo... ma tutte queste cose sono francamente indifferenti e insignificanti di fronte alla superficialità di tutte queste premesse e anche solo della scelta che hai fatto.

Recensore Veterano
08/07/12, ore 14:40
Cap. 1:

Dunque. Ti prego di non prendere la recensione come un attacco personale o qualcosa del genere, proprio no. La storia non è scritta male e, in quanto a sensibilità ho di sicuro letto di peggio. MOLTO peggio. Il punto è questo: perché, in questo fandom? Tu dici, è un AU e scrivo quel che voglio. Sì, circa. Il punto è sempre questo: perché in questo fandom? Intendo: se voglio scrivere una cosa relativa a un'opera, ne rispetto i criteri, inserisco caratteristiche che mi diano almeno l'impressione, seppur vaga, che il fandom non è stato scelto a caso. Questi John e Sherlock sono un medico ebreo, a CASO, e un ufficiale tedesco, sempre a CASO. Non c'è nulla, nel tuo racconto, che mi faccia dire 'ah, ecco, sì, ci sono dei validi motivi per l'inserimento nel fandom'. Seconda e ben più importante cosa: io sono la prima a sostenere che racconti di pura fantastia, per quanto realistici, possono essere, se scritti bene, validi strumenti per il ricordo. Ci sono fiori di esempi. Ma che un tema del genere sia usato per una fanfiction che ha come suo scopo la partecipazione a I love shipping, quindi un faceto concorso di ff assolutamente disimpegnato, no. È troppo: troppo complesso, troppo impegnativo, troppo troppo. I grandi temi -storici e non- devono essere usati con somma delicatezza. I campi di sterminio non sono un prompt a caso. Non lo devono essere. Tutto ciò per dire: se questa fosse una Storica, non avrei detto un bah. Così, di bah ne avevo da dire a iosa. Tutto qui. Bye!