Recensioni per
Awake me not
di Yoko Hogawa

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
28/07/12, ore 23:56
Cap. 1:

Io non posso.
I can't.
Oggi l'ho riletta per l'ennesima volta e, come sempre, mi si è strozzato il fiato in gola.
La bellezza di questa storia, come quella del prequel, è devastante.
E' un'agonia continua, non te lo nascondo: è dolore distillato dalla prima riga all'ultima. Io ho il cuore forte e ci vado giù pesante spesso e volentieri, ma questo è angst di alto livello, massivo e schiacciante.
Eppure, io DEVO rileggerla con cadenza settimanale. Perché è un capolavoro, una delle cose più belle del fandom. E' una poesia avvelenata che si fa strada attraverso la pelle mentre leggi, e l'inesorabilità del finale ti fa chiedere pietà tra le lacrime, è vero, ma ti immerge anche in un'aura di impalpabile grazia, ti eleva a livelli più alti. Ti nutre l'anima.
Non scherzo e non esagero. Vibro di luce e di dolore. Mi sento persa nel tuo linguaggio coltissimo, morbido, pieno di sfumature che massaggiano i miei occhi e la mia mente, mi fanno godere di piacere puro, mi insegnano cose nuove.
Sei strepitosa e io mi prostro davanti a te.
E ti perdono anche il fatto che ogni fottuta volta mi fai singhiozzare.
Maledetta, quanto ti amo!
Cla

Recensore Junior
16/07/12, ore 17:19
Cap. 1:

Dio santissimo.
Non mi mai successo di piangere come un poppante di fronte allo schermo del computer, ma tu sei stata l'eccezione che ha confermato la regola. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, per non rovinare la bellezza della tua storia.
E' stata fantastica, come musica.
A presto.

Recensore Master
16/07/12, ore 14:12
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
"Awake me not" merita di essere tra le storie scelte della sezione per la sua struggente bellezza.
Questa è la storia di un dolore inconsolabile, di un lutto non elaborato appieno perché rifiutato e di un lungo addio, rimandato paragrafo dopo paragrafo, ma inevitabile. Non è una storia facile e non ha lieto fine, ma è narrata con uno stile impeccabile e con estrema bravura che sempre costituisce un tratto distintivo di questa autrice, capace di catturarti, di prenderti per mano mentre disseziona la psiche dei personaggi, analizza reazioni e sentimenti e li mostra nudi al lettore.

Recensore Master
16/07/12, ore 14:08
Cap. 1:

Iniziamo col dire che sì, ho apprezzato in particolar modo i titoli dei giornali all'inizio del racconto: sesnazionalistici e molto fantasiosi.
Un'altra cosa che mi ha colpito da subito è stata l'asettica descrizione della cartella clinica di John, comunque un numero in quell'ospedale, un numero per il dottore che lo ha in cura e per gli infermieri. Un numero simpatico, che non dà troppi problemi, ma sempre un numero. Per loro, ma non per Sherlock.
Sherlock, che ha aspettato quel momento per tre anni, che forse ha avuto il tempo sufficiente per fare chiarezza dentro di sè, ma che si rende conto fin da subito, fin da quando ho quella cartelletta tra le mani, che quel momento non potrà averlo mai. Ed ecco quindi che prova quasi un fastidio per questa nuova realtà, per un John che non riesce a riconoscere. La descrizione di quell'appartamento vuoto, come sospeso nel tempo, interrotto nella sua quotidianità per me riflette alla perfezione la condizione di John e dovrebbe anticipare e preparare il lettore a ciò che leggerà. Ma qui il lettore si cala nel punto di vista di Sherlock e vive con lui il dramma, cerca con lui una soluzione, agogna a un lieto fine.
Avendo letto anche "Hush. Whisper low" mi è venuto spontaneo tracciare un paragone tra le due store e mi sorprende sempre vedere quanto tu sia brava ad interpretare la mente ed i pensieri di due personaggi così diversi tra loro. Qui c'è Sherlock che procede osservando, catalogando persone e cose come fa sulla scena di un crimine, ma è restio ad analizzare i propri sentimenti, perché per quelle cose c'era sempre stato John. E' una persona a metà Sherlock, senza più John a prendersi cura di quell'aspetto così nascosto di lui.
Prima di proseguire, una menzione anche per come hai trattato i personaggi "di contorno", in particolar modo Lestrade: non c'è un solo particolare della storia a cui non hai prestato la massima attenzione.
Man mano che procedevo nella lettura (alle tre di notte, mentre piangevo) avvertivo sempre più il senso di uno Sherlock che si smarrisce, che nelle sue ripetute visite a John gira a vuoto. E' smarrito Sherlock, perché il centro del suo mondo, cioè John, è smarrito. John si è rifugiato in un mondo terribile. dove esiste la sua illusione, con in più la consapevolezza che il suo Sherlock non è quello vero, è un fantasma consolatorio ma anche distruttivo, che erode sempre di più la sua psiche.
Devo dire che da un punto di vista psicologico, la descrizione che fai della sua psicosi è estremamente affascinante, nonché una spiegazione logica e coerente dello stato in cui versa.
Ma il leitmotiv principale, a mio parere, è la lenta discesa di Sherlock in un baratro: anche i suoi amati crimini ora gli appaiono banali, nemmeno il ritorno di Moriarty gli interesserebbe più, è John il suo unico caso, ma è un caso senza soluzione ed ecco che tornano anche le vecchie cattive abitudini, a cui il dottore era riuscito a mettere fine. E' un abisso di rimpianto, di sensi di colpa non cancellabili.
Se il sogno era l'elemento dominante di "Hush. Whisper low", quello di "Awake me not" è la rassegnazione. John è perduto, sprofondato nella sua allucinazione e ironicamente proprio a causa del suo amore per la persona che sta inutilmente cercando di salvarlo. Qualsiasi cosa faccia Sherlock non serve, anzi, a volte peggiora la sua situazione e anche per Sherlock il finale è tanto tremendo quanto lo è la fine di John: resta solo il ricordo, la possibilità di corgiolarsi nel dolore di una vita perfetta che lui stesso, con le sue scelte, si è negato. Un qualcosa di bello e prezioso solo intravisto che che non potrà mai essere vissuto. Perché se per John Sherlock era così speciale da indurlo a sprofondore in una allucinazione senza uscita, è vero anche il contrario: John è stato l'unico in grado di avvicinarsi così tanto al cuore di Sherlock da farlo piangere, l'unico in grado di smussare gli angoli sveri della sua sociopatia, di farlo scendere a patti con quel cuore sempre negato ed ora lacerato.
Ma sono le ultime righe quelle che ti danno il colpo di grazia, quella frase: È facile andare avanti. Come camminare. Un piede avanti all’altro ed il gioco è fatto.
C'è ache all'inizio del racconto, ma lì, come dicevo, c'è l'illusione di riuscire a spezzare quel circolo vizioso di rimorsi e sensi di colpa. Ma la stessa frase, qui alla fine del racconto, è terribile: riporta Sherlock dove era John all'inizio di "Hush. Whisper low" e a me resta il terribile dubbio che quel ciclo debba ripetersi ancora, in una specie di contrappasso dantesco.

Ad ogni modo, se non avessi voglia di leggere il delirio di cui sopra, sappi che il mio giudizio si può riassumere con un "Hai scritto un fo**uto capolavoro."
(Recensione modificata il 16/07/2012 - 02:14 pm)

Nuovo recensore
13/07/12, ore 18:50
Cap. 1:

Ora che ho riacquistato (forse) le facoltà mentali e posso vedere nitidamente la tastiera senza avere gli occhi offuscati dalle lacrime, sono in grado di commentare questa rarità. Anzi, mi illudo di poterlo fare, perchè in realtà non so bene come esprimere ciò che ho provato stamattina mentre leggevo. Si, perché c'è quel momento appena dopo risveglio quando uno ha ancora il bisogno di carburare e si rende conto di non essere capace di fare niente di produttivo. Allora ho pensato: perché non cominciare la giornata con una fanfiction?
Ho scelto la tua e...dire che ne sono escuta devastata è riduttivo.
Ogni parola, ogni frase era come una pugnalata e il finale è stato il colpo di grazia. Sono passata dai brividi che mi precorrevano la schiena alle lacrime che mi solcavano il volto. Hai creato un pathos toccante, tangibile...devastante. Non so quale fosse il motivo che mi ha spinto a proseguire nella lettura. Ero perfettamente conscia che mi avrebbe fatto male, ciononostante non sono riuscita a chiudere la pagina. Sarà stata la speranza del lieto fine, che tuttavia si affievoliva sempre di più ad ogni paragrafo? No. Non credo. È la forza emotiva trasmessa da ogni singola parola, ogni singolo gesto dei personaggi, ogni loro discorso, che mi ha tenuta incollata allo schermo. Se avessi chiuso sarebbe stato un torto nei tuoi confronti perché hai creato qualcosa di sublime.
Una storia che spicca tra le altre innumerevoli perché lascia il segno, si imprime con forza nella mente del lettore, facendolo passare attraverso un mix turbolento di emozioni forti ed ineffabili. Una di quelle che non cadono nell'oblio.
Ci sono stati tre momenti che mi hanno trapassato da parte a parte. Il primo è stato il discorso tra Sherlock e Lestrade a Baker Street. "Non ci sarà nessuno": quattro parole innocue da sole, ma in un tale contesto e pronunciate da Sherlock hanno avuto una forza distruttiva maggiore di quella di una pallottola.
Poi il discorso di John in stato di semi-incoscienza. Lì ho sperato che Sherlock trovasse il coraggio di dirgli la verità.
Ed infine la confessione, il "Ti amo", seguito dalla risposta di John che come una ghigliottina tronca di netto ogni speranza residua, mia e (forse) di Sherlock.
"Lo amavo anch'io": usa il passato e la terza persona, John.
Sancisce così definitivamente una sentenza ineluttabile. La sua è ormai una decisione inevitabile dalla quale non si può più tornare indietro, anche perché non ha più la forza di ribellarsi e combattere. Se fosse ricorso al presente forse le cose sarebbero andate diversamente (o almeno così mi piace pensare). Ma in queste circostanze Sherlock non può fare altro che rispettare la decisione del suo unico amico. È quello che vuole John, e le conseguenze che avrà su sè stesso passano in secondo piano. Un ultimo, toccante, gesto di altruismo, lealtà e...amore.
Ora mi fermo qui, altrimenti l'angoscia si impossessa di me nuovamente.
Chiudo facendoti ancora i complimenti per questo gioiello che ci hai regalato.
(Recensione modificata il 13/07/2012 - 09:41 pm)

Recensore Junior
12/07/12, ore 22:42
Cap. 1:

Io una volta avevo degli occhi. Solo che adesso penso che mi siano caduti per le troppe lacrime. Non ho mai pianto per una fanfiction, MAI.
Dio mio, vorrei scrivere qualcosa di più sensato solo che penso di avere bisogno della "fase di recupero" (di almeno 6 ore, conoscendomi).

Questo è il mio (povero) modo per dirti che la storia mi è piaciuta e mi sei piaciuta tu, da morire!

ç_ç

Nuovo recensore
11/07/12, ore 23:23
Cap. 1:

io veramente ti odio.
non nel vero senso, ma nel senso piu tragico. adoravo la prima parte, perche scrivi veramente in modo ineguagliabile, e sono arrivata alla fine piangendo.
e ora eccoci qui di nuovo.
sono un amante di questi finali io. i finali che seppur finiscono male, e per quanto cruenti possano sembrare, insegnano, esplicitano, e ti travolgono come un ondata in piena calma.
i finali come questi, che ti fanno riflettere talmente tanto da farti venire il mal di testa, o che ti distruggono ma che ti riempiono della consapevolezza di quell'amore che tutti cercano ma mai trovano. quello che ti consuma e ti scioglie, che ti fa morire nel fuoco.
la amo, veramente. e amo te che sei capace di scrivere in questo modo, cosi esauriente, cosi chiaro e scorrevole.
sei di ispirazione, giuro. ci ho sperato anch io fino alla fine, non nego. ma in qualche modo, è giusto cosi. 
mi ritrovo in quello che hai scritto, in alcuni pensieri di john, tipo il suo " non va bene, non posso farci nulla" è cosi completo.
non riesco a spiegarmi, lo so. le emozioni sono troppe, e tu ne hai date tante con questa storia.
parlo e parlo ma non ha bisogno di commenti, si commenta da sola.
ti ringrazio, è bellissima.
nicole.

Recensore Master
11/07/12, ore 16:14
Cap. 1:

ç_ç sono sconvolta...devo riprendermi per scrivere qualcosa di sensato, ma non credo di riuscirci...ricordo perfettamente la prima parte di questa fic e già allora si era presa una parte del mio cuore. Oggi, questa, si è presa l'altra metà, l'ha accartocciata per bene e poi l'ha gettata via con sprezzo. Come fai a dire che Sherlock è OOC? Io lo trovo fantastico e molto, molto IC. Credo che le emozioni che questa fic mi ha trasmesso non siano descrivibili con le parole, perciò non posso fare altro che dirti che è straziante, dolce, meravigliosa e  l'ho adorata in ogni singola sfumatura e frase. L'ultimo paragrafo ti lascia davvero senza fiato, come quel "ti amo" disperato di Sherlock. La devo mettere tra le preferite, per forza. Bravissima, scrivi sempre delle storie che colpiscono al cuore. Mi inchino alla tua bravura.
Alla prossima!
Irelin  =)

Recensore Junior
11/07/12, ore 15:59
Cap. 1:

Mi hai uccisa.
Letteralmente. Sto piangendo come una fontana e sento il cuoricino gonfio di un dolore sordo che non ha intenzione di passare. Già col prologo a questa storia mi ero sentita vagamente scombussolata, ma sapere che John era comunque vivo mi aveva... non lo so, fatto ingenuamente sperare che per loro due potesse ancora esserci un lieto fine.
E invece niente.
Mi hai ucciso insieme a lui.
E l'ho capito da quando Sherlock è andato a prelevare quella dannata chiave. Eppure, ostinatamente, sono arrivata fino in fondo, sperando, con tutto il cuore, che mi fossi sbagliata.
Non mi ero sbagliata. E ora sto piangendo come una fontana.

Bravissima, una storia superba. Peccato che uccida.
Leli

Recensore Veterano
11/07/12, ore 15:29
Cap. 1:

Arrivare fino alla fine è stata una vera impresa, specie quando si comincia ad intuire la fine ma non puoi fare a meno.
Avevo letto la fic precedente e come sempre riesci a destreggiarti benissimo tra i pensieri di John e Sherlock.
Parlando solo di questa invece sei stata veramente brava ad intavolare la trama, è curioso infatti che il ritorno del "vero" Sherlock sia l'inizio della parabola discendente che porterà alla disfatta di John e a quella conseguente di Sherlock.
Questa, come le tue precedenti fanfic, sono dei piccoli capolavori. 
Vorrei dire altro, ma così a caldo non riesco a scrivere altro. Succede così con le fanfic che mi prendono davvero.
Complimenti, Cristie.

Recensore Master
11/07/12, ore 15:11
Cap. 1:

Oh mamma mia. Anch'io ci speravo davvero. Con tutto il cuore. Fino alla fine. Dio, non può finire così. Perchè non c'è mai un lieto fine, per loro? Perchè? Poveretti, non meritano tutto questo, non meritano di soffrire così tanto ç_ç 
Sinceramente, quando hai detto che ci sarebbe stato un seguito, avrei pensato tipo a John che sta a casa normalmente, certo, con qualche seduta da uno psicologo, e che vive la sua "normalità" con Sherlock. E poi, al ritorno del vero Sherlock, avrebbe avuto due Sherlock, e dopo tutte le reazioni che avrebbe potuto avere, che finisse in lieto fine. E invece mi ritrovo uno John completamente alla mercé delle sue allucinazioni, senza possibilità, speranza e voglia di guarire, che si suicida ç_ç Come hai potuto farmi -farci- questo??
Naturalmente la storia è scritta divinamente, hai uno stile impeccabile, proprio come Hush. Whisper low. Come fai? **
Anche se non voglio crederci, in questo finale. No, no. Sto piagnucolando da un po'...
Come fanno ad essere così perfette, certe storie? Di certo questa è una tra le tre storie più tristi e angst sul fandom che abbia letto (e tra queste c'è anche Alone on the Water, quindi..) e secondo me Sherlock è proprio IC, forse se c'è qualcuno di un po' OOC è John, perchè credo (e spero) che non potrà mai avere un crollo nervoso come questo. Cioè, a cosa è servita tutta la loro sofferenza? Avrebbe dovuto riprendersi, John. *si dispera*
Scrivere così dovrebbe essere un crimine, punto. Non si fa >.<
Anche se è stupenda, credo che avrai tante lettrici sulla coscienza, come me. 
Ti odio, e ti amo al tempo stesso. E' possibile?
Complimenti, Yoko. Davvero çwç
Alla prossima! (Sperando che non sia così angst, sarebbe bello leggerti nel fluff (?) o cose del genere)
Baci, ross
(Recensione modificata il 11/07/2012 - 03:27 pm)

Recensore Junior
11/07/12, ore 15:03
Cap. 1:

Potrei commentare positivamente la struttura e la scorrevolezza del testo, la descrizione dei personaggi e la loro interazione.....lo faccio, ma  ciò che mi spinge a commentare è la drammatica, struggente bellezza della storia.
Voglio parlarti di come mi abbia tenuta legata a sè dopo che ho finito di leggerla, di quanto mi abbia fatta riflettere su come la decisione unilaterale di proteggere a tutti i costi chi amiamo possa essere distruttiva, di come il peso del rimpianto possa essere ben maggiore rispetto a quello della colpa, di come il tempo non ci sia mai amico rispetto ad ogni parola non detta o gesto d'affetto non compiuto....E non è proprio questo uno degli scopi della scrittura ? l' autore, attraverso la sua creazione, ci rende consapevoli delle realtà che manteniamo sommerse, dei sentimenti taciuti, delle situazioni emotive negate ma che, ineludibili, prima o poi bussano alla porta di ciascuno. Ci sei riuscita, complimenti e grazie.

Recensore Master
11/07/12, ore 12:49
Cap. 1:

Ci ho sperato fino all'ultimo, fino all'ultimo, davvero.
E' stata una sofferenza non indifferente, arrivare in fondo. Se la prima parte mi aveva fatto venire gli incubi, la seconda mi farà senza dubbio piagnucolare tutto il pomeriggio, lo so - ho già iniziato.
Continuavo a pensare cose come - dai, Sherlock, fai una deduzione impossibile, di quelle che John non potrebbe mai metterti in bocca perché non saprebbe farle; spiegagli come sei sopravvissuto, fa qualcosa che John non potrebbe immaginare, fa qualcosa. E, invece...
E' tutto così doloroso, e posso affermare con sicurezza che è la fanfiction (sembra persino riduttivo chiamarla così) più triste-dolorosa-deprimente che abbia mai letto, davvero.
Non che mi stia lamentando (ok, forse un po' - ma solo per i danni emotivi, mica per lo scritto in sé); voglio dire, hai scritto qualcosa di pazzesco, profondo e terribilmente senza speranza - ha il dolore delle cose reali.  ...Perché, ecco, semplicemente, è stato tutto inutile: Moriarty, Reichenbach, la pazienza, l'attesa - tutto, tutto inutile; una montagna di sentimenti e occasioni sprecate (riassunte perfettamente dal quadretto immaginario di felicità nella testa di Sherlock, quando fissa la lapide di John). Non è servito a nulla soffrire così tanto: nè a John, nè a Sherlock. Per questo, dico che ha la stesso distratroso dolore della realtà; perché non c'era nessuno scopo, nessun piano.
Per tutto il tempo, si respira disagio, sofferenza - vedi che Sherlock sta annegando lì in mezzo, senza John a fargli da punto fermo, senza che gli dica cose come "Non va bene"; lo si sente in un modo impressionante, mentre si legge.
Terribile, è stato terribile. (Scritto terribilmente bene, e manco starò a parlare dell'IC perché sarebbe disastrosamente riduttivo; insomma, uno scritto perfetto). Bhè, temo di non essere in grado di spiccicare molto altro (tutto quello che voglio fare è abbracciare il mio peluches preferito e continuare a piangere, tanti saluti a tutti).
Alla prossima (spero presto, e spero con qualcosa di felice). Grazie di tutto, grazie di avermi fatto soffrire - e non sono affatto ironica.

Nuovo recensore
11/07/12, ore 10:57
Cap. 1:

Mi tremano le mani, davvero mi tremano le mani ed e' un complimento. Questa lettura mi ha stravolto, scrivi in modo molto elegante e misurato e sono riuscita a scorgere il dolore immenso e le parole d'amore non dette dietro ogni singola parola, sei riuscita a scavare dentro ai personaggi fino a far diventare cuore e mente una cosa sola. E la parte finale e' stupenda, la vita che avrebbero potuto avere e che non avranno, il bisogno disperato, e lucido allo stesso tempo, di John che si sposa con l'impotenza di Sherlock, che per una volta in vita sua non puo' controllare ciò che accade. Ho visto la devozione profonda di entrambi, sempre insieme in un modo o nell'altro. Devo ammettere che non mi sarei mai aspettata che alla fine John si suicidasse, credevo ci fosse gia" abbastanza angst xD. Comunque ti faccio davvero i miei piu' vivissimi complimenti!


Ps: spero non ti disturbi, ma mi e' piaciuta talmente tanto che ho pensato di mettere il link qui http://sherlockcoffeehouse.tumblr.com/post/26969123510/fanfiction-awake-me-not se vuoi che lo tolga basta dirmelo :)
(Recensione modificata il 11/07/2012 - 11:13 am)

Recensore Master
11/07/12, ore 10:24
Cap. 1:

Accidenti a te. Davvero. E' bellissima: senza speranza ma stupenda. Sino all'ultimo ho pregato, contro ogni evidenza, che le cose non finissero così, che ci fosse almeno uno spiraglio di luce da qualche parte; quando John dice che non ha modo per capire se anche questa sia una allucinazione, allora lì ti rendi conto che non c'è sbocco. Ma Sherlock non poteva semplicemente prenderlo a pugni? Oppure mettersi a suonare quel maledetto violino? Scusa lo sfogo, ma sei riuscita a colpirmi forte. E' perfetta, anche questa dritta tra le preferite. Efy