Allora io sono un demone, perché mi stanco molto facilmente di qualcosa, se essa non mi stimola.
Ci sono alcuni errori di distrazione, come "un'idea" scritto senza apostrofo o "rimarglina" al posto di "rimargina".
Non ho recensito il capitolo precedente perché non l'ho capito; mi rendo conto che tu scrivi per ispirazione, ma se non hai ben chiaro quello che vuoi trasmettere al lettore, nemmeno lui riuscirà a capirlo. E io non ho colto il nucleo della storia, anche se è probabile che l'abbia letta distrattamente. Sei sempre molto poetica.
In questa storia, sembra che il demone in questione abbia fatto invaghire di sé un'umana, ma che poi l'abbia abbandonata. La storia non è stucchevole, mi piace che il demone sia MALVAGIO e non l'abbia abbandonata perché "tu con me non potrai mai essere felice", "sono un essere dannato e senz'anima, non so cosa sia l'amore", "sarebbe stato meglio se tu non mi avessi mai conosciuto". Il demone, l'akuma (per dirla alla giapponese) è cattivo e tale resta. Lui pensa a sé, al suo piacere e al suo interesse, e calpesta i sentimenti altrui.
Ecco, questo è il demone che immagino io.
A presto
Kyoya |
