«Che ci fai qui?».
Bulma accennò un sorriso, increspando l’acqua del fiume con le dita e seguendo con lo sguardo i lineamenti del suo riflesso.
«Pensavo».
Yamcha si sedette accanto a lei, ignorando il dolore alla schiena.
«A quanto sei invecchiata?».
La scienziata si voltò verso il marito, fulminandolo con lo sguardo.
Lo vide spalancare gli occhi dal terrore e irrigidirsi subito dopo.
Non potè fare a meno di scoppiare a ridere, nonostante non le riuscisse bene come una volta.
«Ti ricordo che sei più vecchio di me», affermò convinta.
Yamcha annuì, tirando un sospiro di sollievo: aveva immaginato (meglio “aveva avuto il timore che”) , come minimo, Bulma gli avrebbe tirato uno schiaffone. Ma non era più la ragazzina immatura e viziata di un tempo, quella ragazzina (ripeti “ragazzina” e stona un po’, meglio “giovane” o comunque un sinonimo per evitare la ripetizione)tanto bella quanto intelligente di cui si era innamorato molti anni prima. Erano cresciuti entrambi, erano cambiati e maturati fino a decidere di passare tutta la vita insieme.
Ed ora, l’aspetto fisico non era di certo tra i loro primi pensieri.
In fondo cos’erano quelle rughe? Il segno di una vita trascorsa a pieno.
«Pensavo a Goku e Vegeta», continuò Bulma alzando gli occhi verso l’orizzonte. «Chissà che fine hanno fatto... se stanno bene...».
«Tranquilla», la rassicurò Yamcha poggiandole delicatamente una mano sulla spalla. «Si staranno sicuramente allenando in qualche parte del mondo... o in qualche altra dimensione. Sai come sono fatti!».
Bulma sorrise, rincuorata. Suo marito aveva sicuramente ragione, non c’era da preoccuparsi.
Era passato tantissimo tempo dall’ultima volta in cui li aveva visti: se n’erano andati entrambi con il drago Shenron verso chissà quale meta. Chichi aveva sofferto molto per la partenza di Goku, ma a Bulma non era importato poi così tanto. Goku e Vegeta erano suoi amici, niente di più. E poi lei aveva una famiglia, con un marito – seppur ancora troppo infantile e donnaiolo – e due bellissimi figli. Cosa desiderava di più?
«Non ti sembra che il tempo sia passato troppo velocemente?».
Yamcha inarcò le sopracciglia, perplesso.
«Cos’è, vorresti tornare ai tempi di Freezer, quando eri una ragazzina piccola e indifesa?».
L’ennesima occhiataccia da parte di Bulma, l’ennesima risata un po’ goffa a causa dell’età. (questa frase mi sembra un po’ in sospeso, magari avresti potuto scrivere “Bulma rivolse l’ennesima occhiataccia al marito, seguita da un’altra risata un po’ goffa”)
«Non ero una ragazzina», rispose abbassando lo sguardo. «E non ero nemmeno piccola e indifesa. Se non fosse per me e per la mia mente geniale, a quest’ora sareste tutti nell’aldilà».
Yamcha annuì, constatando che la moglie avesse pienamente ragione.
«E allora?».
«E allora cosa?».
«Perché pensi che il tempo sia passato troppo in fretta?».
Bulma sospirò, togliendo la mano dal fiume.
«Io... io ho paura della morte».
Yamcha corrugò la fronte, scettico. «Se non sbaglio, sei già morta all’epoca di Majin Bu. Ti è sembrato così male l’aldilà?», chiese sarcastico.
«Non è questo. Una volta che morirò, tutti si dimenticheranno di me».
Yamcha, allora, si alzò in piedi con un po’ di fatica. Mise una mano sul fianco e sollevò l’altra come per iniziare un discorso.
«Come dimenticare l’impavida Bulma Brief? Scienziata ricca e famosa, donna tanto affascinante quanto geniale, mito della scienza e della tecnologia, madre e moglie fantastic-».
«Va bene, va bene, ho capito!», lo bloccò Bulma ridacchiando.
Le parole di Yamcha avevano avuto l’effetto desiderato.
«Hai ragione, nessuno si dimenticherà della mitica Bulma Brief», (meglio “ammise”) la donna alzandosi in piedi e stringendosi al braccio di Yamcha.
I due si sorrisero a vicenda, poi si avviarono a casa.
E in effetti, nessuno si sarebbe mai dimenticato di Bulma Brief.
Ma non perché era stata una brillante scienziata o una bellissima donna.
Non per la sua mente geniale o il suo fascino inimitabile.
Non per le sue invenzioni o il numero di uomini che aveva stregato.
Nessuno se ne sarebbe dimenticato perché semplicemente lei c’era stata.
I suoi figli, i suoi nipoti, i suoi pronipoti, tutti i suoi discendenti avrebbero per sempre portato nel cuore il ricordo di quella ragazzina vivace e intraprendente che decise di partire con quel bambino tanto ingenuo quanto forte di nome Son Goku. Nessuno avrebbe dimenticato le loro prime avventure, fino alle ultime battaglie in cui tutti i guerrieri più potenti della galassia si erano schierati dalla loro (loro di chi? Non si capisce bene)parte per salvare l’umanità.
Bulma Brief c’era sempre stata e, se il mondo continuava girare, era anche grazie a lei.
Stile e grammatica: 9/10
Originalità: 7/10
Bonus colori: 6/6
IC dei personaggi: 7/10
Giudizio personale Bolla: 4/5
Giudizio personale Normina: 3/5
Totale: 36/46
Giudizio personale Normina:
Ciao Soly, devo dire che hai scritto proprio una bella Shot, molto piacevole da leggere come “finale alternativo” del nostro amato anime.
Hai rispettato bene il prompt, e non ci sono gravi errori, salvo qualcuno di sintassi.
Tuttavia, trovo Bulma leggermente OOC per il semplice fatto che sembra non valorizzare tanto l’amicizia che l’ha legata a Goku.
Inoltre avrei immaginato un minimo di rimorso e di rimpianto nei confronti del principe, ed invece sembra che non gliene importi nulla.
Questa è stata l’unica cosa che non mi è piaciuta, per il resto ho amato le sue riflessioni finali ed il modo pacato con cui Yamcha cerchi di perdonarla.
Bravissima, a presto! :*
Giudizio personale Bolla12.
Ciao Soly. Beh che dire, la tua shot mi è piaciuta molto, anche se finali alternativi con Bulma e Yamcha sposati non ne ho mai letti perchè non mi attirano molto.
Hai comunque rispettato bene il prompt, trovo leggermente OOC Bulma. Tratto molto di lei nelle mie fanfic e avrei voluto vedere qualche aspetto più “schizzato” nel suo carattere.
Il mio giudizio sulla storia è quello di 4/5.
Complimenti per la posizione! |