Che cosa leggono i miei occhi!
Non le coniugazioni dei verbi in -re e -ir che dovrei ripassare (^^"), bensì una flashfic a dir poco superba!
Okay, non ti vorrei sembrare esagerata, ma mi è piaciuta un sacco. Tanto più che il futuro di Mirai Trunks è un universo che mi attrae parecchio *-* Ultimamente, poi, sto iniziando ad apprezzare sempre più l'amicizia tra Goku e Bulma, e immagino quanto dev'essere stata amara in quella linea temporale in cui il saiyan è morto per una malattia cardiaca...
Ma via, sarà meglio mettermi a recensire sul serio.
Già la scena iniziale, con Bulma che guarda verso il mare, mi ha attirato come una calamita. Immaginare l'immensità dell'oceano rende davvero l'idea del fatto che gli occhi della donna sono persi in lontananza, perché i suoi pensieri non sono lì, non davvero, ma sono accanto a Goku. Mi è parso molto significativo anche che sia Trunks a far tornare Bulma al presente. Non penso ci siano molte cose in grado di distrarre da una preoccupazione tanto concreta, ma senza dubbio il reclamo d'attenzioni di un figlio dev'essere una di queste. Insomma, che lo si voglia o no, l'istinto materno trova sempre la maniera di saltar fuori!
Trunks è carinissimo quando tenta di rallegrare la sua mamma emettendo qualche versetto e dimenandosi un po', per non parlare della sua delusione quando lei non sorride della sua esibizione...
Di seguito, l'angoscia di Bulma è veramente ben descritta, così come è ben dipinto il quadro della situazione di Goku (una situazione davvero pessima, non c'è che dire ç_ç)... Mi piace tanto come la donna riporta alla mente il bimbetto che l'amico era un tempo, all'epoca del loro primo viaggio. L'attaccamento che prova nei confronti di Goku è lampante, davvero, così come la sua incredulità: Bulma non riesce proprio a spiegarsi come sia possibile che qualcuno che ha fatto parte della sua vita in quel modo possa trovarsi sospeso tra la vita e la morte.
Terribile anche il confronto con la malattia, che si rivela essere di gran lunga un avversario peggiore dei vari nemici terrestri ed extra-terrestri!
E poi... la speranza. Be', che dire... Il personaggio di Mirai Bulma è, in qualche modo, legato alla speranza in maniera indissolubile, almeno per me... E qui la sua speranza che Goku possa sopravvivere, per me che so già che non sarà così, che so già che Goku morirà, è straziante.
Inutile dire che mi è piaciuto anche il momento in cui Bulma si crogiola sotto i raggi del sole, sentendosi accecare da quella luce e trovando quel calore simile in tutto e per tutto al suo caro amico.
E poi l'immagine dei "castelli di sabbia bagnati dal mare"! L'ho trovata una metafora splendida, anche perché i castelli di sabbia fanno pensare ai giochi, all'infanzia, alla spensieratezza... E la frase di Muten, inesorabile, abbatte senza pietà tutto questo.
La frase finale, che riprende la metafora di poco prima tra Goku e la luce, è molto rappresentativa. Insomma, è qualcosa di netto (uaaah, no, vorrei usare un'altra parola, ma non so bene quale! Che nervi!), che fa capire bene come le parole di Muten abbiano fatto piombare Bulma nel dolore, facendo svanire quell'immagine così rassicurante del sorriso raggiante di Goku =(
Insomma, ti faccio tutti i miei complimenti! *-*
Credo che la recensione sia venuta fuori un po' incasinata, e di questo mi scuso, ma ora credo proprio di dover scappare di nuovo a ripassare francese (yu-hù ._.).
Alla prossima! |