Recensioni per
Ink on a blank sheet
di K u r a m a

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Nuovo recensore
19/10/12, ore 14:18
Cap. 1:

La tua poesia mi fa pensare a quando sia ha vent'anni.
A vent’anni sono in pochi a sapere cosa faranno della propria vita perché in questa età è ancora difficile, come scrive Paul Nizan nel romanzo ‘Aden Arabia’, capire quale sia la propria parte nel mondo.
Alcuni interpreteranno le parole di Nizan, che scrive ‘non permetterò a nessuno di dire che questa è l’età più bella della vita’, come assurde e prive di fondamento mentre altri le interpreteranno come il crollo di un mito: quello secondo il quale a vent’anni sei invincibile, sei il ‘re del mondo’ come dice lo stesso Leopardi Di Caprio in ‘Titanic’.
Personalmente, non mi trovo d’accordo né con la prima né con la seconda scuola di pensiero perché per me chi si trova ad attraversare la giovinezza, specialmente in tempi moderni e attuali, è come se percorresse un viaggio in mare con una barca danneggiata e il meteo che segna tempo di burrasca perché per uscire indenni dai vent’anni richiede non solo nervi saldi, ma anche talento e auto ironia. In questa età si hanno troppe idee e non si sa bene ciò che davvero si desidera, inoltre ci si crede capaci di tutto ma manca l’esperienza che arriverà solo con gli anni. Potremmo dire che alla fine essere giovani non è questa gran cosa che ci propina la società, inoltre la giovinezza è mitizzata da produzioni cinematografiche e non, che la dipingono per così dire ‘perfetta’ ma ne dimenticano i problemi ad essa associati creando così falsi miti e troppe illusioni nelle teste dei giovani contemporanei. Alla fine, crescendo, alcuni arrivano addirittura ad affermare che il periodo infantile, fatto di giochi innocenti e pensieri zero, sia più piacevole della tanto ambita gioventù perché quest’ultima, una volta arrivata, porta con sé solo problemi ingestibili e situazioni scomode, che se non avessimo vent’anni ci distruggerebbero. Infondo, a questa età, si sopravvive solo perché si pensa d’avere tutta una vita davanti per migliorare le cose e perché sembra che niente finisca davvero, che si abbia sempre l’opportunità di rimescolare le carte in gioco e scambiare la propria coppia di due con un una coppia di regine, si sopravvive perché si pensa che ogni giorno possa portare con sé qualcosa di nuovo e che ogni libro possa essere ancora riscritto. A vent’anni non è mai troppo tardi.
A vent’anni ci si sente ribelli, come era lo stesso Paul Nizan, anticonformista arrabbiato con la società dei suoi tempi. Per lui però la vita non era un libro che poteva essere riscritto in qualsiasi momento, era un qualcosa di marcio e irrecuperabile.
La tua poesia l'ho associata ai vent'anni perchè è a questa età che se da una parte pensiamo di avere tutta una vita davanti per recuperare, dall'altra abbiamo sempre l'impressione che le cose ci sfuggano come agi nella paglia.
Molto bella, comunque!