Recensioni per
Born to Die
di Marti Lestrange

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
07/11/20, ore 22:58
Cap. 1:

Scusa ma quanto sono dannatamente imperdonabile per non essere passata prima da questa storia? Io sono arrabbiatissima con me stessa, anche perché è tra le storie da recensire da un tempo biblico e, niente, sono nera più nera più nera che non so trovarti un termine di paragone.

Insomma, amica, tu qui ti sei davvero superata e sappi che questa one-shot di improbabile non ha veramente niente e sappi che, non appena ti becco nello Scrivimi, ti faccio fare un altro esperimento del genere e sono felice.

Io di questa storia ho veramente amato TUTTO, soprattutto il modo lento in cui hai costruito questa storia d’amore impossibile tra Marlene e Rabastan, il senso di attesa che hai saputo creare tra un incontro e l’altro, tra tutte quelle volte in cui si rivedono, in cui si fronteggiano e in cui si «parlano», pur non dicendosi niente.
Mi è piaciuto tantissimo che questa storia sia stata raccontata nei «non detti», nei pensieri di Rabastan, nelle sue sensazioni davanti agli occhi cangianti di Marlene (dettaglio che ho amato tantissimo).
Sappi che il loro «riconoscersi», il loro «trovarsi» in un contesto di guerra mentre lui la sta torturando mi ha affascinata infinitamente. Ho proprio amato il silenzio totale, questo scambio muto che avviene, il silenzio attraverso cui Marlene, soltanto attraverso gli sguardi, incrina il mondo di Rabastan.
Il fatto, poi, che al terzo incontro Marlene eviti lo sguardo di Rabastan è esplicativo che questo «incrinare i mondi» è stato reciproco. Come Marlene ha cambiato qualcosa nel mondo di Rabastan, così Rabastan ha turbato lei.
Le coppie tra membri dell’Ordine della Fenice e Mangiamorte mi affascinano sempre tantissimo ma trovo sia molto, molto, molto raro che vengano trattati bene (al momento, oltre questa storia, penso solo alle Evan/Dorcas) ma, quando succede, mi sento molto immersa in uno scontro shakespeariano tra Capuleti e Montecchi. Quindi, con questo genere di racconti vado proprio a nozze e tu in tantissimi piccoli dettagli che hai curato alla perfezione sei stata sbalorditiva!
E in questa storia in cui tutto passa per i pensieri di Rabastan, ho apprezzato tanto che tu non abbia raccontato il primo incontro, qual è stato il passo che ha cambiato tutto tra Marlene e Rabastan (anche perché ti costringerò a scriverlo, giusto perché tu lo sappia!) ma sia passata direttamente al momento in cui loro sono insieme, in cui la passione c’è già stata e si è già consumata.
Trovo questa loro scena insieme, questo momento rubato, di una poeticità unica, anche nel lessico che hai usato. Perfetto, davvero.
Li hai riassunti alla perfezione in questa frase, a mio parere:

Se lei tirava fuori quel piccolo frammento di luce nascosto nella sua anima tormentata, lui sapeva spegnere per un momento la luce di lei, attirandola nel suo profondo abisso e facendo emergere la tempesta. Gli occhi color tempesta vincevano contro il cielo azzurro. Almeno per un paio d’ore. Almeno per una parentesi proibita in una vita obbligata

Che dire poi del modo in cui hai inserito il momento in cui si arriva alla rottura, anche questa silenziosa ma allo stesso tempo lacerante per la ragione cui è dovuta? Voldemort che impone di recidere quel legame è geniale, amica; rientra pienamente nell’IC del personaggio che si diverte a considerare burattini anche i suoi stessi Mangiamorte e a tirare i fili delle loro vite.
L’addio muto tra Rabastan e Marlene per me è stato più straziante della morte di lei, con il desiderio terribilmente umano di lui di volerla prendere e di voler scappare da loro stessi. Questo gioco di sguardi che si ripete ancora una volta - ma non ancora l’ultima - per dirsi addio sembra la scena di uno di quei film francesi di qualche anno fa (e che mi piacciono tantissimo).

La conclusione sulla stampa della notizia dei McKinnon rientra tra i dettagli che mi hanno fatta immaginare un cortometraggio ed è un epilogo meraviglioso nella sua amarezza, in questa fine di carta ed inchiostro in cui non trapela il dettaglio più importante.
Su quel «Ora c’è soltanto luce» ho avuto i brividi.

Marti, davvero, io credo che sia una delle tue storie più belle e, in generale, una delle migliori che abbia mai letto. E anche se qui Marlene è più sullo sfondo rispetto al tuo adorato Rabastan, a quest’uomo che vive «lasciandosi alle spalle una scia di decadenza e morte» ma che sa amare, sei stata in grado di dar forma ad una storia d’amore e morte impossibile e straziante.
Chapeau, amica, veramente!
Sono incantata!
A prestissimo,
Fede

Recensore Master
01/09/20, ore 23:33
Cap. 1:

Ed eccomi di nuovo qui!
Sono un po' stanca e questo temo mi farà scrivere una recensione meno approfondita di quanto vorrei, ma non voglio rimandare ulteriormente, anche perché ho letto e amato questa storia già qualche giorno fa e non riesco mai a ritagliarmi un momento davvero momento per poterla recensire.
Comunque.
L'idea di un amore tra un Mangiamorte e una Fenice a me piace tantissimo. Lo so, forse in astratto è banale, ma amo i conflitti di principi e valori, amo quei personaggi che in presenza di coppie oppositive non si piegano neanche all'amore.
E i tuoi personaggi, quelli di questa storia, sono proprio così.
Rabastan è complesso. Non lo conosco ancora quanto vorrei, ma incastrando i vari tasselli estrapolati dai racconti tuoi che ho letto trovo che complesso sia il termine che meglio lo descrive. È indubbiamente un uomo convinto di essere nel giusto, che obbedisce a una causa prima ancora che a Voldemort, che ha una scala di valori precisa e degli obiettivi da perseguire. Al pari, però, è anche un uomo pieno zeppo di passioni, passioni che lo inducono a sfiorare e alle volte ad annegare in contraddizioni – come è il caso del Rabastan di questa storia, impigliato in un sentimento che non può sopravviere e in un legame che non avrebbe neanche dovuto nascere.
Ho amato come Marlene sia letteralmente piombata nella sua vita, senza chiedere alcun permesso. Uno scontro, uno dei tanti, un interesse che è andato oltre ed entrambi si sono ritrovati amanti anziché nemici, stretti in lenzuola sgualcite anziché in vicoli bui a darsi battaglia.
Forse mi sono mancati un po' i dialoghi, che si palesano in pochissimi momenti, però capisco la scelta stilistica di filtrare tutto o quasi attraverso la narrazione indiretta, dà sicuramente una sfumatura di passato e andato al testo che rende ancora più crudele l'epilogo di una storia che forse non è d'amore, ma è qualcosa che in altri tempi avrebbe meritato di essere vissuta.
Bellissima, a riguardo, la svolta narrativa dettata da Voldemort che scopre tutto e impone senza dir nulla la fine di tutto. Mi sono chiesta se Rabastan possa essere realmente il colpevole – una parte di me ha voluto negare questa cosa –, ma ho dovuto convenire che sì, lo è, perché è complesso e le sue passioni potranno anche rischiare di farlo annegare ma la sua scala di valori correrà in suo soccorso ogni volta per trascinarlo a riva.
Dopotutto, il tuo Rabastan è un personaggio che compie delle scelte nette e le porta avanti. In fondo, c'è solo nero nei suoi occhi, e la luce è riflessa altrove. Se fosse un riflesso anche di se stesso non lo sapremo mai, ma forse ciò che conta è che non ha importanza, almeno non più.
Spero che questa recensione abbia un senso! E nel caso manchi spero che almeno emerga quanto abbia apprezzato questa storia e le tue caratterizzazioni!
Un abbraccio!

Recensore Veterano
08/08/20, ore 22:26
Cap. 1:

Carissima Marti, come avrai intuito dalla mia presenza qui, ho lasciato perdere le varie tattiche, nonché ogni tentativo di procedere con ordine nel generale "recuperone" di storie e autori. Il tuo profilo mi attira come una calamita e, ogni volta che vi faccio ritorno, trovo qualcosa di meraviglioso (oggi non ti sei affatto smentita).
Tra l'altro - forse non ci crederai -, ma proprio oggi, prima ancora di finire qui, avevo ripreso ad ascoltare in loop "Born to die" e poi, dopo poche ore, sono approdata sul tuo profilo per trovarvi proprio una storia che prendeva spunto dal testo di quella canzone. Se non è un segno del destino questo, non so davvero cosa possa rientrare in una simile dicitura.
Perdona questa premessa che esula dalla storia, ora giuro che mi concentro.

Dunque, innanzitutto, permettimi di esordire dicendo che sono rimasta assurdamente colpita.
Non so come sia possibile, ma mi sono bastate due storie brevissime per innamorarmi del tuo Rabastan, due soltanto - capisci quanto sei stata brava nel prendere questo personaggio e farlo tuo? Quanto tu sia stata capace di renderlo unico, di delineargli una personalità notevole - ben precisa, riconoscibile e indimenticabile? Questa storia, in particolare, mi ha dato il colpo di grazia. Ora  posso dirlo senza incertezze:  amo  il tuo Rabastan. Credo che scrivere di certi personaggi considerandoli nell'ottica di coppia sia un compito che possono adempiere solo gli autori che conoscono così a fondo "le proprie pedine" da saperle gestire anche in questi contesti, senza snaturarli. Che tu ne sia assolutamente in grado - di non snaturarli -, lo avevo capito già nella Bellatrix/Rabastan che ho avuto il piacere di recuperare. 
Qui, la tua abilità di tener sempre fede alla coerenza caratteriale, si evince soprattutto da un passaggio - che mi è piaciuto da matti, in effetti: 

"Rabastan non avrebbe perso contro Travers, non gli avrebbe dato modo di avere Marlene, non gli avrebbe permesso di vederla soccombere sotto di lui. Lei era sua." 
Ecco, questo punto - secondo me - è un esempio lampante ed esplicativo di quello che ti dicevo. Persino questa possessività, l'incapacità di cedere ad altri la donna che lo ha "marchiato" (con i suoi occhi di cielo) e che ha, a sua volta, marchiato fra sé come "sua", anche se in un contesto di guerra e lotta, per me è la prova del nove di quanto tu sia brava a gestire questo personaggio. Persino sconfiggerla e condurla alla resa - prima di amarla - dev'essere una sua prerogativa e di nessun altro. 
Poi, che dire di Marlene? Marlene è un personaggio sorprendentemente gettonato, se consideriamo il fatto che viene nominata una sola volta nell'intera saga, ma è sempre un piacere imbattersi in una Marlene ben costruita e ben resa. La tua Marlene dagli occhi di cielo, viva e speranzosa, è naturalmente una donna perfettamente caratterizzata e che ho amato.

Un altro aspetto cda ribadire  è che adoro follemente il tuo stile. Nelle note finali ti chiedevi se non avessi condito il testo "di frasi angst e seriamente angoscianti": ecco, non smentirò la carica angst di questa storia, ma è un angst a suo modo delicato, ricercato  e "inseguito" con eleganza e poesia. Avevo già intuito di aver trovato uno stile peculiare e rientrante pienamente nei miei gusti in "Daddy's soldier", ma questo testo ha costituito la conferma decisiva: mi piace ciò di cui scrivi e come lo scrivi. Ci sono dei punti, delle scelte lessicali che compi nei tuoi testi, che mi spingono a rileggere certe frasi più di una volta, per "riassaporarle".
Dalla "morte, che passeggiava tra loro a viso scoperto" al modo delizioso in cui hai sottolineato il contrasto tra i due, naturalmente attraverso il "nero" dell'anima di lui:

"Marlene non gli sarebbe sfuggita un’altra volta, non le avrebbe permesso di sparire, inghiottita dalla luce e guidata dal coraggio. Non le avrebbe permesso di tornare alla sua vita, non quel giorno."
Ho amato cosa hai fatto qui: naturalmente, per lui - lui che combatte nella fazione opposta - è intollerabile che lei sparisca "inghiottita dalla luce". Siamo sempre abituati ad osservare le cose per lo più dal lato "della luce" e a vedere ciò che non vi appartiene come qualcosa che si sottrae alla luce stessa, inghiottita dalle tenebre, ma - è "ovvio", eppure tu l'hai reso con una grazia assoluta -  Rabastan non può che invertire le "coordinate" solite. Per lui, lui che è "nero" e vive costantemente nel buio e nella tempesta, non può che  essere insopportabile assistere al "rintanarsi" di lei, con i suoi occhi di cielo e il suo cuore ricolmo di coraggio e speranza, nella luce. Ripeto: quanto sei brava a delineare i personaggi!

E che dire, infine, di quella conclusione?

"Una figura vestita di nero aveva osservato i resti di casa McKinnon, il porticato distrutto, la porta divelta, i vetri rotti, il fumo che saliva in spirali da un fuoco ormai spento, il Marchio Nero opaco e vibrante. Il volto di Marlene ancora gli sorrideva, sdraiata tra le lenzuola spiegazzate. 
«Ora c’è soltanto luce»".


Ho adorato (anche se ha fatto male) come tu abbia enfatizzato un'ultima volta la natura luminosa di Marlene (che, pure, lui ha saputo portare nella tempesta), destinata a restare per sempre una parentesi di luce nei ricordi di Rabastan, il quale continua a trascinarsi indietro il suo buio e le sue tempeste, fermo nel suo abisso, con la sua scia di decadenza e morte. 
Insomma, io non so come farti i miei complimenti per questa storia che è una meraviglia e che si adegua perfettamente alla canzone alla quale si ispira. Ancora una volta, ti dimostri bravissima e io mi sento un po' triste per averti scoperta - avervi scoperti, a te e al tuo Rabastan - solo da poco (ma, del resto, meglio tardi che mai!).
Un bacione!

P.S. Comunque, sappi che - mentre vagavo sul tuo profilo - mi sono imbattuta nella Ethan/Vanessa (che devo assolutamente recuperare!) e ... indovina un po'? Non ho resistito e ho iniziato un rewatch di Penny Dreadful (la mia adorata Penny Dreadful), perciò mi sento legittimata ad incolparti. In realtà, sono piacevolmente sorpresa da questa comunanza di gusti, davvero!!!
(Recensione modificata il 08/08/2020 - 10:33 pm)

Recensore Master
08/07/20, ore 00:28
Cap. 1:

Ciao, Marti!
Sono voluta passare perchè quella tua presentazione (e il prestavolto di Rabastan) mi avevano incuriosita tantissimo. E anche l'idea della ship era molto interessante.
E infatti ho trovato una meraviglia. Già l'idea era molto stuzzicante, ma l'hai saputa sviluppare benissimo e hai gestito bene l'alchimia tra la coppia. A tutto ciò si è unito uno stile che io ho trovato a dir poco incantevole. Ogni frase era ben studiata, ben calibrata, molto poetica e piena di sentimenti, insomma, questa tua fic mi è piaciuta tantissimo.
Voldemort, per quanto sia stato appena accennato nella storia, l'ho sentito come una presenza fortissima, quasi un burattinaio che non vuole dare scampo a Rabastan. D'altra parte Rabastan ha fatto la sua scelta e non può sfuggire ad essa, per quanto possa sognare una vita altrove con Marlene, nella brughiera o su una casa arroccata sul mare (queste immagini mi sono piaciute tantissimo).
La parte finale è stata straziante. Giuro, è stato un colpo al cuore per come l'hai saputa gestire così bene. Ho visto il corpo di Marlene, ho visto un uomo che si lasciava alle spalle la casa distrutta e ricordava le parole di Marlene e andava avanti seguendo la sua strada, lasciandosi alle spalle la morte e forse, anche una parte di sè stesso.
I miei complimenti, hai fatto benissimo a presentare questa coppia e la tua fic mi è piaciuta molto, felice di averti scoperta!

Recensore Master
06/07/20, ore 12:41
Cap. 1:

Ciao!
 
Dato che qui fa troppo caldo e la mia voglia di andare a fare la spesa non è pervenuta, eccomi subito qui dalla storia (e comunque, state proponendo tutti cose così belle che non finirò mai di mettermi in pari, ma vabbè)!
 
Credo di non aver mai letto prima qualcosa di tuo, ed è un grandissimo peccato perché lo stile mi è piaciuto moltissimo: ho adorato come tu abbia saputo alternare frasi secche e quasi lapidarie ad altre più lunghe e quasi incalzanti, che mi hanno dato un senso d’affanno (come in questa frase “Era rimasto lì a guardarla, a cercare uno straccio di possibilità, a sperare di averla ferita, ma allo stesso tempo aspettando di vederla rialzarsi, un bagliore sul viso e la sua solita impronta di orgoglio misto a incoscienza.”, che ho trovato semplicemente stupenda per mostrare il legame che hai scelto di raccontare, questa lotta tra valori e schieramenti opposti, che è anche qui una lotta tra sentimenti opposti).
I due sono personaggi su cui mi sono interrogata ben poco e di cui ho letto ancora meno, per cui ero aperta a qualsiasi caratterizzazione possibile (di Marlene mi sono ritrovata a immaginare un headcanon molto di recente, ma non mi è mai particolarmente interessata, essendo solo un nome, e in questi casi l’autore può fare tutto e il contrario di tutto) e a qualsiasi tipo di relazione volessi presentare. Devo dire che li ho adorati! Soprattutto mi è piaciuto moltissimo come l’attrazione e l’amore nascano tra di loro, non qualcosa di pregresso alla guerra che continuano a portare avanti, ma come una passione che divampa tra uno scontro e l’altro, scontri dove cercano di uccidersi, ci sono dolore e morte. E in questo dramma che è la guerra si ritrovano spinti l’uno tra le braccia dell’altra, a rubarsi ore in una camera.
Ho amato soprattutto la profondità e la sincerità dell’amore che c’è tra loro, che non è solo passione ma va ben oltre, tanto da scuotere l’anima di entrambi e portarli in una “zona grigia” quando sono insieme. Forse questo è il dettaglio che più ho amato: sono due soldati di schieramenti netti e opposti, bianco e nero, ma quando sono insieme questa separazione non esiste, e lei riesce a tirare fuori la luce che lui nasconde e lui la immerge nella sua tenebra. Davvero, ho letteralmente amato questa immagine e soprattutto ho amato le espressioni scelte per descriverla.
Bellissimo anche il dettaglio degli occhi di cielo di Marlene e di quelli di nero di Rabastan, a come lui cerchi sempre quegli occhi durante gli scontri e a come, quando lei glieli concede, basti solo questo per capirsi: un’occhiata.
Che il destino dei due fosse già segnato lo si sapeva dall’inizio, sta nelle poche notizie canon su Marlene, ma quando ha fatto comunque male vederli amarsi senza poter sperare e poi leggere di questo finale, con Voldemort che lo scopre e Rabastan che deve ucciderla. E l’urlo di Marlene che continua a riecheggiare nella casa, quel cuore lacerato per sempre… te l’ho detto, mi hanno straziata e allo stesso tempo li ho amati ancora di più (la coerenza non trova posto nelle ship XD).
 
Bellissima, davvero, ti faccio tanti complimenti: il mondo sarebbe un posto migliore se ogni giorno trovassi storie così belle da leggere!
 
 Un abbraccio e alla prossima,
Maqry
 

Recensore Veterano
15/12/12, ore 20:52
Cap. 1:

Babbo Natale segreto a rapporto!

Sai, ho aperto questa storia semplicemente dopo averne letto solo il titolo: niente genere, niente trama, niente personaggi... nulla. Solitamente è una cosa che non faccio visto che, quando leggo una storia, mi piace andare abbastanza sul sicuro, buttandomi su argomenti/personaggi che mi sono affini e che incontrano il mio gusto personale; quel titolo però, lo stesso di una delle più belle canzoni di Lana del Ray, mi ha ordinato di aprire immediatamente la storia. E io l'ho fatto. E ho scoperto di avere un intuito formidabile. *modestia mode-on*
Sì, perché questa storia è un qualcosa di splendido. L'ho adorata, dalla prima all'ultima parola.
Mi credi se ti dico che non so da cosa iniziare? Be', credici - mi capita sempre quando mi ritrovo a commentare una storia che mi piace così tanto, temo sempre di dilungarmi in banalità e parole inutili che non interessano a nessuno e che non rendono onore allo storia cui sono rivolte. Ma ci proverò.

Prima cosa: la trama. Di storie a proposito di amori proibiti, vissuti da due persone che, per motivazioni indipendenti dalla loro volontà, non possono davvero stare insieme, se ne sono già lette; ma nonostante il tema sia già stato utilizzato, sono stata piacevolmente colpita dall'originalità con la quale sei stata in grado di trattatarlo. Innanzitutto i personaggi: Rabastan e Marlene (di cui, per seguire la mia scaletta mentale, riparlerò tra poco), due personaggi estremamente marginali all'interno della saga, ma che tu sei riuscita a reinventare, rendendoli protagonisti di una storia tutta loro. E poi quel loro gioco di sguardi, quel loro legame celato agli occhi di tutti - e, all'inizio, persino a loro -, quel loro desiderarsi, volere qualcosa di più, qualcosa che sentono come sbagliato ma al quale non sono in grado di rinuciare. Mi è piaciuta la tua decisione di scandire la loro storia in piccoli passi: gli scontri tra Mangiamorte e Ordine, il loro fuggire a tutto e tutti, quei loro incontri così sbagliati ma capaci di farli sentire vivi, parte di un qualcosa che vale la pena vivere.

Seconda cosa: l'atmosfera. Ok, qui sarò sicuramente di parte, visto che io ci sguazzo nell'Angst; ma che posso farci? L'atmosfera di questa storia, io l'ho letteralmente adorata: i toni cupi, quel senso di ineluttabile drammaticità di cui l'intera storia è pervasa, il grigiore della pioggia, della stanza, persino di Rabastan e Marlene - perché è come se, quando sono insieme, si "fondessero" l'uno con l'altra: lui, che diventa un po' meno "nero", e lei, i cui occhi non sono più azzurri, non appartengono più "al cielo"... e questa cosa è bellissima, mi ha emozionata, davvero. E questo discorso mi conduce dritta dritta alla...

Terza cosa: i personaggi. Come anticipavo prima, la scelta di rendere protagonisti di questa storia due personaggi pressoché sconosciuti mi è piaciuta molto. Mi è piaciuta perché tu sei riuscita a caratterizzarli al meglio, di crearne un ritratto preciso e coerente, come se io, lettrice, già li conoscessi. E ciò non si percepisce tanto dalle loro parole - i dialoghi, infatti, sono assenti: unica eccezione quello riguardante gli occhi, di cui ho già parlato poco fa -, ma dal loro agire, dal loro modo di comportarsi in battaglia, dal loro silenzioso comunicare. Marlene è orgogliosa, sveglia, forte, decisa. Rabastan (oh, quanto mi è piaciuto il tuo Rabastan!) ha una personalità fosca, ambigua, che tenta di ribellarsi, ma che, alla fine, non è in grado di farlo fino alla fine - emblematico, in questo senso, è il finale: Rabastan che, alla fine, sceglie di voltare le spalle alla donna che ama, preferendo la fedeltà ai suoi compagni allo seguire il cuore e combattere per ciò che gli aveva fatto conoscere uno sprazzo di quella avrebbe potuto considerare felicità. Ed è in quest'ultima parte, ragazza mia, che mi sono venuti i brividi. L'hai descritta in modo p e r f e t t o.

Quarta (e ultima) parte: lo stile. Ora, non so se questo sia il tuo stile abituale, penso di non aver mai letto nient'altro di tuo (ma, dopo questa storia, puoi stare certa che lo farò); sappi, però, che lo stile utilizzato qui è magnifico. E lui che crea l'atmosfera di cui parlavo prima, è lui che da vita ai due personaggi e all'intera vicenda, è lui che crea quell'intreccio di immagini e emozioni che ti cattura, prendentoti nel profondo e trascinandoti dentro alla sttoria. La stessa storia scritta con uno stile differente penso non sarebbe stata così efficace ed emozionante.

Ok, dopo averti probabilmente annoiata con tutto 'sto sproloquio, mi decido a concludere.
Come avrai certamente già capito, io ho davvero amato questa storia, e sicuramente mi ha invogliata a leggere altre tue storie. Siano benedette queste iniziative!
Ti lascio facendoti i miei più sentiti complimenti e augurandoti un buon Natale (anche se un po' in anticipo)!


[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 2.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]
(Recensione modificata il 15/12/2012 - 08:54 pm)

Recensore Veterano
01/11/12, ore 22:39
Cap. 1:

Questa storia mi ha attirata per il pairing non convenzionale, che vede insieme due personaggi pressochè sconosciuti, ed ero incuriosita da come li avresti tratteggiati. Non ne sono rimasta delusa, tutt'altro, soprattutto per quanto riguarda Rabastan: gli hai dato le fattezze di un eroe tragico che se ne va per il mondo incendiandolo con i suoi occhi neri, avvolto nel suo mantello nero, nella pioggia, nella violenza, nella mischia, con l'alito della Morte che gli sussurra costantemente all'orecchio il suo destino. Se Rabastan l'ho trovato molto "spirito della tempesta" (e mi è piaciuto veramente tanto), Marlene è una sorta di angelo, per la purezza adamantina dei suoi ideali, per il coraggio granitico e per l'indomita fierezza con cui si batte e con cui pianta i suoi occhi azzurro cielo in faccia alla gente, amici e nemici, senza mai abbassarli. Ed è proprio questo che spinge Rabastan verso di lei, risucchiandolo in una spirale che non può non concludersi tragicamente. Bella l'immagine dell'anima di Rab, paragonabile a un vecchio pianoforte impolverato che nessuno ha più suonato da molto tempo; poi arriva Marlene e ne trae quell'unica nota alta, riportandolo alla vita. E poi il dissidio interiore di lui: l'ammirazione, l'attrazione, l'odio, il senso del dovere, il desiderio e al tempo stesso la paura di non vederla alzarsi mai più. 
Posso dire che la parte che ho preferito, proprio per il suo potere "visivo", è stata quella di Marlene, seduta a terra, sconfitta, che alza gli occhi azzurrissimi verso Rabastan, nero e grondante pioggia, la bacchetta in mano eppure incapace di colpirla. Il desiderio di immobilizzare nella morte il suo sguardo così puro, farlo suo per sempre, ricordarlo così. E subito dopo il suo voltare le spalle e scomparire, come un fantasma.
Al loro terzo incontro la situazione è un pò capovolta: se prima era Marlene quella che conficcava gli occhi nei suoi, pieni di sfida, pieni di incoscienza, ora è lui a cercare il suo sguardo. Qualcosa già è cambiato tra loro: lui le ha risparmiato la vita, perchè ha letto la gioia di vivere in lei e l'ha assecondata. E fa rabbrividire il fatto che lui non abbia intenzione di permettere a Travers di ucciderla, perchè lei è sua e, per un assurdo concetto del possesso, deve essere lui a toglierle la vita.
Bellissima la scena di lui che la veglia dormire e l'accenno agli occhi di Marlene che, quando lo guardano, non sono più azzurri,ma grigi -solo quando guardano lui, perchè s'imbevono della sua rabbia e della sua oscurità. La loro, dunque, è una fusione di corpi come di anime; un riversarsi l'uno dentro l'altra senza mai placarsi del tutto, senza raggiungere mai la pacificazione. C'è un qualcosa di incompleto, di irrealizzato, in loro.
Infine, struggente, l'addio che le da' nella sua mente: è l'addio anche ai suoi sogni, alle speranze, ai progetti. E' l'addio al futuro, il gesto con cui Rabastan traccia una linea netta sulla vita, lasciandosela alle spalle. Rifiuta di combattere per la giusta causa, preferendo restare a marcire nel destino scritto fin dalla sua nascita, rifiutandosi di cambiarlo ed è questa la spiegazione: 

"La verità era che loro due erano nati per morire in modo violento, dopo aver vissuto le loro vite rumorose e veloci senza mai pensare veramente al dopo, avidi e consunti e ubriachi l’uno dell’altra, reduci da giorni vuoti e spenti e notti tormentate ed eterne." 

In queste parole risuona l'ineluttabilità del Fato. Sembra di nuovo il sussurro tentatore della Morte, che rammenta a Rabastan, in piedi davanti alle macerie fumanti di casa McKinnon, che nessuno può sfuggirLe, che tutti devono, presto o tardi, soccombere alla medesima fine.

“Cosa vedi riflesso nei miei occhi, Marlene?”.
“Vedo solo nero. E tu cosa vedi nei miei?”
“Ora c’è soltanto luce”.

Ecco, quest'ultima parte l'ho interpretata così: è un Rabastan diverso, un uomo che è sempre stato consapevole della caducità della propria vita, ma ora più che mai perchè ha sperimentato sulla propria pelle cosa vuol dire perdere ciò che si è desiderato di più al mondo. Un uomo che sa di essere votato alla Morte e che ora il pensiero della morte più non spaventa, perchè sa che pareggerebbe i conti, gli darebbe quello che si merita e, soprattutto, lo ricondurrebbe a lei. Ovviamente, è solo una mia interpretazione personale, non so quanto mi sono avvicinata alla realtà. 
Che dire, ho adorato il tuo Angst e le tue frasi angoscianti. Penso che s'è capito. 
 

Recensore Veterano
30/10/12, ore 22:14
Cap. 1:

Stavo ascoltando un live dei Monsters su Youtube quando tra i video consigliati mi è sbucato Born to die. Allora mi son detta: se questo non è un segno del destino! E dunque eccomi qua, con Lana del Rey negli auricolari e la tua storia pronta per essere letta.

Suppongo che Cristina abbia ragione quando dice che la musica amplifica le parole, perchè io questa storia l’ho davvero vissuta e sento ancora il magone nel petto. E anche Severa aveva ragione quando ci ha detto che questa storia meritava, meritava davvero, perchè anch’io la trovo bellissima e potentissima. C’è un particolare che mi è rimasto impresso nella mente, e sono gli occhi di Marlene - immagino che fosse voluto questo focus sui suoi occhi, ma beh, io l’ho proprio sentito. Quegli occhi che sono così azzurri, così puri, così chiari, ma che si fanno grigi, tempestosi, fumosi quando Marlene è con Rabastan. Perché è così, il lato oscuro attira, e non poco. Credo che probabilmente sarei finita anch’io come Marlene, a godere di quelle due ore di “trasgressione” insieme a chi per natura tu dovresti combattere, dovresti uccidere.
E sì, ho apprezzato questo Rabastan, lo confesso. Questo Rabastan che prima cerca di tenersi a distanza da questa attrazione morbosa e poi però finisce per caderci, e per sognare inevitabilmente un mondo parallelo in cui lui e Marlene potrebbero vivere insieme. Però finisce per rendersi conto che un futuro per loro non esiste, e quindi se ne va, lascia Marlene lì, come qualcosa che più non gli appartiene. E anzi con una freddezza raccapricciante riesce a troncare la loro relazione spezzando la vita di Marlene stessa, in modo da non ricadere più nell’errore che potrebbe costare la vita a lui stesso.

Oltre alla “trama” in sè, ho adorato tantissimo lo stile con cui hai narrato la storia, molto evocativo grazie ai numerosi aggettivi e alle tante metafore e immagini di cui hai fatto uso. E poi la musica ha fatto il resto, coinvolgendomi in questa storia di amore e morte. È stato molto straziante, sappilo, perchè anche se immaginavo che Marlene sarebbe morta perchè questo è il suo destino, beh, mi ha fatto davvero male leggere la scena e vederla davanti agli occhi, la casa rosa dalle fiamme e Rabastan avvolto nel suo mantello nero che la scruta da lontano, come per un ultimo addio.

Davvero una bella storia, i miei complimenti cara! Ora che ho fatto la conoscenza del tuo Rabastan, leggerò sicuramente anche le altre storie in cui compare. ;D
Alla prossima,
Frida ♥♥

Recensore Master
20/10/12, ore 16:43
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Mi permetto di segnalare questa storia per le scelte perché è poetica come poche volte mi è capitato di leggere. L'autrice ci narra un amore tormentato, triste e romantico. Un amore che non può vedere la luce, perché nato nell'oscurità della guerra. Fatto di ritagli di tempo in luoghi sicuri, riparati e insufficienti a celare gli amanti a chi tutto sa e conosce, ed è famoso per le sue abilità di osservatore e Legilimens.
La punizione è la più tremenda possibile, eppure Rabastan, il protagonista di questa storia, riesce ad adempiere al suo compito trasformandolo in un riscatto personale. Perché Marlene comprende tutto nell'istante in cui lui si presenta alla sua porta e quella lacrima solitaria testimonia proprio l'accettazione del suo destino e la resa. Marlene ama, vive nella luce e sa che non potrebbe rispondere all'attacco, e forse neanche lo vuole. Rabastan non ha scelta, ma la lacrima di Marlene e la luce che lei vede nei suoi occhi sono testimoni della salvezza di Rabastan dall'Oscurità.
Nelle storie di "amori impossibili" spesso il cattivo, in questo caso Lord Voldemort, appare come uno che facilmente si fa beffare da tutti, perché non si accorge mai di cosa avviene sotto il suo naso. Ora, sarà che il buon Voldemort ha perso il naso a causa degli Horcrux, però la caratterizzazione che ne ha fornito l'autrice è incredibilmente IC. Il prezzo della fedeltà che lui esige in cambio è enorme e Rabastan, altrettanto IC, esegue, perché è un soldato fedele, prima ancora di essere un uomo innamorato. L'amore da "vissero per sempre felici e contenti" non è contemplato in questa storia e questo, a mio avviso, è ciò che la rende estremamente credibile. Una storia d'amore crudele e al tempo stesso così poetica è una perla rara su Efp e credo che sia proprio il caso che finisca tra le storie scelte.
Grazie per l'attenzione,
SeveraBartySha