Recensioni per
Have you seen my childhood?
di Mana Sputachu

Questa storia ha ottenuto 35 recensioni.
Positive : 35
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

È vero, non esiste genitore che non abbia insegnato ai propri figli a dire la verità. Ed è altrettanto vero che omettono di specificare che, anche se si dirà la verità, ci saranno occasioni in cui non si verrà ascoltati.
E nel caso di Ranma, non oso immaginare quanto debba esser stato difficile con un genitore come Genma... che ha una sua concezione di verità, che si rifiuta di ascoltare certe verità, perché ci sono cose indegne di essere espresse, certe cose un uomo non le dovrebbe mai dire...
E proprio perché l’infanzia è una cosa che resta, sedimenta, evolve ma rimane lì, alle radici del nostro essere, è facile immaginare quanto Ranma debba essere tuttora condizionato da questi insegnamenti. Ed hai perfettamente ragione quando fai notare che lui non è che abbia difficoltà ad ammettere i suoi sentimenti, tout court. Quelli che non riesce ad esprimere sono solo quelli più complessi, quelli che probabilmente rientrano tra le cose da rammolliti, quelli che è stato abituato a non manifestare perché tanto non sarebbe stato ascoltato.
E di certo la paura di non essere ascoltato o di essere considerato un rammollito dalla persona che gli suscita questi sentimenti, beh, deve condizionarlo in modo non indifferente... e allora, come tutti i bambini, meglio ripiegare e cercare una soluzione più a portata di mano. Che poi, il fatto che lei se la prenda per i suoi insulti o che si arrabbi quando la prende in giro, sta comunque a significare che lo sta ascoltando, no? E che dà importanza a ciò che le dice, altrimenti non se ne avrebbe a male, giusto? È facile immaginare che Ranma possa accontentarsi di questo. È più semplice, è più sicuro. Almeno per ora...
E sempre grazie a te per riuscire ad essere così esaustiva ed efficace anche nella brevità! (Non mi stancherò mai di ripetertelo!)

Recensore Veterano

ke carino qsto capitolo....in fondo è la verità....ranma qndo si tratta del padre esterna facilmente il suo risentimento nei suoi confronti o qndo incontra la madre sfa capire di essere contento....se si tratta invece dei suoi sentimenti x akane ha difficoltà ad esternarli e cm un bambino piccolo lo fa prendendolain giro ma alla fine le vuole molto bene!
brava complimenti continua cosi!un abbraccio ranko

Recensore Veterano

O mamma, ma e' stupenda! Davvero geniale il modo in cui spieghi il perche' del comportamento di Ranma... ti prego, aggiorna presto!

Recensore Master
16/11/12, ore 08:44

Ma che bellinaaaaa!! ^w^
La canzone la conosco, e credo anch'io che sia appropriata applicarla nel contesto di Ranma. Il fatto che lui veda ancora il mondo con gli occhi di un bambino sta a testimoniare che non avendo avuto un'infanzia vera e propria, cerca in qualche modo (inconsciamente) di viverla anche solo per pochi attimi.
Perņ non mi aspettavo affatto una scena con Akane! ed č stato bellissimo quando hai spiegato che ranma vede l'arcobaleno con lo stesso interesse di quando osserva la ragazza!
Bravissimissimaaaaa!!!!!!!!!!!! Ciao!!

Recensore Junior
15/11/12, ore 15:17

Ecco, di tutti i millemila spunti fighissimi che offre Ranma ½, quello dell’introspezione dei personaggi nella loro infanzia è uno di quelli che sta nella parte alta della mia classifica di gradimento. Perché, al di là del contesto Ranmaceo, è un tema che mi sta particolarmente a cuore, quindi il fatto che tu abbia deciso di scriverne... *_* ! In questo momento mi dispiace non avere una pika-voice per poterti manifestare, almeno a suon di squittii, quanto ne sia entusiasta!
Basta, voglio cercare di commentarti seriamente perché penso che te lo meriti e perché, davvero, è un tema che sento molto mio... l’irreversibilità dell’infanzia, il fatto che quello che si è dipende così potentemente da quello che si è stato, da quello che si è avuto, da ciò che si è perso e anche da ciò che è rimasto. Già, sono fortemente convinta che nessuno guarisce dalla propria infanzia (cit.) quindi figuriamoci Ranma, con la sua non-infanzia.

Non mi è difficile immaginarmelo bambino, all’inizio del suo viaggio d'allenamento: sicuramente si sarà sentito il protagonista di un’avventura entusiasmante! Molto verosimile che vedesse le arti marziali come un nuovo gioco e la scoperta delle nuove tecniche come un’avvincente caccia al tesoro: sono dei paragoni veramente belli e infantili, ancora non c’era spazio per la nostalgia di casa, anche perché forse era addirittura troppo piccolo per sapere cosa significasse provare “nostalgia” per qualcosa o cosa volesse dire “avere una casa”. Di certo, mano a mano che il viaggio proseguiva, l’entusiasmo deve essere senz’altro diminuito: ho sempre pensato che probabilmente non abbia mai neanche avuto il tempo, e i mezzi, per fermarsi a pensare a quello che stava facendo, a quello che stava diventando. A partire dalla sua passione per le arti marziali: gli sono state imposte prima ancora che avesse consapevolezza di sé, è una cosa che ha caratterizzato fortemente tutta la sua vita senza però averne avuto voce in capitolo... paradossalmente, in questo manga, proprio Akane, la meno allenata del gruppo, è quella per cui l’amore e la passione per le arti marziali sono tangibili e senza dubbio alcuno: le ha scelte, le ha volute praticare anche senza avere qualcuno che credesse in lei e nei suoi allenamenti. Non si è ritrovata a dover combattere per essere la più forte (Ranma, Shampoo, Mousse), non ha dovuto imparare a praticarle per vendicarsi e sopravvivere alla solitudine (Ukyo e Ryoga), lei avrebbe potuto scegliere. Tutti i bambini dovrebbero poter scegliere e giocare.
Non è difficile immaginare che, per Ranma, nel suo continuo viaggiare, anche gli arcobaleni abbiano iniziato ad essere semplicemente una macchia di colore nel cielo. E basta.
Ed è bello che tu abbia ripreso questa immagine per far capire che adesso invece ha capito cosa voglia dire sentirsi a casa, e quindi anche l’arcobaleno è tornato ad essere qualcosa che può valere la pena guardare, qualcosa che può consolare o far sorridere.
Tra l’altro continui a creare rimandi che si incastrano perfettamente nel manga originale: l’ammirazione di Ranma bambino per il suo papà, grande e forte, così come era stata resa manifesta nell’episodio della culla infernale... e il suo cercare di farsi perdonare da Akane senza però ammetterlo e senza nemmeno ammettere di avere qualcosa per cui farsi perdonare... perché in fondo non ha avuto un’infanzia quindi se la sta concedendo adesso: può permettersi di essere infantile ora che ha trovato una casa, ora che ha trovato qualcosa a cui rivolgere sguardi pieni di stupore e meraviglia.
E riesci a suscitarmi tutta sta pappardella di roba con la tua grafostitichezza! <3
(Cosa di cui io sono totalmente priva, ma già l’avrai intuito, data la mia sequela di commenti sbrodolantemente lunghi -_-)

Mana, grazie per averla scritta, mi è piaciuta tantissimo!
E visto che questa parrebbe essere soltanto la prima di una serie di oneshot a tema, non credo ci sia bisogno di dirti che non vedo l’ora di leggere il resto!

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