La prima cosa che mi viene in mente all'inizio delle tue storie di solito è "Help" o "Aiuto". in questa, non solo alla fine, ma anche durante la storia l'ho pensato.
Sono chiusa a chiave nella mia stanza. Ho le ginocchia di ricotta, e continuo a girarmi perché magari al posto della porta c'è un tunnel buio, e da lì magari uscirà un uomo pazzo, o il fantasma di un uomo pazzo, il che sarebbe anche peggio, perché un vivo lo posso anche colpire, uno spirito... non ci giurerei.
Mi ha fatto paura questa persona, il protagonista. E' raro trovare persone pienamente cattive come protagonisti, ma questo lo è. Che sia dovuto alla malattia, non importa. Ha fatto qualcosa di atroce.
La cosa tremenda - per lui, s'intende - è che, nonostante sia ancora malato, nella sua mente malfunzionante arrivano comunque le eco e le urla che vibrano in quella galleria, e mi chiedo cosa proverebbe se d'un tratto guarisse e capisse ciò che ha fatto. La risposta che mi do è che impazzirebbe di nuovo, per il dolore, per la disperazione, e soprattutto perché, a mente lucida, gli sarebbe chiaro di non avere più scampo, per l'eternità, costretto a vagare in quel tunnel buio e senza uscita, specchio della sua anima corrotta.
Complimenti ancora!
coco1994 |