Recensioni per
Produzione di allucinogeni Esther Duncan: Three Hundred Thousand.
di Gatto Magro

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/06/16, ore 12:15
Cap. 2:

Il degrado del corpo. Questo è stato il mio primo pensiero non appena ho finito di leggere questo bellissimo racconto. Quello che era definito come "bello", ora appare distrutto, bruciato, deforme. Tanto che la reazione è stata il vomito
La descrizione di tutto questo è bellissima; senza filtri, dura ma sincera. E io ne sono profondamente affascinato.
Complimenti.
A presto.

The Sorrow

Nuovo recensore
27/05/15, ore 08:35
Cap. 2:

Hai un'ottima capacità di rivisitazione di storie e miti; questa in chiave gotica ti è riuscita molto bene per quanto riguarda la trasposizione. Apprezzo inoltre il fatto che tu possegga (e non abbia paura di usarlo) un un lessico molto ricco e variegato, e che sappia scegliere in modo opportuno gli aggettivi giusti senza farti coinvolgere dal fascino del desueto (conosco persone che insistono nell'utilizzare a sproposito delle parole solo perché "suonano bene". Vedi lo scempio della parola "scabroso"). La storia scorre bene, i tratti dei personaggi sono ben delineati, senza digressioni superflue: sai gestire molto bene l'economia del testo. Ari-complimenti!

Recensore Junior
28/07/14, ore 03:04
Cap. 2:

Lo giuro, ho i brividi: c'è uno strato di almeno due centimetri di pelle d'oca sulle mie braccia.
Sono incappata per caso in questi tuoi racconti che definisci nonsense ma che, in realtà, sono decisamente più sensati di alcuni che si atteggiano come best seller ma che ovviamente non sono.
Probabilmente è l'ora tarda, o la musica che continuo ad ascoltare a ripetizione e che ormai non riesco più a percepire con attenzione, oppure la terza bottiglia di Corona che si svuota e si accatasta sul terrazzo in cui sono rifugiata, ma credo che le tue parole siano terribilmente magnifiche.
C'è una potenza espressiva in queste righe che, ad un certo punto, mi sono ritrovata ad accarezzare le cuciture ferrose delle ali del tuo personaggio.
Sono onesta, mi mancano le parole per descrivere le sensazioni che ho provato nel leggere ciò che hai scritto, ma non temere perché ciò è un bene: le sensazioni più forti, quelle più vere, sono quasi sempre impronunciabili e indescrivibili.
"Muto come Dio" è la frase che rubo dal tuo racconto e custodisco dentro me con gelosia: è una rivelazione, un'illuminazione. Non ho mai creduto di poter trovare la definizione di Dio, eppure, questa notte, tu me l'hai fatta scoprire così, con leggerezza e semplicità che quasi mi fa sentire una stupida non aver letto prima questo capolavoro.
Complimenti e grazie infinite per ciò che hai scritto. :)
Giulia

Nuovo recensore
02/09/13, ore 22:24
Cap. 2:

Mi viene da vomitare.
Il che è strano, ma ogni singola volta che leggo questa storia mi viene da vomitare, esattamente come ha fatto la voce narrante del capitolo.
Rimettere giù lungo i tubi del gabinetto tutte le aspettative che ho sulla scrittura, sull'amore, sulla perfezione che perfezione non è mai.
Riesco quasi a capirla, quella ragazza. Riesco a capire la sua nausea per aver trovato la perfezione ed essersela fatta sfuggire tra le dita per un motivo così... così disgustoso: perché la perfezione voleva esserle più vicina, era disposta a sfregiarsi per non farla sentire sola, imperfetta, sbagliata.
E mi fa rabbia, il pensiero. Mi nausea e mi fa rabbia. E' così... difficile, così impossibile cercare anche solo un granello di perfezione, a questo mondo.
E tutta questa rabbia non avrei saputo dirlo meglio di come l'hai detto tu, con la frase "velcro" di tutto il capitolo "Ogni notte ho lasciato le finestre aperte sperando che volassi via, o ti gettassi dal terrazzo." (ormai mi rassegno a citare, citare e citare ancora, trovandomi centomillanta pezzi di velcro appiccicati all'anima)
Io vivo per cercare la perfezione, o almeno così mi piace pensare. Passo le mio giornate, chiusa da sola in camera, cercando di immaginarla, oppure cercando di trovarla in qualcosa che mi circonda quando cammino per le strade o parlo con la poca gente che mi va a genio.
Se fossi riuscita a trovarla, quella perfezione, se fossi riuscita a stringerla fra le dita e poi l'avessi vista di nuovo al mio fianco, così sfregiata... avrei aperto porte, finestre, buchi nel tetto... qualsiasi cosa, purché la perfezione riuscisse ad andarsene.
Non sarei nemmeno riuscita a coprirgli metà del viso, perché sono proprio le cose che nascondi quelle che premono come aghi nel tuo Io.
La cosa che più mi nausea (in positivo) di questa storia è la perfezione che assume ogni singolo dettaglio. Gli odori, le consistenze, le espressioni di un sentimento contorto. E chissà che alla fine non riesca pure a vomitare veramente tutto quello che devo vomitare da dentro e poterla trovare veramente, la perfezione... sperando che non tenga a me tanto da distruggersi in quel modo.
Alla prossima
LadraDiVita

p.s. Rassegnati... ormai sarai vessata dalle mie recensioni (intanto dei sette capitoli di questa storia e poi, lemme lemme, anche di qualche altra)! Spero che la cosa non ti snervi più di tanto :)