Recensioni per
Dead as Yesterday
di Johnee
E così sono arrivata alla fine... con una buona dose di tristezza... |
Ricordo la prima volta che ho iniziato a leggere Dead as Yesterday. Non sapevo neppure cosa cercassi in particolare in questa sezione. Sì, avevo voglia di leggere qualcosa di scorrevole, divertente, appassionante, con una buona dose di sentimenti e un'altrettanta buona dose di ironia, ma di certo non mi sarei mai aspettata di trovare tutto questo moltiplicato per dieci. E neppure avrei pensato di legarmi ad una storia fino ad aspettare, più impaziente che mai, il prossimo capitolo, interrogandomi su cosa avrei potuto trovarci, provando a immaginare mille scenari e situazioni diverse.
"Non esiste vascello che come un libro ci sa portare in terre lontane. Né corsiero come una pagina di scalpitante poesia. È un viaggio che anche il più povero può fare senza il tormento del pedaggio. Quanto è frugale la carrozza che trasporta l'anima dell'Uomo." (Emily Dickinson)
Queste poche righe esprimono appieno come mi sono sentita nel leggere Dead as Yesterday. Complice la tua bravura nel saper descrivere azioni e sensazioni, ho sempre avuto davanti agli occhi le scene che si susseguivano, i personaggi che parlavano, ognuno con i propri, personalissimi gesti, riuscivo quasi a toccare che le emozioni che talvolta mi hanno colpito come se fosse possibile che un pugno fuoriuscisse dallo schermo e raggiungesse in pieno il mio stomaco. Ho imparato a conoscere la tua Lenore Shepard, che in questo viaggio è maturata, si è addolcita senza per questo perdere la sua forza e la sua grinta. L'ho vista disillusa, in Disenchanted Lullabye, mentre sostiene che ormai le cerimonie sono solo una perdita di tempo... E poi, la vedo rendersi conto che non è vero, che se le cerimonie esistono è perchè, a volte, tutti hanno bisogno di ricordare e di sperare. E lei, da buon Comandante, l'ha capito e si è fatta carico dei morti, prendendosi la responsabilità di dimenticarli per un attimo in favore dei vivi che sono quelli per cui vale davvero la pena combattere.
E poi lui... Ecco, se io adesso penso a Garrus, il Garrus Vakarian del videogioco Mass Effect, non posso fare a meno di rivedere il Garrus che tu hai minuziosamente descritto. Stessa cosa, più generalizzata, vale per i Turian. Il modo in cui li hai resi, soprattutto negli ultimi capitoli è stato sublime. L'impegno che ci hai messo nelle ricerche, la cura minuziosa con cui hai descritto i loro modi di fare, i loro mondi, le loro navi, le loro usanze e il loro credo è encomiabile. Questa non è una semplice fanfiction in cui si allargano i confini dell'universo Mass Effect, si approfondiscono i sentimenti, si analizzano le relazioni... Questa storia è tutto questo e molto di più. E' un tributo ad una saga che ci ha fatto emozionare e ci ha fatto sognare, con in più l'aggiunta delle tue emozioni, dei tuoi personaggi unici e particolari che l'hanno arricchita a dismisura.
Adrienne Nastz. Qui ci vorrebbe proprio una recensione a parte... Hai plasmato un personaggio che ha brillato di luce propria dall'inizio della sua comparsa fino alla fine, me l'hai fatta amare sin da subito, tanto che quando l'ho vista sparire sotto le macerie, il mio pianto era ormai inarrestabile. Di solito si pensa che un personaggio originale inserito in una saga come questa possa essere superfluo. In fondo ci sono così tante figure, e così diverse e ben caratterizzate fra loro, che magari pensi che un nuovo personaggio sia solo un'aggiunta e niente più. Ma in Dead as Yesterday, Ennie è stata molto, molto di più. Ci ha catturato con la sua presenza carismatica, con le sue battute, poi anche con la sua debolezza e con le sue emozioni più personali. Chi se la dimentica più?
Non c'è una parte di questa storia che non mi abbia colpita. I primi capitoli mi lasciavano sempre col sorriso sulle labbra, divertita. Gli ultimi mi hanno lasciata con le lacrime che rigavano il volto. E quest'ultimo capitolo, in particolare, è stato perfetto. Non avrei mai pensato di poter piangere alle parole ingenue di James mentre tenta di darsi un conforto per la morte di Ennie, e neppure nel vedere Joker, assolutamente smarrito di fronte alla certezza che senza la Normandy lui non è che polvere. Devo dire che non mi aspettavo questa piccola parentesi su di lui, ma è stata più che azzeccata. E' un personaggio particolare che ha fatto della propria debolezza la sua forza. L'esempio più alto di come qualcuno non può lasciarsi sconfiggere da un difetto fisico per avere successo nella vita. E le parole di Len non potevano che arrivare dritte al suo cuore e a quelle del lettore.
Garrus & Lenore non si sono smentiti neppure qui. Una relazione fatta di stima, rispetto, amore reciproco, condita con una buona dose di ironia e assurdità. Questi sono loro, che sbucano dallo schermo investendoci con la loro complicità, uniti fino alla morte. Lo scambio delle dogtags... Un momento talmente toccante che sembra una proposta di matrimonio, e in fondo, se pensiamo al significato di quest'ultimo, un pò lo è. Affidare la propria vita nelle mani dell'altro... quale miglior definizione di amore con la A maiuscola?
Mi appresto a concludere questa recensione con una specie di magone, senza dubbio felice per averti vista portare a termine questo lavoro con impegno, dedizione e passione, ma con un velo di tristezza nel sapere che siamo giunti alla fine. Per fortuna, Dead as Yesterday resta qui, e potrò rileggerla tutte le volte che vorrò.
Se ti stai chiedendo se hai fatto la cosa giusta a concludere in un modo che potrebbe non sembrare una vera e propria conclusione, io ti rispondo così:
"Ho capito che i libri non sono mai finiti, che è possibile per alcune storie continuare a scriversi senza il loro autore. (Paul Auster)"
Infine, ti ringrazio di tutto. Per avermi resa partecipe delle tue tribolazioni, dei dubbi, dei momenti di sconforto, e soprattutto per avermi fatta emozionare capitolo dopo capitolo, paragrafo dopo paragrafo, canzone dopo canzone, catapultandomi in un universo completamente inventato che, però, non è mai stato così reale.
Grazie <3
*lacrime e tormenti* |
Possibile che mi manchino le parole? Si, è possibilissimo. |