Ciao carissima,
molto struggente e poetica questa tua breve storia su Nataliya.
Hai ragione quando dici che sė, ci sono stati i Romanov, ma ci sono state anche tante Nataliye che sono morte miseramente di freddo e fame nei vicoli di San Pietroburgo o di tante altre cittā dell'epoca.
Cos'ha la povera Nataliya di diverso dalla ragazza che la guarda dalla finestra del palazzo nobiliare? Proprio niente, se non la sfortuna di essere nata col destino sbagliato. Č venuta al mondo predestinata, figlia di nessuno, vestita di stracci nel freddo che le mangia pian piano le mani. Si trascina nell'indifferenza o nel fastidio altrui, fino a che non muore lungo la riva del fiume, sola e disperata.
Chissā se Dio almeno si prenderā cura della sua anima? Possiamo cullarci in questa speranza, ma si sa, c'č il figlio dello Zar che č malato, Dio ha altro da fare.
I Romanov hanno fatto la storia, certo, ma l'hanno fatta anche le migliaia di miserabili che hanno fatto la fine della tua protagonista nell'indifferenza di chiunque.
Complimenti, una storia molto bella.
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