Strinse i pugni, e odiò Machiavelli con tutte le sue forze, con tutta l’anima.
Lo avrebbe ucciso. Di questo era certo, presto o tardi. Sarebbe finito come tutto ciò che gli dava fastidio, distrutto. E allora non avrebbe più riso davanti al suo furore.
Seh. Aspetta e spera.
Ciao!
Scusa se ho iniziato la recensione così bruscamente, ma avevo la profonda necessità di rispondere al povero dottorino che stringe i suoi pugnetti profondamente alterato. Dai, ammettilo che sembra tanto un bimbetto a cui hanno sottratto i dolci da sotto il naso. E che poi si è messo a piangere. Eh, povero piccolo Johnny, lo zio Nick ti ha rubato le caramelle... E in cucina non ti ha lasciato nemmeno un biscottino...
Sì, beh, forse un pochino l'hai bistrattato, il povero John, ma lui sa, nel suo profondo, di meritare una simile punizione. Perché è cattivo. E stupido. (SPOILER!! -->) E ci arriverà (ovviamente) troppo tardi. (<-- FINE SPOILER!!!) Ergo, tartassalo pure (e poi è così divertente vedere i due immortali litigare! Sembrano una vecchia coppia sposata da 400 anni, di quelle messe assieme per convenienza e in cui l'odio tra i due è reciproco), però non strapazzarlo troppo: ultimamente ha iniziato a starmi un filino più simpatico. Ma il migliore rimarrà sempre Niccolò. A proposito...
Eccolo, un altro bambinone. Ma guarda come si diverte, quel fetentissimo d'un Machiavelli: lo sapevo che aveva qualcosa che gli frullava in testa! Spero comunque che il suo obbiettivo non sia solo il mero divertimento - sebbene sia persona capacissima di stravolgere il mondo soltanto per sfizio. A ben pensarci, l'unica persona che per ora sembra un minimo seriamente seria è Dagon. Ah, per fortuna che c'è lui... Scherzo, scherzo! È che veramente sembrano un po' tutti dei bambini, uno avido di gloria, uno di giochi, e uno che, poveretto, si è solo smarrito. Riuscirà a trovare la strada di casa? O è uno di quei furboni che lascia scie di briciole, e non di sassi, quando si inoltra in un bosco sconosciuto? Suppongo che lo scoprirò.
Vorrei scrivere qualcosa di più, ma ahimè, storia mi chiama.
Alla prossima!
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