Ciao sHE,
Come promesso eccomi a recensire questo secondo capitolo.
Ho preferito incominciare dalle cicatrici perché ognuno di noi ne porta dentro.
Ci si rialza, certo, ma le cicatrici, che siano dell' anima o che siano fisiche, rimangono, vero?
Certamente, se poi una persona si rialza dopo una ferita od una cicatrice dell' anima ce la fa, ma se poi non riesce a dimenticarsi di quella cicatrice, che succede?
Io penso che la ferita si trasferisce poi nella mente, perché proprio rappresenta un' impossibilità a dimenticare.
Le cicatrici dell'anima possono quindi trasformarsi in un pericolo per la nostra testa.
Le ferite, comunque, io non le vedo in una maniera completamente negativa,sai? Quando? Quando ci insegnano qualcosa. Allora sì, ci si può rialzare .
Non voler dimenticare, invece, può rappresentare veramente una forma di auto-lesionismo.
Lily

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Mi rendo conto che comparire sul secondo capitolo di una storia ha poco senso, ma è quello che mi ha colpita di più, e può darsi che, prima o poi, recensisca anche gli altri. Devo vedere se la mia pigrizia me lo permette.
Passiamo a fare le persone serie, davvero. Dicevo che questo è il capitolo che mi ha colpita di più perché in un certo senso ho scoperto da poco che cosa vuol dire l'autolesionismo. Non è una sensazione carina, dover mentire e far finta che è tutto a posto, girare in maniche lunghe con il caldo che fa e tanti altri piccoli accorgimenti. Sto, come sempre, divagando, visto che questo capitolo trasmette principalmente speranza. è scritto bene, hai uno stile particolare, anche nella poesia, che mi pare il tuo forte.
Che dire, dopo tutto questo discorso inconcludente, voglio concludere facendoti i miei complimenti, brava!
A presto
Conny Guitar