Recensioni per
Il cielo sopra la scacchiera
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/05/13, ore 21:37

Un ragazzo che gli ricorda vagamente havoc eccezion fatta per i capelli e Breda che finalmente riesce a mettersi in contatto con lui. "Purtroppo è la realtà della trincea: la morte prende alcuni e lascia altri. Non cercare una giustizia in questo." parole che ti toccano e ti fanno sentire quanto intenso fosse il tono del sottotenente. Non c'è giustizia per la guerra, niente giustificazioni. Tutte quelle morti non sono causate da lui, è successo e basta. Poteva esserci lui al loro posto, ma è andata a suo favore. Era questo che volevi dire. E scopriamo che non ha detto niente a sua madre. come dovrebbe essere terrificante per una madre sapere del proprio figlio in mezzo alla morte, lo sanno solo loro.
Direi che è stata come una rinascita per Kain sentire la voce di un amico. :)
Di quei libri contenenti liste su liste di soldati deceduti ne ho visti una marea, quando ero in Inghilterra per il B2. Vengono custoditi in luoghi chiamati "Città dei morti", delle strutture classicheggianti dove vi sono di questi volumi. I militari nominati lì sono di tutte le epoche, e credimi, ti viene da piangere quando ti rendi pienamente conto che sono morti per mano di altre persone come loro. Quel libro enorme che il suo compagno apre per controllare mi ha fatto rammentare quell'esperienza.
L'ambiente di un ospedale di trincea mi ha fatto ricordare il film "Pearl harbour". eheheheh scusa se ti faccio così tanti riferimenti. ^-^'
Il soldato a cui racconta la storia di Falman mi ha fatto commuovere. Già vede la morte in faccia e ne ha una giusta paura. Ma Kain loha aiutato a trapassare serenamente, anche se ha suscitato in Fury un ennesimo contraccolpo agli orrori della guerra. Quel gesto non l'hanno fatto nemmeno gli infermieri, forse perchè c'è un senso di tetra routine che ormai non ci fanno più caso.
Disertore. Una parola che dovrebbe farto mettere all'erta, ma che qui suona come un sollievo. Senza contare la scena fra Riza e KAin! *-*
Successivamente sposti l'attenzione quasi unicamente sulla scena che tutti abbiamo visto. Il furgone sotto mentite spoglie carico di armi e munizioni. IL dettaglio della spilla, il paragone con sua madre e la successivo dialogo sono davvero belli. Fury Pensa che sia stata soltanto una vittima inconsapevole nelle mani di due homunculus. Naturalmente con tutto il paese avrebbero sacrificato anche lei, e la cosa più brutta è proprio questa: lei si fida di quella stessa persona (il marito) che organizza la fine del mondo infischiandosene che lo stesso destino sarebbe toccato anche lei.
Non credo riuscirò a proseguire per stasera. Dovrei continuare la mia ff.
A domani, e ancora complimenti! :)

Recensore Veterano
13/04/13, ore 14:06

Dunque, qui accadono davvero parecchie cose. Cominciamo per ordine:
Mi piace come tu non abbia lasciato niente al caso; come ci tenga a spiegare ogni cosa lasciando il lettore privo di domande. All'inizio, mi sono subito chiesta come avesse fatto Fury a raggiungere Central City, quali mezzi avesse adottato per non farsi scoprire. E tu non mi hai neanche dato il tempo di pormi la domanda, che la risposta era già lì, su un piatto d'argento.
La scena con Riza è dolcissima come sempre. La sua "seconda mamma" l'ha finalmente raggiunto, e così anche Breda, che subito si preoccupa nel vederlo coperto di cerotti. Una frase che tengo a citarti è presa dal dialogo con il tenente: "Non è giusto rinunciare a me stesso… solo perché nella trincea è più facile dimenticare e lasciarsi andare." è questa la prova definitiva che il sergente ha capito; l'affermazione che dimostra quanto sia cresciuto rispetto ai primi tempi (e qui faccio riferimento non solo ai primi capitoli di questa storia, ma anche a "La squadra è la famiglia" grazie alla quale sono riuscita a vedere questo racconto da un punto di vista più completo).
Il ricongiungimento al suo gruppo è sicuramente un evento toccante, ma si può dire la stessa cosa anche della radio: ho potuto sentire l'emozione che provava il giovane soldato nel maneggiare dopo tanto tempo il suo amato apparecchio, la soddisfazione nel vedere come la trincea non abbia avuto la meglio sulle sue passioni: sulla sua vita. “Mi ricordo che tempo fa un sergente stava piagnucolando sull’utilità che poteva avere un esperto di comunicazione in una storia così grande” eh! Sapessi, caro Mustang, me lo ricordo anch'io! xD
Il dialogo finale con la signora Bradley è davvero un'idea azzeccata. "Sono sicuro che suo marito e suo figlio vorrebbero che fosse forte [...] glielo dico perché non vorrei mai vedere mia madre in queste condizioni" già, non vorrebbe. E in più c'è il fatto che, a differenza della donna, Fury è consapevole della vera identità dei due homunculus, e credo che sia stato anche questo a spingerlo verso di lei, a farlo parlare con tanta dolcezza. Non ho dubbi che alla fine della storia vedremo compiersi anche la promessa fatta con lei.

Infine, ho solo un piccolo appunto da farti su una frase detta dal tenente quando Fury si trova nel furgone. Riza dice "È quello che sei nato per fare". L'ho riletta un paio di volte prima di capirne il senso. Non so, forse sono io, ma mi suona un po' strana. Forse sarebbe meglio "È quello per cui sei nato", tanto si capisce che sta parlando della radio.

Basta, non voglio romperti con noiosissime correzioni, anche perché gli errori sono rarissimi se non completamente assenti, quindi ti lascio in pace!
Al prossimo capitolo!

Strato.