Dunque, qui accadono davvero parecchie cose. Cominciamo per ordine:
Mi piace come tu non abbia lasciato niente al caso; come ci tenga a spiegare ogni cosa lasciando il lettore privo di domande. All'inizio, mi sono subito chiesta come avesse fatto Fury a raggiungere Central City, quali mezzi avesse adottato per non farsi scoprire. E tu non mi hai neanche dato il tempo di pormi la domanda, che la risposta era già lì, su un piatto d'argento.
La scena con Riza è dolcissima come sempre. La sua "seconda mamma" l'ha finalmente raggiunto, e così anche Breda, che subito si preoccupa nel vederlo coperto di cerotti. Una frase che tengo a citarti è presa dal dialogo con il tenente: "Non è giusto rinunciare a me stesso… solo perché nella trincea è più facile dimenticare e lasciarsi andare." è questa la prova definitiva che il sergente ha capito; l'affermazione che dimostra quanto sia cresciuto rispetto ai primi tempi (e qui faccio riferimento non solo ai primi capitoli di questa storia, ma anche a "La squadra è la famiglia" grazie alla quale sono riuscita a vedere questo racconto da un punto di vista più completo).
Il ricongiungimento al suo gruppo è sicuramente un evento toccante, ma si può dire la stessa cosa anche della radio: ho potuto sentire l'emozione che provava il giovane soldato nel maneggiare dopo tanto tempo il suo amato apparecchio, la soddisfazione nel vedere come la trincea non abbia avuto la meglio sulle sue passioni: sulla sua vita. “Mi ricordo che tempo fa un sergente stava piagnucolando sull’utilità che poteva avere un esperto di comunicazione in una storia così grande” eh! Sapessi, caro Mustang, me lo ricordo anch'io! xD
Il dialogo finale con la signora Bradley è davvero un'idea azzeccata. "Sono sicuro che suo marito e suo figlio vorrebbero che fosse forte [...] glielo dico perché non vorrei mai vedere mia madre in queste condizioni" già, non vorrebbe. E in più c'è il fatto che, a differenza della donna, Fury è consapevole della vera identità dei due homunculus, e credo che sia stato anche questo a spingerlo verso di lei, a farlo parlare con tanta dolcezza. Non ho dubbi che alla fine della storia vedremo compiersi anche la promessa fatta con lei.
Infine, ho solo un piccolo appunto da farti su una frase detta dal tenente quando Fury si trova nel furgone. Riza dice "È quello che sei nato per fare". L'ho riletta un paio di volte prima di capirne il senso. Non so, forse sono io, ma mi suona un po' strana. Forse sarebbe meglio "È quello per cui sei nato", tanto si capisce che sta parlando della radio.
Basta, non voglio romperti con noiosissime correzioni, anche perché gli errori sono rarissimi se non completamente assenti, quindi ti lascio in pace!
Al prossimo capitolo!
Strato. |