Io ti ho creato e io ti... Incontro!
“Giudizio” di Gaea
Te lo riconosco: Morgan è tutto ciò che un personaggio non dovrebbe essere. Un sedicenne viziato e annoiato che abusa di potere, spesso e volentieri spocchioso, arrogante e incredibilmente sadico. Egoista ed egocentrico fino al midollo, gli importa solo della sua felicità e del suo potere: chiunque, nel suo regno, deve fare quello che dice lui, senza discutere. Ma non per questo non credo debba essere considerato interessante, anzi. È particolare, con quei suoi ricci rossi, gli occhi neri e le lentiggini che gli tolgono qualche anno, è originale, nelle sue vesti metà casual e metà raffinate, è intrigante, con quella sua parlata saccente, i suoi gesti bruschi e la sua risata sardonica e raggelante. Un principe così giovane a capo di un regno intero dipinto in questo modo è molto più suggestivo e insolito di un bonaccione impacciato o valoroso. Ok, sarà che sono io quella anormale, ma la sua follia mi ha incentivato ad analizzarlo più profondamente, completamente estasiata.
Mi devo complimentare con te per l’uso della terza persona. Sei stata l’unica ad utilizzarla e, nonostante qualche spruzzata di pensiero personale qua e là, credo che aiuti molto un’esterna come me a valutare oggettivamente il tuo personaggio. Infatti la sua descrizione è stata canonica, come in un “vero” racconto: ho scoperto Morgan gradualmente, scartandolo piano piano. L’ho visto materializzarsi davanti ai miei occhi proprio come si è materializzato davanti ai tuoi, alla luce soffusa delle candele.
Lui sa perfettamente chi sei e perché ti ritrovi lì, mentre tu inizialmente non lo riconosci, non capisci (o fai finta?) cosa stia succedendo, anche se una voce oscura dentro di te parla al tuo posto, convincendoti che quello che stai vivendo non è un sogno, ma qualcosa di reale, dovuto a te. Morgan, in compenso, è lunatico forte e il suo modo di reagire e di trattarti cambia ad ogni capoverso. Ma è chiaro quanto sia rimasto deluso da te, non tanto per il “genocidio di massa” di cui ti accusa, ma perché ritiene che la colpa sia solo tua se ora è rimasto da solo senza sudditi e senza nulla da fare.
Il motivo per cui Morgan ti ha chiamato a sé è sconcertante: vuole giustiziarti per aver ucciso delle persone semplicemente con un tocco di penna, per averlo abbandonato nel suo mondo, così come molti altri tuoi personaggi. In pratica il vostro incontro si riduce alla tua pena di morte. E trovo la cosa inquietante quanto… originale: personaggi che prendono torce e forconi e che si fanno giustizia da soli, fantastico xD
Il contesto l’hai delineato molto bene, dalla lettera (minatoria) giuntati all’inizio, alla descrizione della stanza (o cella) in cui ti sei ritrovata una volta risvegliata (giorni dopo?). Ho apprezzato molto il fatto che sia stata catapultata tu nella sua realtà, e non viceversa, e questa cosa astrusa dei mondi con le “varie porte sulle lavagne” che puoi creare, vivere e lasciare vivere. L’unica cosa che ho trovato poco chiara (ma magari sono tarda io) è l’ “epoca” effettiva in cui viene ambientato il regno di Morgan. Lui ha i jeans e la stanza può essere illuminata con i neon, però alcuni termini mi fanno pensare ad una realtà un po’ retrograda rispetto alla nostra. Non so se hai compreso la mia incomprensione xD
Slappy
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