Recensione premio per il terzo posto conquistato al contest Le quattro stagioni
Ciao Fabi!
Eccomi finalmente giunta a commentare una delle tue storie! Perdonami per il ritardo, se puoi, ma a causa di vari impegni estivi non ho potuto dedicarmi come avrei voluto alla stesura delle recensioni premio. Poco male – spero –, sono comunque riuscita, alla fine, a ritagliarmi un po’ di tempo per leggere e commentare una delle tue storie.
La scelta, alla fine, è caduta su OS molto dolce, sentimentale, dal tono evocativo che richiama a un passato perduto, evolutosi in un presente meno intriso di natura selvaggia.
La trama di per sé è molto semplice, ma comunque di grande effetto: nonno e nipote, prima guardano alcune fotografie, poi compiono un “viaggio nel tempo” attraverso degli antichi dipinti e disegni, realizzati dal padre dell’anziano signore. È un tempo antico, lontano e vicino insieme, un tempo vissuto e rivivibile attraverso dei disegni che però lasciano inesplorati tanti buchi.
Dai dipinti, di nuovo alle fotografie.
Alice, la protagonista del racconto, si mette a sfogliare con curiosità un vecchio album di fotografie, scorrendo, di pagina in pagina, la vita dei suoi antenati e la trasformazione del luogo in cui hanno vissuto e in cui vive tutt’ora la ragazza/bambina. L’idea che gli scatti e i dipinti abbiano come soggetto sempre lo stesso angolo di territorio è molto interessante e suggestiva: ci si pensa poco, in realtà, ma non c’è niente di più efficace delle fotografie per cogliere cambiamenti invisibili a occhio nudo. E proprio lo scorrere interminabile del tempo, senza effettivi “salti”, rende ancor più difficile notare la mutevolezza di ogni cosa – compresa la natura.
I personaggi della tua storia sono ben costruiti: anche se di loro si dice il minimo indispensabile, hai saputo comunque, in poche righe, fornire al lettore un excursus della vita di Enrico, accennando persino a suo padre e alle sorelle. Alice, coprotagonista della storia insieme a suo nonno, ha un ruolo meno attivo all’interno della OS: fa da spettatrice, “tocca” con mano il tempo che passa, riflette sugli intervalli di tempo che le fotografie non hanno potuto catturare.
Il modo in cui hai gestito i personaggi, insomma, è ottimo. L’unica pecca che ho riscontrato – ma si tratta di una piccolezza – sta nel fatto che non c’è un’indicazione precisa circa l’età dei personaggi. Enrico è ragionevolmente una persona anziana – e questo è senz’altro evidente – ma non è chiaro se Alice sia una bambina, una ragazza o, addirittura, una giovane donna. La frase Alice ricordava che quando era piccola c’era ancora […] lascia intendere che la protagonista non sia proprio una bambina, ma aveva risposto nonno Enrico a questa domanda da parte della nipotina sembra smentire la mia prima osservazione. Certo, questa piccola questione, in realtà, non influisce poi molto sulla resa complessiva del racconto, visto che lo scopo della tua storia era indurre a una riflessione sul tempo che passa! Il tuo intento, tra l’altro, si è realizzato perfettamente!
Passando ora alla parte grafica e all’impostazione generale che hai dato alla storia, non posso dire altro se non che è molto buona ed efficace. Non sono un’amante delle storie scritte con mille colori diversi e a caratteri cubitali, per cui la linearità dello stile grafico della tua OS mi è piaciuto molto. Giusto per rendere la pagina ancora più ordinata – ma si tratta di una finezza dettata più che altro da scelte inerenti il mio gusto personale – potresti “giustificare” il testo in modo da allinearlo su entrambi i margini (CTRL + F).
Condivisibile sotto ogni punto di vista è anche la scelta di inserire delle note a piè di pagina per giustificare il tema trattato e svelare la fonte della tua ispirazione. Le note, infatti, sono fondamentali per mantenere un contatto tra l’autore e il lettore e sono l’unico mezzo che l’autore ha a disposizione per chiarire dei particolari che potrebbero non risultare chiari dalla lettura. In realtà, la trama della tua storia è chiarissima, ma esplicitare le fonti e spiegare il proprio coinvolgimento emotivo su quanto si ha scritto è senz’altro un ottimo modo per concludere una storia.
Passando ora alle questioni più “tecniche”, sia la grammatica che lo stile mi sono sembrati ottimi. Quest’ultimo, in particolare, pur nella sua semplicità – battute dialogiche intervallate da descrizioni e brevi ricordi – si è rivelato molto efficace e ha reso al meglio una storia dalla trama semplice ma molto particolare.
Errori di grammatica non ce ne sono nella tua storia. Magari io avrei utilizzato la punteggiatura in maniera un po’ diversa.
Giusto per essere più chiara, cito quale esempio:
[…] aveva risposto nonno Enrico a questa domanda da parte della nipotina, quindi si era diretto verso lo studio […]
Al posto della virgola avrei messo un punto fermo, poiché, pur rimanendo invariato il soggetto, avviene un cambio di situazione. Tra l’altro, con la virgola, il periodo risulta un po’ troppo lungo. Il mio, ovviamente, è solo un suggerimento: la questione dei punti e delle virgole spesso riguarda più lo stile che non la grammatica!
“Questo è il paesaggio che si vedeva dalla porta di questa casa nel 1935, l’avevi riconosciuto?”
Anche in questo caso, metterei il punto fermo al posto della virgola. QuiIn questo caso, tra l’altro, c’è anche un cambio di soggetto.
“Sì,” il nonno staccò il dipinto e lo avvicinò alla nipote, “Questa è la tua bisnonna e questo è mio fratello, lo zio Gino, quelle invece sono zia Agata e zia Laura, lei non l’hai conosciuta purtroppo.”
Trattandosi questa di una battuta composta, non è necessario inserire la lettera maiuscola in questa. Non sono affatto sicura che il modo in cui lo hai scritto tu sia sbagliato – mi sto convincendo sempre di più del fatto che stabilire delle regole precise circa le convenzioni grafiche in uso sia una cosa praticamente impossibile! – però so che le maggiori case editrici tendono a rispettare la regola che ti ho segnalato. Si tratta comunque di una finezza e – ripeto – probabilmente non hai nemmeno commesso un vero e proprio errore.
Bene, la recensione è finita – finalmente, penserai tu!
Dovendo lasciarti ora un giudizio “globale” non posso non ribadire quanto io abbia apprezzato la tua storia. Certo, ammetto che questo non è il genere che preferisco, ma pur non essendo un’amante di questo tipo di racconti, ho comunque colto quel tocco di originalità e comunicatività che hai inserito in giuste dosi nella OS.
In bocca al lupo per i tuoi scritti futuri!
9dolina0
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