Recensioni per
ossessione
di duduccia

Questa storia ha ottenuto 194 recensioni.
Positive : 189
Neutre o critiche: 5 (guarda)


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Nuovo recensore
04/05/16, ore 17:42
Cap. 1:

Ottimo modo per farsi pubblicità, assolutamente.
Credo che pubblicare una storia simile su EFP sia il modo migliore per farsi conoscere in modo che quelle seguaci fedeli, capitolo dopo capitolo, comprino alla fine un libro i cui sette e rotti euro sono un vero e proprio furto.
La storia è certamente superiore a molte altre scritte su questa piattaforma ma dubito che meritino veramente una pubblicazione cartacea (poveri alberi morti inutilmente) e trovo addirittura assurdo che un editore si sia offerto di pubblicarlo (sempre che tu non abbia deciso di autofinanziarti per la pubblicazione, in quel caso credo che manchi un fondo importante di autocritica).

Per non ripetere ciò che è stato detto da altre ragazze che hanno recensito questo racconto credo che certi particolari si potessero accettare se scritto da una ragazzina che ha ancora una vita dinnanzi e tutto il tempo del mondo per migliorare il proprio stile ed imparare a documentarsi quando si ha la pretesa di scrivere un libro storico. Non potrei mai classificare un Harmony come uno storico sebbene ambientato durante la seconda guerra mondiale.
Il linguaggio spesso aulico e ampolloso non dà certo l'impressione di innalzare il tono ma semplicemente rende palese un tentativo – tra l'altro non riuscito – di dar prova di una buona conoscenza della nostra lingua.

Personaggi principali piatti e stereotipati, altri personaggi direi inesistenti.
Veridicità e attinenza storica inesistente.
Punteggiatura vacillante, mi spiace dirlo e, in tutta onestà, mi stupisce anche doverlo fare. Usi inappropriati delle virgole, punti e virgola sparsi qua e là senza un filo logico che spezzano periodi in cui non sarebbe stato consono neanche un segno debole.
La storia poteva tranquillamente finire al sedicesimo capitolo (senza aggiungere anche le foto degli attori che sa tanto di fan fiction scritta da una dodicenne) senza che noi sentissimo la mancanza della lapidaria e squallida presentazione della storia dal punto di vista maschile.

A questo punto mi chiedo: qual'è il target? Perché per un sito di Fanfiction è perfetta, adatta e anche superiore alla media ma scriverci addirittura un libro mi sembra una cosa azzardata.

Sorvolo sul fatto che da ebrea, popolo molto chiuso e geloso delle proprie tradizioni, lei studi in un collegio con suore cattoliche, reciti l'Ave Maria e festeggi il Natale. Inverosimile e assurdo ma, ripeto, fosse solo una fanfiction niente da ridire. Ma addirittura citare Fowles in sostegno (scrittore che io amo e che onestamente mi chiedo cosa centri con tutto questo miscuglio di oscenità)?
Cerca altre giustificazioni, inventati una cazzata qualsiasi, fingi di sapere cosa stai dicendo senza però citarmi Fowles, per l'amor di Dio! Ma cosa dici! Non riportiamo in vita morti che accostati a questa storia non potrebbero far altro che mandare tutto al diavolo.
Suppongo che il commento si riferisse a questo passaggio: « Non stai tentando di scrivere qualcosa che uno dei romanzieri vittoriani ha dimenticato di scrivere; ma forse qualcosa che uno di loro non si è preoccupato di scrivere. E: ricorda l'etimologia della parola. Un romanzo (in inglese novel) è qualcosa di nuovo. Deve avere rilevanza per l'adesso dell'autore - quindi non fingere di vivere nel 1867; oppure fai in modo che il lettore sappia che è una finzione." » il che ancora una volta dimostra la tua incapacità di autovalutazione e il tuo spropositato tentativo di sopravvalutare il tuo lavoro mediocre.

Detto questo, spero vivamente che tu non ti stupisca più di tanto per l'insuccesso di questo libro. Twilight in confronto è un Tolstoj senza tuttavia avere pretese di trattare un argomento come l'Olocausto che avrebbe bisogno di una sensibilità e di una maestria che ovviamente tu non possiedi.
(Recensione modificata il 04/05/2016 - 05:45 pm)

Nuovo recensore
22/04/16, ore 01:13
Cap. 1:

No. Allora, no. In questa storia mi spiace dirlo, ma non funziona niente. Niente.
Dunque, a parte il fatto che è la solita storia fra l'SS psicopatico/cattivo e la povera ebrea deportata, cosa trita e stratrita, ma al di là di quello....
Mi domando come possa recitare l'Ave Maria un'ebrea. E, soprattutto, come può una donna avere la forza di sopravvivere ad un campo di concentramento per poi togliersi la vita? Sai quanti poveri Cristi avrebbero voluto sopravvivere come lei? Che poi questa storia sembra simile a "La pianista di Auschwitz"...
Mi stupisco anche delle recensioni positive. Mi spiace ma questa è la storia peggiore che io abbia mai letto, perdonami ma non potevo esimermi dallo scrivere la mia opinione.
(Recensione modificata il 22/04/2016 - 01:16 am)

Nuovo recensore
11/09/14, ore 15:39
Cap. 1:

Mah.

Non saprei come cominciare se non con un grosso punto interrogativo; perché la storia questo mi ha lasciato: un' insoddisfazione, voglia di sapere, perché continui.
Tralasciando alcuni punti (perché credo che tu non sia una scrittrice), la storia sembra scritta in modo decente ma ci sono parti in cui il lettore non capisce nulla. Anzi, mi correggo: non può capire nulla. E questo perché non sei riuscita a creare i giusti collegamenti, le giuste parole e/o giustificazioni a determinati comportamenti.

La trama sarebbe anche potuta essere interessante, se tu l'avessi saputa evolvere come meritava senza scadere in cose banali, scontate e confuse.

Il finale, poi, è del tutto senza senso. Qual è la morale di questa storia? Qual è lo scopo? Sopravvive ad una delle stragi più grandi del mondo (purtroppo) e poi si uccide perché non è in grado di sopportare l'"amore" che prova? Ma, cavolo, perché?

Boh.

Secondo me storie del genere dovrebbero essere scritte con una grande dose di sensibilità, umiltà e rispetto. E "Ossessione" non mi ha né commossa, né colpita, né mi ha resa consapevole ( se non lo fossi stata) dell'immenso sacrificio fatto da milioni di innocenti ebrei e non solo.

Nuovo recensore
06/06/14, ore 01:13
Cap. 27:

Ciao, lascio questa recensione perché leggendo la storia non ho fatto altro che chiedermi: "perché accade questo?", "perché fa così?".
Ho letto che hai provato a pubblicarla e che questa qui che leggiamo su EFP non è l'originale... spero almeno che in quella i punti che non mi sono chiari vengano chiariti e descritti meglio. E' come se nello scriverla, tu fossi stata frettolosa o, almeno, questa è stata la mia impressione. Tipo il titolo sostitutivo (poi perché sostituirlo?) molto banale e scritto con la lettera minuscola o il formato usato per postarla sul sito (ad esempio ci sono periodi divisi malissimo).
Un'altra cosa che ha dato un po' noia - e parlo personalmente - è l'uso ricorrente dei "ricordo bene" e dei punti e virgola spesso superflui. E poi, insomma, alla fine la protagonista muore. Quindi perché scrivere una storia in prima persona come se fosse stato un diario?
Ma lasciando da parte queste cose che, se vuoi, sono sciocchezze. Passiamo ad altro.
Non capisco chi è Elena.
Voglio dire, lei è ebrea. Ed è vero che gli Ebrei sono un popolo e non gli appartenenti ad una religione, ma essi praticano un complesso sistema di precetti e usanze ed hanno una mentalità e modo di vivere tutto loro che nulla ha a che fare con quello cristiano. Alla luce di ciò, mi chiedo: perché Elena in una situazione di pericolo, in cui sa benissimo che è vicinissima alla morte, recita l'Ave Maria che è una preghiera cattolica? Gli ebrei non riconoscono Gesù come Messia e di conseguenza non riconoscono Maria come "Madre di Dio". Quindi cosa prega esattamente? In cosa spera?
"In fondo, Gesù e la Madonna erano cristiani e non avrebbero fatto nulla per salvare due ebree disgraziate".
E' come se io cattolica, mi trovassi in pericolo di vita e cominciassi a pregare Allah: Ilogico e senza senso. Come senza senso lo è il fatto che ha frequentato la scuola dalle suore e lei stessa poi dice "Benché non fossimo cattolici, lo festeggiavamo come tutti gli altri" (in riferimento al Natale...). Non è cattolica ma prega e onora le feste dei cristiani? Mah.
Poi Hermann gli offre pure la cena a Natale.
Una domanda (l'ennesima): perché?
Perché uno spietato comandante dovrebbe farlo? Spiega. Articola. Rendi la cosa più interessante. Come quando la soprende a passare del cibo, perché non fa nulla? La salva dalla polmonite... dove? come? quando? cosa e perché?
I pensieri e le azioni di lui, nella prima parte della storia, sono totalmente inspiegate. In pratica hai diviso la storia in due punti: quello femminile e quello maschile.
In perfetto stile alla "Cioè", insomma.
Questa è stata la mia impressione perlomeno...

Recensore Veterano
22/06/13, ore 18:14
Cap. 8:

Buonasera ^^
Oggi sono poco ispirata e quindi non so se riuscirò a tirar fuori una recensione decente, ma cercherò d'impegnarmi.
Okay, diciamo che c'è una cosa in generale che non mi è chiara: come ha fatto Herman a salvarla senza destare sospetti?
Insomma, è ovvio che l'ha fatto perché lui a Elena ci tiene, in un modo o nell'altro. Però come? Va bene, ha ordinato ai medici di non ucciderla con la siringa e curarla in seguito. Ma poi? Nessuno ha parlato all'alto? Nessuno lo ha rimprovarto, nessuno si è chiesto perché lui abbia creato tutta questa confusione per salvare un'ebrea per giunta malata di polmonite? Insomma, a quei tempi la polmonite era praticamente mortale. A nessuno è venuto il dubbio che Herman potesse in qualche modo essere un traditore del nazismo, visto che si è dato molto da fare per salvare un'ebrea? Mi sembra una cosa un po' sospetta, questa. Boh, mi sembra che questo punto non sia molto chiaro, dal punto di vista oggettivo intendo. Le motivazioni di Herman sono molto evidenti.
In più, Herman dovrebbe essere molto scosso per ciò che è successo con Elena quella sera in cui ci ha quasi fatto sesso. Insomma, non si sente... che ne so, "tradito" da Elena? Dal suo punto di vista, è lei che lo ha sedotto, è lei che lo ha costretto a fare tutto ciò che ha fatto. Inutile dire che l'ha fatto di sua volontà, ma Herman, nazista, non lo ammetterebbe mai, nemmeno con se stesso. Invece, dopo averla salvata in circostanze non del tutto chiare, fa pure il dolce con lei mentre è malata. Okay, ci può stare, magari vuole solo che lei guarisca così può riprendere a suonare. Però anche questo pezzo boh, non l'ho capito bene. Dovrebbe essere arrabbiato con lei, penso.
Okay, parliamo un po' di Elena.
Ovviamente appena non vede i bambini un po' si preoccupa; mi sembra anche giusto. Ammiro molto il coraggio con cui affronta Herman, io non ce l'avrei mai fatta. Mhh, però non credo che una persona, al suo posto, avrebbe desiderato andare ad Auschwitz solo per salvare la sorella. Ho ascoltato numerosi racconti di prigionieri riusciti a sfuggire al nazismo, e secondo questi, dopo un po' che sei là dentro, la solidarietà nei confronti degli altri svanisce.
Ovviamente Elena non è traumatizzata come i detenuti che lavorano nel campo poiché è praticamente sempre stata nella villa Herman, che l'ha trattata relativamente bene, quindi magari riesce ancora a preoccuparsi per il destino altrui. E poi diamine, Emilia non è una bambina qualunque, è sua sorella, quindi mi sembra giusto che lei sia un po' preoccupata.
Boh, te la metto neutra per quella cosa di Herman che non mi è chiara e di cui non mi capacito. Nonostante il suo ruolo sia importante, il suo comportamento non dovrebbe essere privo di conseguenze. Poi io so pochissimo di come funzionavano questo tipo di cose a quel tempo, quindi potrei sbagliarmi, ma questa è solo una mia impressione.
Emh okay, aspetto una tua risposta, magari mi schiarirai un po' le idee perché io proprio sono rimasta un po' interdetta. Se i chiarimenti avverranno nel prossimo capitolo, dimmelo semplicemente e capirò.
Okay, allora aspetto la risposta e ci vediamo al prossimo capitolo c:
Nella speranza che tu non mi odi,
Valentina.
(Recensione modificata il 23/06/2013 - 12:31 pm)