Ciao! Premetto che non sono qui per rendermi partecipe di nessun tipo di moralismo, né alcun tipo di commento sgradevole che possa in qualche modo minare la tua concezione di pairing. Non voglio nemmeno colpirti duramente, ma né Pansy, né Blaise rendono onore ai personaggi stessi: sembrano dei cliché, descritti a linee generali, molto empiriche. E questa è davvero l’aspetto più brutto, per me. Io amo Blaise, ho un’immagine tutta mia, che, mi spiace dirlo, ma non si riflette per nulla nella tua, forse per il mondo in cui hai “trattato” la storia. Anzi, mi ha colpito negativamente il modo in cui la storia si è svolta: almeno per me, in maniera molto prevedibile. Non ci ho visto originalità, dato che alludevi al fatto che non ci fossero drabbles su questa coppia nel fandom. Mi spiace dirlo, ma è così.  Però, devo anche premettere, che sono una patita di Drabbles fin da quando sono approdata su efp, che ho costruito il mio modo di scrivere e di esprimermi nei miei scritti proprio grazie alle drabbles, e non dico ci siano dei canoni letterari da seguire, assolutamente mai mi permetterei. Però, se qualcosa non mi quadra, mi fa storcere il naso, devo esprimere inevitabilmente la mia opinione. (Ovviamente, prima di continuare, aggiungo che so che ci sono anche delle flash fic nella raccolta, e che comunque sto condensando i miei pareri su tutte le pubblicazioni in questa recensione, quindi drabbles e flash fic comprese). Le drabbles sono e dovrebbero essere pura estasi: in esse deve essere concentrato tutto ciò che vuoi esprimere al lettore; devono esprimere da sé i sentimenti, le paure, quel che vuoi, dei personaggi. Ora: è una scelta del lettore quella di inserire del pathos o essere puramente apatico. Su questo non ci piove.  Molto poco prosaicamente, io non sono qui per darti una definizione di drabble o annoiarti con le mie concezioni personali; ma una drabble, per piacermi, deve farlo in tutti gli orizzonti possibili e immaginabili. Sottintesa è grammatica, la paladina, quella che tutti dovrebbero conoscere da cima a fondo. Purtroppo non è così. Poi ci sono il lessico, l’ortografia, lo svolgimento, la validità…queste sono le prime che mi saltano a mente.  Ma io, da lettrice, vado avanti a parametri solo quando una storia – nel tuo caso una raccolta – non inizia a piacermi già dall’inizio. E devo in qualche modo spiegarmi all’autrice. Ci tengo. Sarò stata brusca, ma “de gustibus non disputandum est”, tanto per essere banali. I latini sono sempre i più buoni con le locuzioni e i proverbi al posto giusto nel momento giusto. Non so sinceramente da dove partire per farmi comprendere a fondo. Inizio dalla prima cosa che salta all’occhio: il titolo. Ognuno da’ alla storia il titolo che vuole, ma per me, è puramente contraddittorio con la prima drabble. Tu mi parli di un amore inaspettato, il titolo quasi ti fa capire che è un amore “inatteso”, ma poi nella prima drabble mi parli di una Pansy che non ha più speranze di conquistare Blaise, che addirittura, in questa citazione “si crogiola nel dolore: se lo merita, appare la solita Pansy Parkinson, la debole, quella che si merita tutto; mi chiedo che cosa io abbia fatto di male, davvero, per continuare a notare questi particolari. Ognuno, ovviamente, ha le sue preferenze: ma qui si parla di amore, un distacco, un dolore che lei merita. Davvero ha dovuto compiere qualcosa di palesemente odioso o spregevole per meritarsi un Blaise – a mio parere molto prevedibile e non utilizzo la parola cliché poiché oramai è abbastanza evidente – trova un’altra fidanzata capace di rispettarlo. Ma perché: Pansy non lo rispettava? Magari se mi fornissi le spiegazioni, potrei anche rettificare su questo punto. Inoltre, stona tantissimo l’utilizzo dell’asindeto – una figura retorica che consiste nell’enumerazione di più termini utilizzando semplici virgole -. Ti spiego meglio: “Un brivido percorre il suo corpo, si copre le gambe con la coperta,(?) le lacrime inumidiscono il cuscino, ormai sono ore che piange.Quella sera non scenderà in Sala Grande a mangiare, nessuno vedrà il suo dolore.
Pansy ha perso ed ora,(?) non ha più voglia di lottare,(?) Blaise ama un’altra”. Tralasciando la tua visione dei fatti - che svolgi a tuo piacimento, essendo tua la storia, ed essendo anche poi compito del lettore di esprimersi – ho un sacco di appunti, che, se mi permetti, riserberò solo per le drabbles, dato che per le flash fic potrei far accenno ad altri particolari. Non è, per me, armoniosa. È estremamente lenta, magari prova a rileggerla ad alta voce. Non mi ha fatto nessun effetto. È l’asindeto a privarla dell’armoniosità: non usi polisindeto, sono tutte coordinate per asindeto, tra di loro, e questo peggiora la situazione. Semplicemente perché, se ti esprimessi il modo in cui io vorrei fosse strutturata, perderebbe tutto, ma proprio tutto ciò che è per te. L’unico appunto, oltre alle virgole, è qui:Pansy ha perso ed ora,(?) non ha più voglia di lottare. La virgola è nel posto sbagliato: “Pansy ha perso, ed ora non ha più voglia di lottare”. Quindi mi fermo qui. Ma avrei tantissime altre cose da dire…ma mi va bene così. ^_^’’ Posso porti una domanda? Ma per quale motivo aggiungi l’accento alla prima persona dell’Indicativo singolare? Sono basita, perché è estremamente grave. Treccani riporta: “ Le voci verbali sta, fa (difficile che si confonda con la nota musicale omografa…), va (3a persona singolare, presente indicativo dei rispettivi verbi) non vogliono l’accento. Né lo vogliono la prima persona singolare del presente indicativo do, sto e il toscaneggiante fo ‘faccio’. Questi sono gli unici casi, poi potrei farti l’esempio del  verbo dare, che alla terza singolare – ovviamente – vuole l’accento per distinguerlo da una preposizione semplice.( L’hai aggiunto su “ So’ e “Sto’ ”, e lo segnalo perché è molto molto grave. Davvero). La vendetta è un argomento facilmente utilizzabile: per questo non mi quadra. La svolgi attraverso vie troppo “scontate”. È tutto a grandi linee. Empiriche. C’è un fastello dietro Pansy, Draco, Blaise…e io me lo vedo ridotto a semplici frecciatine e battute abbastanza prevedibili. Questa parte fa tanto i film “La verità è che non gli piaci abbastanza” o “Il club delle mogli”. Solo che liìè meravigliosa ironia. Ora sono io che continuo a grandi linee, poiché vorrei arrivare ad un punto in particolare. Tu metti in campo Draco, ma cambi all’improvviso il punto di vista, e soprattutto aggiungi un espediente che non vorrei definire male, ma che trovo scontato. In questa raccolta c’è un triangolo amoroso, abbastanza prevedibile, che agisce in tondo, che ritorna sullo stesso punto, e che quasi si affaccia sui soliti Serpeverde cliché di se stessi. Ovviamente, mi spiace sempre dirlo, ma è assolutamente così, in questo caso. Poi c’è la ronda insieme. Anche questo. “Mi congratulo con me stessa, anche se, sul mio volto non vi è alcun sorriso: sono riuscita a convincere la Philips a fare uno scambio, così è lei, (non è opportuna la virgola)quella che ora perlustra i sotterranei con l’odiosa Helena di Corvonero”. Inoltre, come dovresti sapere, le “ronde” vengono eseguite da due Prefetti della medesima Casa di Hogwarts. Non possono essere un Serpeverde e un Corvonero! E soprattutto, qui lo scambio cade completamente, tranne se la tua storia fosse completamente OOC (e lo è, in moltissimi punti: per esempio, Draco non è così scontato, Pansy è una ragazzina combattiva, Blaise è una persona molto fine, con idee assolutamente precise. Tanto per fare un esempio degno).  Mi ripeti di nuovo l’errore dell’accento alla prima persona, usi troppe virgole in posti addirittura sbagliati. Le sciogli su una storia come zucchero su una torta che è già bruciacchiata…Compi anche l’errore di separare il soggetto e il verbo, requisito fondamentale e, cavolo, errore in ogni caso grave. Spero sia una svista, e lo credo, dato il tuo utilizzo delle virgole abbastanza “sballato”. Lo spero.  Per esempio, l’unico punto in cui non aggiungi le virgole è l’invocazione. Per esempio: Dai, Pansy. Nelle invocazioni va sempre la virgola! E li non le metti, stranamente, ed è sbagliato. Passo avanti. E non mi resta altro che premere sullo svolgimento della storia: una Pansy debole, delle scene che in ogni caso sono empiriche e sembrano quasi scritte per risolvere la situazione. Per chiudere tutto al più presto.  Mi dispiace  vedere una Pansy così debole fino alla fine, un Blaise così poco pungente, un Draco così, a volte, “patetico”.  Sarò io? Spero che non ti abbia colpito negativamente, la recensione. Ma, ciò che di grammaticale e lessicale ho segnalato persiste ed è evidente, nella storia. Anche gli improvvisi cambiamenti del point of view non segnalato e svolto senza descrizioni o aggiunte particolari (lo dico, perché, effettivamente queste erano flash fic. ^_^'' E in quanto tali, ci sarebbe stato lo spazio per narrare davvero)  Devo anche dirti che ci sono molte altre sviste, però ^_^ Io non posso segnalarle tutte, poiché si cade anche nel lessico e lo stile "personale".
Il commento sullo svolgimento, le linee generali, i cosiddetti “cliché” sono puramente soggettivi. E come tali, ognuno è liberissimo, nei limiti della gentilezza e del rispetto, a esprimere le proprie opinioni. Sono sicura capirai. E spero, nel profondo, di non averti offesa in qualche modo. Ci tengo a esprimermi: e ci si esprime in modo sincero, no?

Saluti,
Stateless