La tua riflessione è molto profonda e cupa (un pò da emo ma comprendo la sua origine) e non è che ci sia niente di sbagliato nel fatto che sia malinconica!
Trovo che tu abbia un animo molto poetico e che sia una persona molto sensibile, una cosa che si deduce chiaramente da questo tuo scritto. Le persone come te sentono di più le ferite, specialmente di natura sentimentale (un pò come se avessi la soglia del dolore più bassa).
In questo campo il mio consiglio è non esistere solo per l'altra persona. Non dico che qualcuno non possa diventare una parte importante della tua vita, ma non rinunciare a te stessa. Sei importante. Sfogati, piangi, fatti una cioccolata e riprendi a vivere.
Per quanto riguarda la storia ci sono alcune frasi e punti che non mi sono molto chiari.
"in cui la gioia come resina trasuda dalle membra"
Gioia/resina/membra è la prima volta che le ho viste in una sola frase e la "gioia" non mi è sembrata affatto "gioiosa". Scusa.
La resina è un materiale appicicaticcio di cui è difficile sbarazzarsi e perciò molto noioso. Non so se ti riferisci alla resina basandoti sul suo ruolo protettivo, che in questo caso vorrebbe dire che i giorni "lieti e gioiosi" sono come uno scudo quasi tangibile per te(per via della parola "membra" che ha reso il tutto molto... beh, fisico).
Alcune frasi sono lunghissime e solo le virgole non sono sufficenti a fare riprendere fiato, e nell'ultima mega frase mi hai proprio spiazzata. Questo è un mio parere, perciò non fartelo pesare troppo. Il lavoro è tuo ed è soggettivo ed io non sono una insegnante di grammatica, ma credo che l'uso della punteggiatura possa essere migliorato.
Proseguendo, nel passaggio "... se le crepe nel pilastro sono state prodotte da colpi inferti da colui che dal pilastro dipende,..."
Non so se è voluto, ma qui sembra che sia "colui" a dipendere dal pilastro e non viceversa. Poi dai due punti non si capisce più il soggetto e il complemento oggetto.
"la vita perde il suo colore, si incrina, e si teme il suo crollo, causato dalla propria insensibilità, egoismo e da ultimo dalla propria cecità che non lascia intendere ciò che sta accadendo poichè nasconde le crepe, nasconde con fini decori i muri che crollano, vede la gioia in mezzo alla distruzione e non fa rendere conto di ciò che si sta distruggendo."
Di chi è l'insensibilità e la cecità? Chi è che si sta ditruggendo o sta venendo distrutto? Il pilastro? "Colui" dov'è finito?
A parte tutto questo, il testo complessivamente riesce ad esprimere bene quello che sentivi e sei riuscita a comunicarlo con delle interessanti metafore. Non posso fare questa recensione positiva per via dei punti sopra citati ma non penso che il tuo lavoro sia brutto. Magari un po’ grezzo ma brutto no. |