Recensione/valutazioneper il contest "When Can I see you again?"
Grammatica e ortografia: 15/15
No ho trovato nulla che fosse passibile di segnalazione, almeno a mio parere.
Stile: 15/15
Niente male davvero, l’intera storia si muove su una di serie di registri ottimamente usati, da quello leggero della parte iniziale, segnata dall’incontro casuale con i due fratelli gaijin venuti a studiare nel Sol levante dalla lontana Italia (ma a proposito, perché Martha al posto della più comune lezione Marta?), di come la ragazza riesca involontariamente a distoglierlo dallo studio, fino al momento in cui si arriva a una specie di versione italo-giapponese del noto proverbio “dopo i confetti escono i difetti”, con tutte le conseguenze spiacevoli del caso sulla vita familiare; lodevole anche da questo punto di vista la scelta dei titoli, direi che ben si confanno all’atmosfera (è proprio il caso di dire) che volevi esprimere, come anche il passaggio dalla spensieratezza della parte migliore della vita ai problemi piccoli e grandi che attanagliano tutte le coppie, specie quando in certi casi una parte è disposta a lasciare la vita lavorativa mentre l’altra è tutta presa da essa (se penso che questa storia era stata immaginata come una shot penso che sia stata d’uopo la divisione in capitoli.
Originalità: 9/10
Non male l’idea di immaginare la possibile storia d’amore tra il non ancora ispettore Zenigata (reso in un maniera splendida, così piacevolmente diversa dal tipo tronfio e apparentemente sicuro di sé dirigente di polizia sempre strasicuro di poter mettere in gattabuia il suo acerrimo avversario ma che poi viene regolarmente gabbato da Lupin III e dai suoi degni manutengoli, un tipo che mi si perdoni la digressione ho sempre trovato molto simile al suo collega Ginko alla vana ricerca di Diabolik, ma questa è un’altra storia) ti confesso che ho sempre immaginato Zenigata single, dato che secondo me poche persone (se no addirittura nessuna) sane di mente avrebbero potuto sopportarlo, dato che probabilmente avrebbe visto Lupin anche nelle patate, pensarlo sposato (perdipiù con un’italiana) e con prole mi pare sia stata una bella idea, se è ben sviluppata come in questa storia tanto meglio.
Gradimento personale: 8/10
Potrebbe sembrare stano che dopo la sfilza di giudizi positivi espressi non compaia un 10/10, eppure è così, c’è qualcosa in tutta la struttura della storia che non riesce a convincermi totalmente; pregio (o difetto) della sezione “Gradimento personale”, forse perché non credo al colpo di fulmine o forse perché mi sembra strano che tra tutti gli studenti presenti la coppia di italiani siano finiti proprio dalle parti del futuro poliziotto (sì, lo so, le vie del Destino sono imperscrutabili, ma che dire? Su questo passaggio la mia sospensione dell’incredulità non ha voluto aiutarmi, ti prego di scusarla); inoltre trovo bella la scena familiare, ma non riesco a non pensare che alla moglie non sfugga nemmeno una volta un liberatorio: “Quell’idiota di tuo padre” o “Se mi fossi rotta una gamba invece di sposarlo da tempo sarei guarita”, data la sua difficile condizione (si può spiegare tutto con l’amore che nonostante tutto ancora tiene? Certo, ma non ne sono convinto…).
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Non male la descrizione dello Zenigata studente, tutto teso a schivare gli spassi tipici della vita da campus per conquistarsi un’ottima posizione (ma poi a cambiare minacciando sia pure solo con lo sguardo chi ha osato toccare la sua bella, anche se molto probabilmente la colpa era proprio di quest’ultima) e come poi il lavoro (ma sarebbe meglio dire l’ossessione per la cattura di Lupin) abbia completamente soppiantato (anche se lui lo negherebbe) l’amore per la famiglia.
Quanto alla sua consorte, ammetto che all’inizio si trattasse, se non della solita Mary Sue, di qualcosa di molto simile (il nome scritto con una variante, i capelli biondi, l’essere riuscita tra pochi a ottenere il periodo di studio all’estero), invece si è rivelato un personaggio ben realizzato, che nonostante le avversità, sarà per la sua indole, sarà per il senso mediterraneo della famiglia) decide di non mollare un uomo che evidentemente non riesce più a vederla all’interno del proprio orizzonte degli eventi (non per colpa sua, invero, ma è una differenza di lana caprina), lei mi è piaciuta molto, soprattutto nella relativa facilità a integrarsi in una società così diversa da quella di origine, forse avrebbe fatto meglio a tentare di rimettersi in carreggiata anziché aspettare il marito.
Attinenza al tema: 4/5
Direi che c’è anzi, c’è una doppia attinenza al tema se non addirittura tripla, anche se di valore a mio parere ineguale, la prima del protagonista studente ormai infatuato della presenza della ragazza che può essere un ottimo diversivo dallo studio di Diritto, la seconda di lei ormai sua consorte che non riesce a vivere una vita familiare degna di questo nome e infine quella della (vera vittima in questi casi) figlioletta; non ho messo 5/5 perché l’idea del contest era esprimere una difficoltà abbastanza insormontabile o comunque molto difficile o generalmente di forza maggiore che impedisse al personaggio A di poter rivedere il personaggio B, qui mi pare che l’unica difficoltà sia la cocciutaggine di Zenigata a non prendersi almeno qualche giorno di licenza…
Totale: 55/60 |