Ed eccomi all'ultimo capitolo di codesta raccolta. Peccato sia rimasta incompiuta.
Hai descritto bene la situazione di Capitol City dopo la ribellione.
Non mi stupirebbe più di tanto che certi capitolini bevessero per davvero il sangue.
Francamente non apprezzo molto i vampiri, ma non mi stupisce che fossero di moda a Capitol City.
In una saga di fanficition che seguo c'era un personaggio di nome Talia che era uno dei miei preferiti ed è appena morto... veder morire un'altra Talia è doloroso.
Il commento giusto sarebbe stato il secondo.
Ottimo finale.
A presto, complimenti e auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu dal lupo Farkas!

 

Non so dirti quanto mi piacciano queste "scenette da un sequel" e questa coppia tutt'altro che improbabile, ora che tu ci hai dimostrato che gli opposti oltre ad attrarsi spesso si integrano. Alcool e bigodini , Capitol City e il Dodici, e la vita che vince e che va avanti per tutti, parrucchiere comprese (e io, cantrice a mia volta di parrucchiere non posso che esserti grata per aver messo in scena una persona normale e la sua normale reazione a degli avvenimenti eccezionali). Approfitto dell'occasione per giustificarmi di essere stata pochissimo presente su Efp e quindi anche come lettrice - di scrivere ormai non se ne parla più per colpa della vita reale - eppure resto sempre piacevolmente sorpresa di incontrarti ne fandom che preferisco e con storie che non solo sono una garanzia di qualità e di divertimento ma che sono proprio quelle storie che vorrei essere capace di scrivere.

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Un mese! Ho aspettato un mese per recensire i miei regali di compleanno, sono pessima.
Ad ogni modo, eccomi qui per dirti che questa storia mi ha commosso. Abbiamo già fatto il discorso su "quelli di Capitol" che vivono nel mondo degli eccessi, mentre in televisione la gente muore, ma per davvero. C'è anche l'altra faccia della medaglia: il dopo-rivoluzione. Secondo me c'è una frase con la quale sei riuscita a far calare il lettore nei panni del personaggio da subito: "che adesso avevano vinto e quindi non erano più ribelli ma nuovo governo". Leggendola ho pensato: "come cambiano le cose, eh Vanity? Anche le persone cambiano nome in tempi di rivoluzione". Un racconto sul cambiamento che mi piaccia è cosa rara, perchè io sono come Vanity, per paura di come potrebbe andare a finire non inizio neanche. Invece questo lo adoro, lo leggo e lo rileggo, perchè è pieno di speranza, come ogni post trombata rivoluzione dovrebbe essere. E' arrivato il momento che anche Vanity compia la sua piccola rivoluzione personale e a volte è giusto che consigli così saggi vengano dalle bionde svampite (d'altra parte, come tu ben sai, saggezza e intelligenza sono due caratteristiche differenti!).
E niente, non starò qui a dirti che non si tratta di ruggine, o gas di scarico, o qualsiasi cosa tu pensi, perchè questo racconto è il mio regalo, è la mia ruggine e ne vado fiera. Punto.
Grazie ancora tantissimissimissimo.
JoL

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Tu puoi pensare quello che vuoi ma io di questa storia penso un gran bene.
Prima di tutto perchè è sempre bello quando un'autrice dotata come te torna a scrivere dopo un periodo di blocco (che sono un po' stufa di rileggere sempre quell'altra tua storia vecchia, quella che ho caricato sul Kindle e che leggo nei momenti di crisi e che mi riempe di sole le giornate storte, che ormai la so a memoria!) e poi perchè è una storia proprio bella, scritta strabene e nel solco e nella tradizione dei grandi romanzi storici, dove i grand eventi sono descritti dal basso, dal punto di vista della servitù (tiè beccati questa!).
Solo un piccolo appunto: certo che una comparsata ad Alcide e ai suoi bicipiti gliela potevi anche far fare, in fondo lui e Vanity son colleghi!!!!
bacio.
cen.

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Come ho già detto su FB, questa storia mi ha fatto venire in mente l'idea che se Alcide non avesse cambiato lavoro, avrebbe potuto diventare socio in affari di Vanity. E non è mica detto che non sia ancora possibile! Magari potrebbero accordarsi, Vanity mette la mano d'opera, Alcide il locale e le attrezzature. XD
Scherzi a parte, a me questa shot è piaciuta moltissimo, perché mette in evidenza un aspetto del mondo di Panem che nei libri non viene preso in considerazione e di cui avevamo già parlato. La gente di Capitol non è cattiva, o meglio, la maggior parte non lo è, la gente di Capitol è la gente comune, la gente che lavora, si guadagna da vivere onestamente, la gente malinformata, che magari non è consapevole di ciò che accade nei paesi più poveri oppure lo è ma che ci vuoi fare, deve pensare a mantenere la famiglia, non siamo tutti eroi. Sembra una cosa cinica da dire, eppure noi, persone del mondo reale, lo facciamo tutti i giorni. Sei stata molto acuta e intelligente nell'usare la povera Vanity per mettere in luce questa interpretazione dei "capitolini".
E che dire di Effie? Lei è come sempre adorabile, anche se è così sciocca da vedere il mondo in rosa dopo una scopata (quanto è azzeccata questa frase? è cucita su misura su Effie), anche se è così sciocca da avere perfino ragione alla fine, perché magari se si comincia la giornata con un sorriso, le cose possono cambiare davvero in meglio (sto davvero abbracciando il pensiero di una svampita? XD Guarda cosa mi fai fare!). Però non ti sei dimenticata delle sue disavventure, ce le fai intuire, con una sorta di vedo non vedo, attraverso l'occhio professionale di Vanity ("Capelli che hanno sofferto. Capelli caduti, e capelli nuovi, più corti, che stavano crescendo, qualcuno troppo chiaro per essere biondo") o un sorriso finto.
Infine, la mia citazione preferita è "Effie Trinket aveva quell’espressione che hanno le donne quando gli è successo qualcosa di bello e loro ce l’hanno ancora in mente, come una luce che è dentro i pensieri e illumina il viso da dietro". Non so esattamente perché, forse per il semplice motivo che è bella, bella e vera.
Se solo tu riuscissi a leggere con i miei occhi questa shot, ti renderesti conto che le pippe mentali che ti fai sono inutili.
Complimenti.

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