Questa volta non seguirò neppure l'ordine della tua narrazione. Voglio iniziare dalla frase che mi ha colpito più di tutto: “Non è la tua esitazione che mi ha fatto male, Shepard. E’ il senso di colpa che è nato da quell’esitazione. E’ il potere che hai su di me, di farmi pentire delle mie stesse scelte quando tu non le condividi”.
Voglio analizzarla a fondo perché ho continuato a rimuginarci sopra anche mentre seguivo il resto del tuo racconto.
In misura differente le convinzioni personali e i propri giudizi guidano le nostre azioni. C'è chi è più propenso ad ascoltare un punto di vista diverso dal suo e chi chiude le orecchie, sicuro di essere nel giusto. Non voglio approfondire il senso di questa sicurezza nelle proprie convinzioni, che comunque diventa un elemento completamente negativo se spinto all'eccesso (in un senso o nell'altro), ma continuo a sentirmi folgorata da questa tua verità. Quale che sia l'opinione diversa dalla nostra, tendiamo ad attribuirle un peso o un altro a seconda di chi ce l'abbia espressa. L'esitazione di Ann ha avuto un effetto devastante su Garrus, che si sarebbe semplicemente incavolato a morte con chiunque altro si fosse permesso lo stesso gesto.
Fiducia e rispetto, credo siano questi i sentimenti più importanti, quelli che determinano il nostro grado di apertura verso un'altra persona al punto che, spinti all'eccesso anche questi due sentimenti, si può essere addirittura plagiati da una personalità abbastanza forte, perdendo la capacità di pensare con il proprio cervello. Funziona così l'indottrinamento dei Razziatori? Probabilmente sì, visto che è una manipolazione della mente che richiede tempo. Un tempo variabile proprio in funzione della forza di volontà della vittima.
Secondo tema degno di nota è la differenza fra Ann e Thane. Non riesco a immaginare la prima mentre si perde in elucubrazioni filosofiche, proprio a causa della vita che conduce e delle responsabilità di cui è stata caricata, ma quelle riflessioni diventano invece addirittura necessarie per il drell. Forse lo sarebbero per qualunque drell, proprio per quelle loro capacità mnemoniche che rendono estremamente complesso il confronto perenne fra ciò che si è compiuto in tempi passati e ciò che si sceglierebbe nell'istante presente. Ogni nostra azione è il frutto delle informazioni, necessariamente incomplete e inesatte, che avevamo a quel tempo ed è facile immaginare come, alla luce di nuove informazioni, le nostre azioni sarebbero potute mutare. Non si può tornare indietro, ma bisogna saper accettare serenamente gli eventuali errori commessi o non si riuscirebbe a continuare a vivere. Per Thane questo tema acquista ancora più peso, vista la sua professione. Il corpo e l'anima. La capacità di tenere separate queste due entità richiede una forza particolare, che deve basarsi su meditazioni profonde.
La memoria perfetta fa dire a Thane "La mia presa è salda, lui non oppone resistenza, pelle morbida sotto le mie dita, devo agire in fretta, prima che soffra. Un movimento preciso dei polsi e il suo collo si spezza sotto le mie mani. Mi allontano, il cadavere si accascia sul pavimento" durante un incontro con Ann che è intimo e dolce, in cui la fragilità del corpo umano non portava certamente a considerazioni di questo tipo nella sua mente...
Non riesco a immaginare un rapporto vero con un drell che non si basi sulla sincerità più assoluta, perché quella memoria è sempre in agguato e può uscirsene fuori nei momenti meno opportuni, causando effetti indesiderati.
La successiva considerazione di Ann “Non scusarti. Piuttosto, noi Umani dovremmo evitare di sentirci a disagio di fronte a… beh, insomma…” evidenzia un punto fondamentale: bisogna essere in grado di accettare la sincerità. E' più semplice essere sinceri rispetto ad accettare la sincerità. Anche perché la sincerità di un drell può essere "brutale", nel senso che viene trasmessa fotograficamente, senza parole che ne smussino le parti taglienti.
Come al solito, spero che queste mie considerazioni non ti urtino, anche se non sono vere e proprie recensioni. Voglio però terminare dicendoti che sarebbe stato difficile scrivere una scena più tenera e dolce di quella con cui hai chiuso questo capitolo. E' delicata e garbata, ma terribilmente emozionante e coinvolgente.
Grazie davvero per questo splendido capito. Un abbraccio forte,
S. |