Okay, devo dire che io non ho un grande rapporto con l’EU e la serie Jedi Apprentice… Non so, forse è solo una mia idea, ma lì Obi-Wan e Qui-Gon mi sembrano diversi da come sono nel film (Obi-Wan troppo impulsivo, Qui-Gon troppo distaccato… insomma, non dovrebbe essere il contrario?). E l’evento di Melida/Daan mi aveva fatto storcere le labbra, tra Obi-Wan che lascia l’Ordine e Qui-Gon che molla il suo Padawan su un pianeta in guerra (okay, doveva portare Tahl su Coruscant, ma dopo non poteva tornare per cercare di riprenderselo? E se lui si sentiva troppo tradito per andare a ripigliare Obi-Wan, non poteva farlo un altro Jedi? Voglio dire, “non fa più parte dell’Ordine” mi sembra una giustificazione deboluccia, per lasciare un tredicenne che era sotto la loro tutela – in fondo, decisione o no, era pur sempre minorenne – in mezzo ad una guerra).
Comunque, lamentele a parte (e scusa, probabilmente non te ne fregava niente XD), devo dire che, anche se continuo a considerare canon vero e autentico solo quello dei film (il G-canon, insomma), leggere la serie Jedi Apprentice mi è piaciuto, perché avevo qualcosa su Obi-Wan e Qui-Gon… E nonostante i miei problemi con la storia di Melida/Daan, mi sono ben gustata l’angst che ne è derivato.
E visto che è su Qui-Gon che ti sei soffermata, mettendo in luce non solo il suo sentirsi tradito, ma anche il suo rendersi conto che, se le cose sono andate così, anche lui deve aver sbagliato qualcosa, la tua one-shot mi è piaciuta parecchio.
Le emozioni dell’uomo sono ben espresse: mentre leggevo, mi sentivo come se i suoi sentimenti mi schiacciassero lo stomaco… E mentre divoravo una riga dopo l’altra (a questo proposito, brava anche per la scorrevolezza del testo!), mi sentivo come se non riuscissi a respirare.
Come avevo già accennato sopra, ho amato molto come hai delineato il senso di colpa di Qui-Gon… Ed ecco una grande conseguenza di questo episodio: la riapertura della ferita di Xanatos, il rinsaldarsi della convinzione dell’uomo di non essere in grado di insegnare.
Quando poi ho letto di Qui-Gon che ammette di essersi affezionato al ragazzino (awww, la definizione “tredicenne un po’ scombinato” mi ha fatto andare in brodo di giuggiole) e, un po’ più avanti, che ricorda la faccia sorridente di Obi-Wan, il mio cuore si è sciolto come un budino… Devo dire che mi è suonato un po’ strano, il fatto che l’uomo arrivi a piangere, ma dopotutto sta vivendo un momento terribile, e i Jedi sono pur sempre esseri umani…
Bella la contrapposizione dell’apertura della storia (in cui la domanda che tormenta Qui-Gon è: “Come ha potuto?”) con la chiusura (in cui la domanda diventa: “Cos’ho fatto?”). Secondo me, da questo emerge molto bene il conflitto che sta vivendo il Maestro Jedi, il contrasto delle sue emozioni.
Ti faccio solo un appunto: hai scritto il nome di Tahl con l’acca nella posizione sbagliata ;)
Per il resto, COMPLIMENTI!, e scusa davvero per le divagazioni!
(P. S. Venerdì o giù di lì dovrei riuscire ad andare un po’ avanti anche con la tua storia “Padawan”, se la Forza vuole…)
(Recensione modificata il 27/08/2013 - 03:15 pm) |
