Weilà :3
Ecco finalmente la categoria in cui mi rispecchio di più!
Credo di essere a metà fra il pointer (solitamente impersonato quando la recensione è critica) e indubbiamente la comare, per via della mia demenza illimitata. (?)
Il punto è che non riesco proprio a trattenermi. Le recensioni corte mi fanno tristezza.
Insomma… una recensione deve esprimere i nostri pensieri, mica si può trattenere in 10 misere parole!
C’è da dire che a volte leggo critiche davvero spietate, spesso rivolte a scrittori appena arrivati sul sito…
Della serie che io immagino l’utente appena arrivato “piccolo, dolce e ingenuo”, che chiede timidamente una recensione e si ritrova un papiro in aramaico, riducendosi ad un coma vegetativo perenne alla sola visione della pagina O_o
Okay alle recensioni chilometriche, ma un po’ di dolcezza non farebbe male, specialmente nei confronti dei poveri novellini xD
Penso che la recensione perfetta debba da una parte criticare, ma dall’altra anche dare un minimo di soddisfazione all’autore della storia… non si può mica distruggere i sogni altrui con così tanta cattiveria :’3
Quando leggo le classiche recensioni da Zio paperone noto quasi sempre che sono positive al massimo, con tanto di “non ti conosco, ma già da questa storia finisci nei miei autori preferiti”, mentre nel caso della categoria trattata in questo capitolo solitamente si parla di recensioni neutre o critiche.
Sono io o qui “c’è qualquadra che non cosa”?
Non è giusto che le recensioni negative siano tutte lunghissime e cattivissime, e che quelle positive (anche se fortunatamente in netta minoranza) siano quasi tutte brevi e ripetitive.
Oddio, poi esistono anche le eccezioni, eh.
Ricordo perfettamente la reazione di una mia amica quando ricevette una recensione critica di nemmeno una riga, lapidaria e tremendamente cattiva da subire…
(Era stata tentata dal risponderle bestemmiando in cirillico, tanto per dire.)
Ma tralasciando la distinzione fra “positivo” e “negativo”, credo che ognuno di noi debba imparare dall’altro. Le comari come me devono imparare ad acquisire capacità riassuntive (se qualcuna scopre come mi contatti, la prego) mentre gli Zii Paperoni devono allargare i loro orizzonti al mirabolante mondo dei sinonimi, dei dizionari e della fantasia. (?)
Ah, e non dimentichiamo la pazzia, che fa figo.
Passando ad altro, ti confesso che anch’io ho qualche storia dal titolo in inglese, ma credo siano giusti. *Nel dubbio corre a controllare*
Devo dire che all’inizio non riuscivo a sopportarli nemmeno io, non tanto per la spesso dubbia grammatica ma per la traduzione mancante.
Ah, ovviamente non mi riferisco ai titoli inglesi, sia mai. Se dicessi seriamente una cosa del genere potrei mandare a quel paese il 10 in materia, e non mi pare la mossa più adatta.
Sto parlando dei titoli in giapponese, cinese, austroungarico, lamantino (?) o chissà di quale altra lingua.
Il lato comico della situazione lo scopri quando, aprendo terrorizzata la storia, ti rendi conto che è TUTTA scritta in latino, compreso l’angolo autrice. (Senza note, traduzioni o chissà cosa, figurati.)
E –udite udite- perfino le recensioni si esprimono in greco, come se fosse la cosa più normale del mondo.
A quel punto, ti chiedi seriamente se sei tu ad esserti risvegliata in una realtà parallela, dove sei l’unica a parlare italiano, o se tutti gli altri attorno a te sono ammattiti, in una specie di rivoluzione di massa.
È orribile, sul serio.
Ti auguro di non trovarti mai in questa situazione.
*Di colpo si rende conto di quanto ha scritto*
Cristo, quando dicevo di essere una comare non intendevo arrivare a questo punto!
Facciamo così.. prima di addormentarmi sulla tastiera, ti saluto.
(Se trovi errori o parti poco chiare fai finta di niente: ho scritto la recensione a mezzanotte e mezza, quindi potrai comprendere il mio stato celebrale a certi orari. E…sì, non ho voglia di controllarla anche adesso che è giorno. Mi chiedo come farai a leggerla tu. *prega per te*)
Al prossimo capitolo :3
Un abbraccio,
Felì |