Recensioni per
Quattro trattini (più uno)
di Kastel
La storia in sé non presenta errori grammaticali, a parte qualche piccolo dettaglio di natura puramente estetica (“Dici che soffrirò uguale?” E' più carino leggere una forma come "Dici che soffrirò allo stesso modo?"). |
*MY FEELS* |
E' da due giorni che ci provo a lasciarti questa benedetta recensione, nonostante i miei sforzi non ce la facevo proprio a recensirti per un misto di allegia e stanchezza a stroncarmi la voglia di mettere vicine due parole sensate e, per quanto pure oggi non sia nelle condizioni migliori, se non mi muovo mi scordo quello che devo dire - e la pigrizia mi condizionerebbe troppo. Fortunatamente ieri mi ero appuntata almeno due righe scarne che tenterò di sistemare in modo che il mal di testa non ne condizioni il senso in modo irrimediabile. |
Ciao, Inizio nuovamente col dirti di stare attenta all'ortografia! In secondo luogo, l'ho trovata un pó noiosetta e fra l'altro quei trattini non penso che siano accettati dal regolamento. Però non ne son sicuro quindi ti invito a controllare. Piú che altro non mi semba che tu abbia rispettato completamente il carattere di Eren... Wratty |
Non so come faccia la gente a dire che l'angst stressi o che la malinconia diventa, a lungo andare, pesa. Secondo me, invece, l'angst apre mondi. Ci sono infinità di situazioni in cui uno può soffrire, centinaia di modi che, il fluff, non potrebbe mai neanche pareggiare e raggiungere. I lieti fini sono tutti noiosamente uguali, c'è un ''sì'', un ''ti amo'' e una notte insieme ma la separazione no, quella varia da una morte ad un abbandono a chissà che altro. |
Fantastica, scritta benissimo, però mi viene un po' il magone a pensare che muoiano tutti D: |