Recensioni per
Knocking' on Heaven's Door - Ground
di Rota

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/09/13, ore 18:53

Ed eccoci a noi, Cara Rotina...

Questa fic, in tutte le sue frasi, in tutte le sue parti, è satura, piena, intensa... ho iniziato a leggere e mi sono ritrovava invischiata nella profondità della situazione, dove tutto viene descritto dal punto di vista di Eren che scosso dagli spasmi e ancora morso dalla rabbia, riesce a percepire, oltre all'odore del sangue che ha versato, il candore delle ali in mezzo al nero che lo circonda ora, una sensazione che sente nell'intimo, una certezza che man mano che si muove, perde la presa dalle sue membra e cade a terra... ali che sono un simbolo divino, di purezza, di forza, qualcosa che rende chi le possiede portatore di miracoli e di proteggere da qualsiasi cosa, ma allo stesso tempo, il bianco che le caratterizza e che urla senza farsi sentire in quello scenario devastato, non è quel bianco candido, limpido e senza macchia che ci si aspetterebbe, sono ali che si sporcano, ali adombrate, che rimangono un simbolo divino nonostante quello che si deve fare e come lo si debba fare abbia in effetti più a che fare con il lato oscuro della medaglia, dove tutto è nero, dove non arriva la luce, dove gli angeli diventano demoni...

Eren è spezzato e metà, ecco cosa ho pensato leggendo di lui... nella confusione e nella calma posticcia derivata unicamente dal suo disorientamento, Eren sembra davvero cercare di rimettere insieme i pezzi di se stesso, cerca di capire come mai, pur essendo un angelo, per istanti, per lunghissimi istanti, è stato più somigliante ai demoni che anche in quel momento minacciano di ucciderlo, quelle creature dalle urla raccapriccianti che ancora lo circondano...al quale somiglia quando quella parte di lui, la sua metà nera che nulla ha a che fare con Dio, viene fuori... un'ombra che lentamente scivola via... dalle dita, dalle ali, dal suo intero corpo, goccia per goccia... l'ombra che sa che è parte di lui, l'istinto, in quel momento di calma solo apparente, non lo fa cadere nel panico, la sua mente che in condizioni normali sarebbe portata a farsi delle domande e a chiedersi cosa fare da ora in avanti, se considerarsi infine un alleato perché rimane comunque un angelo, oppure pensare di se stesso come ad un nemico, per quello che alberga dentro di sé e che non ha niente a che fare con il divino...

In mezzo al caos che si agita fuori e che cova dentro, nel suo intimo, riesce comunque ad accorgersi di Rivaille, di quella persona che si staglia davanti a lui, intimidatorio e armato... non avrebbe potuto fare altrimenti, visto che le sue ali sono qualcosa di così candido e puro che con la loro luce possono sul serio ferire gli occhi, che gli scocca un solo sguardo, breve abbastanza da non poter essere ricambiato a sua volta, perché la sua attenzione non è del tutto catalizzata su Eren, quanto sul pericolo imminente che egli corre, ora che è esausto e senza possibilità di difendersi.
Ed è la sola persona che pur non facendo nulla o dicendo niente, riesce a snebbiare la testa ammorbata di Eren, che riacquista la percezione di quello che accade intorno a lui, che si rende conto che non è caduto a terra perché braccia amiche lo sostengono, che riaccende quella parte di sé fino ad allora rimasta sopita, inghiottita dalla rabbia.

Non ci sono scambi di battute, ma quegli occhi parlano tanto, dicono tutto, se solo Rivaille non distogliesse i propri da quelli di quell'angelo con le ali insudiciate, potrebbe vedere Eren che lo guarda a sua volta e incapace di mentire, talmente stravolto e sconvolto da non avere nessun controllo sulle sue emozioni, quelle che vengono filtrate in un viso che colpisce Rivaille, gli suscita un certo turbamento, e tutto un insieme di altre cose se solo i loro occhi si fossero incontrati per un dannato secondo, tanto sarebbe bastato per mettere in discussione tutto.
E una cosa che mi ha colpito molto, è il fatto che sebbene al suo fianco Eren abbia sia Mikasa e Armin, lì solo ed esclusivamente per lui, nonostante la presenza tangibile di persone che conosce, che in qualche modo dovrebbero forse rincuorarlo, forse rassicurarlo, anche per il fatto che non scappano via in virtù di quel qualcosa che alberga dentro di sé, non sono abbastanza forti da fargli distogliere lo sguardo su Rivaille, di fronte a lui, che pure non lo guarda, che non ha paura, nessuna, di Eren e di quello che è.
Ed è l'ultima persona che vede, prima di perdere conoscenza e cedere di schianto... le sue ali, la sua spada... la sua intera persona... capace di sopraffare l'intero scenario che lo circonda, di ammutolire la minaccia, sembra che il tempo si sia fermato.

Cosa posso dirti ancora... che ti adoro già lo sai...
Che adoro come scrivi... anche questo lo sai...
Che spero davvero di leggerne altre di queste perle... magnifiche, intense... bellissime...

A presto su questi lidi Rotina... <3 <3 <3