Recensioni per
Giovani lezioni per vecchi che non sono tali
di Kastel

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 27
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/12/13, ore 11:36

Letto con piacere anche questo capitolo :D
Allora, volevo fare solo un piccolo appunto iniziale. Mi è piaciuto come stile e tutto, ma non ho particolarmente apprezzato l'uso continuo di termini giapponesi, specialmente nella prima parte, quella riguardante Akashi. Ho compreso che volesse essere una specificazione ulteriore - e che sicuramente oggetti di uso quotidiano là non lo sono qui e che ogni traduzione sarebbe errata - ma già per una persona come me che non è pratica sono stati quasi una continua interruzione alla lettura, e questo non mi è piaciuto particolarmente.
Per il resto, mi ha colpito molto sia la parte dedicata ad Akashi sia quella dedicata a Kuroko, in modo ovviamente diverso. Lo stesso particolare, ovvero il rispetto di un codice etico e di comportamento, è vissuto dai due in maniera diammentralmente opposta, o almeno così ho capito leggendo questo capitolo. Akashi lo ricerca di propria sponte, come se il rispetto di quelle norme fosse per lui la ragione di una nobiltà d'animo che a lungo ricerca ed ha ricercato; Kuroko, dall'altra parte, lo vive quasi come un peso o un'imposizione di quel rispetto continuo che /deve/ e vuole dare a sua nonna, persona sicuramente molto molto cara. Il mescolarsi di dovere e affetto produce questo genere di cose, e mi è piaciuto come lo hai descritto qui: l'ho trovato particolare e ben gestito.
Così come anche il "dibattito" tra le due parti di Akashi. L'hai messo lì, come se fosse la cosa più naturale del mondo per Akashi in primis, e l'ho trovato anche io estremamente naturale.
Bel capitolo, in definitiva :D al prossimo <3

Recensore Veterano
27/10/13, ore 21:39

No, non stai avendo le travecole, sto seriamente recensendo così rapidamente. EH. No, non so come abbia fatto, ma avevo abbastanza concentrazione residua dopo lo studio per farlo, quindi ne ho approfittato al volo.
Come dicevo nel commento al prologo, l’idea dell’uso del libro di Mishima è veramente geniale. Prima di tutto perché riesci a descrivere, in questo modo, il mondo in cui i due personaggi sono immersi, nelle tradizioni, nei modi di pensare, degli schemi che li hanno influenzati. E poi perché così facendo, fai dei parallelismi tra i due, descrivendo insieme le similitudini e le differenze tra i loro modi di comportarsi e pensare.
Ed è chiaro da come leggono, questo libro – che forse è una dannazione, per entrambi, viste le aspettative da esso generato e il peso di una tradizione ai quali si sentono legati e costretti. Akashi lo legge circondato da questa tradizione, partendo dai suoi abiti, poco comodi, ma che sono quelli di un passato al quale la sua famiglia è legato, all’ambiente che lo circonda e nel quale si sente a proprio agio solo quando si ritrova nell’unica stanza nel quale non può essere disturbato. Lo legge con compostezza e anche con superiorità, in un certo senso, quando pensa a chi non sa leggere l’ortografia tradizionale come persone inferiori, persone che si sono distaccate da quel grumo di passato che ha reso possibile essere ciò che sono – perché nel solo futuro non c’è onore, come pensa lui. Mentre Kuroko si ritrova a leggere lo stesso libro quasi con pesantezza, come se ogni parola fosse una catena e con malinconia, si adegua a quelle parole ma non con serenità, sentendosi a disagio. E questo disagio si evince maggiormente quando si ritrova ad ascoltare le parole di sua nonna, che sembrano pesargli addosso molto più di quelle parole appena lette.
Ritornando un attimo ad Akashi, continuo ad apprezzare molto la tua descrizione della sua psicologia, molto accurata, fluida e ben delineata. Il discorso interiore – eeeeh! – riguardo Kuroko mi è piaciuto molto, lascia intendere un certo sentore captato nel ritrovarsi davanti il ragazzo, così pieno di pudore virile e insieme con qualcosa di più a caratterizzarlo senza che Akashi riesca a coglierlo. Insomma, sei riuscita a strutturare molto bene il suo interesse verso Kuroko, ma lasciandolo su un piano indistinto, ancora da definire e da capire da parte di entrambi e questo rende verosimile il tutto.
«Solo lui, però, vide la sua stessa ombra, nel tremore della sua scomparsa, sorridere soddisfatta», non so spiegarlo benissimo, ma questa frase mi ha davvero colpita molto. Riesce a racchiudere lo spirto di Akashi, in un certo senso, rendendolo lui in un gesto semplicissimo, caratterizzandolo in quello che è. E poi, niente, sto zitta.
Comunque, rinnovo i miei complimenti per la struttura generale della storia, amo le storie ben progettate, dal quale si percepisce che vi è un tema principale che conduce lo svolgimento e che si ritrova nei protagonisti. Inoltre, questo parallelismo continuo e questo ambiente tradizionale così ben descritto, anche tramite la terminologia specifica, aiuta a comprendere l’atmosfera generale e la cura con la quale ti sei dedicata alla stesura. I complimenti vanno anche alla caratterizzazione dei personaggi, alla loro resa e all’introspezione, che sei riuscita rendere così tanto bene che niente, non dico altro perché sono parole superflue.
Al prossimo capitolo,
 

Ilse

Recensore Master
19/09/13, ore 22:28

Un aggiornamento così rapido mi coglie alla sprovvista, devo ammetterlo! Tuttavia non posso non smettere di provare un discreto piacere nel continuare a leggere questa tua storia!
Innanzitutto è davvero scritta in maniera impeccabile. Leggerla è davvero un piacere; offre diversi spunti e fornisce delle ottime spiegazioni per quanto riguarda la cultura giapponese; volendo essere sincera, credo che non riuscirò mai a compredere fino in fondo l'ostinazione, tipicamente asiatica, a voler mantenere solide le proprie tradizioni e i propri comportamenti.
Essi sono, senza ombra di dubbio, delle vere e proprie perle di saggezza; ma la mia domanda è questa: "Celare le proprie emozioni è davvero una qualità?". Come ben sai, visto che stai leggendo il manga, Kuroko non ha mostrato alcuna particolare emozione quando la propria squadra ha cominciato a cambiare; non ha tentato di opporsi e tanto meno si è lamentato. Questo ha reso impossibile ai propri compagni comprendere la vera entità del problema e ha portato alla loro attuale situazione (che, a mio parere, dal punto di vista psicologico è veramente da mettersi le mani nei capelli ed iniziare una lunga terapia di gruppo); se si è arrivati ad una simile situazione lo si deve ANCHE al pudore di Kuroko. Al non aver mostrato nulla. Ad aver celato ogni possibile parola che, anche se non avesse cambiato le cose, come minimo avrebbe smosso le acque.
Ma torniamo pure a questo capitolo che ha, sicuramente, attirato la mia attenzione. Come ti ho già detto, apprezzo davvero molto il modo in cui stai sviluppando il personaggio di Akashi; soprattutto il rapporto che ha con il mondo che lo circonda e l'altro (che, a proposito, mi sta inquietando davvero moltissimo!); mi piace molto la tua chiave di lettura ovvero che l'altro si trovasse già con lui, anche se in forma minore. Sono davvero curiosa di sapere come è effettivamente venuto fuori e cos'è. Una seconda personalità? Il suo lato oscuro? Una voce nella sua testa? In effetti, ci sono davvero molte ipotesi su chi sia il famigerato occhio giallo che tanto terrorizza i personaggi del manga.
La cosa che fondamentalmente mi ha sorpreso di più in questo capitolo è, senz'altro, Kuroko. Un'ottima interpretazione. Sono riuscita anche ad apprezzare la sua storia e questa nonna (leggermente isterica e troppo presa da un passato che probabilmente non tornerà); di solito vedo bene Kuroko in una famiglia molto grande (tipo cinque o sei fratelli) in cui lui non è mai stato notato più di tanto, tuttavia anche vederlo come figlio unico mi piace. Sono perciò curiosa di saperne di più e di vedere descritti anche i rispettivi genitori.
Inutile dire che continuo a provare molto interesse per questa tua storia; anche se mi duole sapere che non ci saranno aggiornamenti frequenti, sappi che seguirò più che volentieri tutto questo! Ti auguro una veloce e brillante stesura e di poter aggiornare velocemente!
mughetto