Rieccomi qui, così veloce, così celere che non sembro io.
Un capitolo molto bello, che non so da dove partire a commentarlo, perché vorrei dire che ho trovato tanto perfette ogni singola frase che potrei chiuderla qui, ma non mi pare sia una recensione sensata, quindi cerco di essere più specifica.
Ti dico subito qual è stata in assoluto ciò che più ho apprezzato, e amato, di questo capitolo: il fatto che Kuroko si dedichi alla recitazione interpretando il samurai Atsumori e che questo sia il nome del cavallo di Akashi. Magari sono io che do troppa importanza ai dettagli, ma mi ha dato un senso di vicinanza ai due mondi in cui si ritrovano a vivere entrambi, nonostante la distanza, è come se ci fosse un filo ad unirli e a congiungere aspetti della loro esistenza che non possono ancora conoscere.
Bene, ora passiamo a tutto il resto ~
La descrizione di Kuroko, intento nella recitazione, è stata stupenda, davvero. Sembrava quasi di vederlo, perché ci hai regalato gesti precisi e delineato le sensazioni abbellivano la stanza tramutata in palcoscenico, da sembrare veramente di assistere alle sue prove, confinato in un altro mondo. Si coglie facilmente la cura con cui ti sei dedicata a questa storia, l’attenzione per i dettagli, le ricerche per rendere il tutto in linea con l’ambiente reale che questi due ragazzi respirano, è una cosa che apprezzo moltissimo. E rende questo momento con Kuroko reale, nel senso che è esattamente così che si comporterebbe in questa data circostanza, e lo si ritrova facilmente, senza problemi. Altra cosa che ho molto apprezzato è la cura che ci ha messo in quello che sta facendo, anche se non è per diletto personale come il basket – accostamento tra queste due attività che ho gradito, appunto per la differenza emotiva con cui le vive.
Passando ad Akashi, è molto facile ritrovare l’Akashi del manga nella tua storia. Si vede che è lui, nella sua dedizione a qualsiasi attività da lui compiuta, nell’apparire degno delle aspettative che il suo nome comporta e soprattutto nel dare un unico gesto di intimità non a una persona, ma al suo cavallo, perché di persone a cui concedere un pezzo più vero di sé non ne ha – e forse nemmeno vuole averne. Non credo ci sia molto da dire su quanto trovi azzeccata la scelta di aver posto un giorno per la valutazione di Akashi da parte del padre, non so, credo che se mi dicessi che è una cosa che mi sono persa leggendo il manga, non faticherei a crederti.
Come sempre è molto apprezzata l’introspezione che contraddistingue il tuo stile. Dato che io non riuscirei mai a leggere una storia che ne sia priva, che non dedichi attenzione alle psicologie, leggere una tua storia in cui ti dedichi così bene e approfonditamente a questi aspetti è veramente una gioia per me e il mio amore per le pare mentali ~
A parte dirti che continuerò presto la lettura, non mi rimane che salutarti, alla prossima ~
Ilse |