Come ho avuto modo di dirti nel breve messaggio che ho avuto il tempo di mandarti prima di questa recensione (o non-recensione, vedremo...), questo capitolo è veramente intenso e bellissimo. E' pieno di considerazioni importanti e di sentimento. Non intendo sentimentalismo, ma sensazioni ed emozioni. E' ricco e carico di pathos.
Intendo proprio pathos, nel suo senso letterario, come opposizione al logos. Il primo è emozione, il secondo è logica. In questo capitolo domina il pathos e coinvolge il lettore, portandolo a perdersi nei tuoi ragionamenti.
La tua spiegazione nella mail mi ha chiarito l'unica parte che mi era risultata oscura. Ammetto adesso che la spiegazione era nel seguito del tuo capitolo, ma non ero sicura che ti riferissi proprio a quello. Ora lo so e mi pare che tu abbia detto quanto doveva essere detto nei tempi e nei modi corretti. La colpa di non aver compreso immediatamente il significato della scena finale dell'incontro fra Kasumi e Thane è da ascrivere solo alla mia cecità o, meglio, all'insicurezza che ho provato.
Devo ammettere anche che il tema fondamentale mi ha colpito moltissimo. E' tutto bello e interessante, ma quel messaggio che si palesa per la prima volta nella scena a cui mi sono riferita poco fa, ma guida la stesura di tutto il capitolo, vale da solo tutte le righe che hai pubblicato.
Thane ha preso coscienza di quello che il passato significa, ma quel ragionamento del Drell, apparentemente così personale, può essere allargato a chiunque. La speranza di poter alterare il proprio passato, se si disponesse di una bacchetta magica, deve avere affascinato chiunque. Nella maggior parte dei casi sono certa che, come Thane, quasi tutti penserebbero istintivamente di voler cambiare almeno qualcosa del proprio passato. Io cambierei molte cose, anche se non tutte.
Eppure ci sono aspetti della propria esistenza che derivano necessariamente da un passato che si potrebbe aver voglia di cancellare. Faccio un esempio: si potrebbe desiderare di non essersi mai sposati o di aver sposato una persona diversa. Poi si pensa ai propri figli e ci si rende conto che si tornerebbe ad accettare quello stesso matrimonio, con quella stessa persona, solo per poter avere gli stessi figli.
Il presente è indissolubilmente legato al passato e cambiare ciò che è stato porterebbe a necessarie variazioni nel nostro vivere quotidiano. Siamo certi di volerlo fare, ammesso che potessimo?
Riporto l'esempio che mi hai scritto tu, perché riguarda Mass Effect e non potrei scrivere nulla di altrettanto potente se mi riferissi alla mia romance con Garrus.
"Se mi chiedessero di decidere se far morire o meno Thane in Mass Effect io cosa risponderei? Istintivamente è probabile che opterei per la seconda, com'è ovvio.. ma poi subentrano i dubbi. La romance avrebbe avuto quello stesso carico emotivo? Cosa sarebbe cambiato? E il cambiamento fa paura."
Esatto, il cambiamento fa davvero paura, così come lo fanno i desideri che poi improvvisamente si avverano...
Il passato di Thane è anche quello che gli consentirà di incontrare Shepard e, di conseguenza, di riallacciare un rapporto affettivo profondo anche con il figlio. Ripudiare il passato significherebbe cambiare anche il presente e non è possibile. Credo che Thane si renda conto, forse ancora a livello inconscio, di poter usufruire di una seconda occasione, del tutto inattesa e addirittura insperata. Una seconda occasione la cui grandiosità in termini di coinvolgimento emotivo riuscirà a superare il dolore per la relativa brevità del tempo che sarà loro concesso.
Grazie di cuore per questo bellissimo capitolo, così denso di riflessioni. A presto!
S. |