Posso cominciare col dire che trovare un tuo nuovo lavoro è sempre un’incommensurabile fonte di giUoia, posso? Toh, l’ho già fatto! sono stupida, perdonami
Tra i tanti pregi dei tuoi scritti vi sono senza dubbio la passione e la cura di cui essi sono pregni. Sarà che quello delle fan fiction è un mondo nel quale, ormai, sono immersa a pieno, che i personaggi che racconti, come ben sai, mi stanno immensamente a cuore, ma sta di fatto che poche storie mi toccano come quelle in cui la devozione e l’amore dell’autore risultano tangibili, e nelle tue lo sono puntualmente.
Penso che l’unico modo per realizzare un’introspezione convincente sia quello di viverla in prima persona e farlo richiede a) una profonda conoscenza dei personaggi/del personaggio che si intende raccontare e b) una spiccata sensibilità. Nella circostanza, tu hai dimostrato di possedere entrambe le qualità (e non è la prima volta che lo fai, anzi: hai già provato ampiamente di saperti cimentare con storia emotivamente dense). Il tuo modo di raccontare le emozioni non è mai passivo o abulico, ma sempre autentico e vivido, e si tratta di un risultato conseguibile soltanto da chi mette anima e corpo (e cuore) nei propri scritti.
Quel che più mi piace dei tuoi lavori su Steve è il modo in cui tratteggi il suo rapporto con il passato: è amato, malinconico, straziante. Il peso del passato è, in generale, difficile da sostenere, ma nel caso di Steve si tratta senza dubbio di un fardello doppiamente gravoso e tu hai scelto immagini e termini straordinariamente azzeccati per raccontare tutto ciò (“Il peso di ciò che hai vissuto e compiuto avvelena l’aria che stai respirando. Ti consuma dentro, ti imprigiona”).
Ti faccio i miei più sentiti complimenti per il sentimento che hai riversato in questa storia: ti assicuro che si sente TUTTO.
Nella speranza di leggere presto qualcos’altro di tuo ogni riferimento a storie di cui abbiamo discusso in privato NON è puramente casuale , ti abbraccio e ti scuoricino *stritola* |