Recensioni per
Delirio e Sanguinolenti Poltiglie
di Melinda Pressywig

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 1 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
17/11/13, ore 13:19

Aspetta, aspetta, aspetta. Prima di dire cosa penso di questa one-shot, ti dico che in "Ci furono urla di spavento, urla isteriche, urla di puro stupore. Molti si rannicchiarono a terra, per proteggersi dall'attacco  improvviso." e in "   Una visione raccapricciante e nauseante." ci sono degli spazi in più: nel primo periodo è tra le due parole sottolineate, nella seconda è prima dell'inizio del periodo, nella parte quasi finale della one-shot.
Detto questo, posso finalmente farti dei meritatissimi complimenti. Secondo me hai talento per scrivere cose simili, sul serio! Sarà che io sono di casa dove c'è violenza, ma per me hai fatto un lavoro eccezionale.
Non avevo nemmeno mai letto niente di tuo -credo- dunque sono rimasta doppiamente sorpresa dal tuo lavoro.
Hai presente la parte in cui scrivi "Poi, d'improvviso l'atmosfera cambiò: come in una scena a rallentatore, le persone presenti in quel luogo parevano muoversi più lentamente."? Io quel cambiamento nella narrazione, quella scena a rallentatore l'ho vista, l'ho letta, l'ho sentita perfettamente, senza sforzo. Ed è stata una cosa fantastica, perché sei riuscita a cambiare il ritmo della narrazione sul serio, non come altra gente che scrive cose simili ma che alla fine non riesce nemmeno a farmi immaginare la scena.
Mi piace, mi piace, mi piace, e non ci vedo nulla di nonsense: se è uno psicopatico scappato da un ospedale psichiatrico, questa situazione la vedo più che possibile.
Ancora i miei complimenti per il tuo lavoro, sei stata bravissima.
A presto~ ♥

Nitrogen;

Recensore Veterano
28/10/13, ore 21:34


Ciao e, innanzitutto, buonasera! Sono capitata qui per puro caso, non so neanche ricostruire che strada ho percorso * si guarda intorno convinta che non riuscirà più a tornare a casa propria* io sono Codivilla, una lettrice tranquilla tranquilla... e adesso smetto di fare la pagliaccia e vengo ai miei commenti su questa breve storia.
Scrivi bene, benissimo, e questo è innegabile. La lettura scorre senza nessuna difficoltà e sei brava nel gestire gli ambienti che proponi all'occhio del lettore. Grammaticalmente parlando, quindi, non ho proprio niente da dirti (non sono affatto un'esperta però, eh, anzi ;D).
Quello che trovo 'dolente' - se così vogliamo dire - nella storia è, purtroppo, proprio la trama. Ho letto la storia tutta d'un fiato, incuriosita, e giuro, sono rimasta davvero malissimo per come è finita. Nel senso che a mio avviso la storia poteva essere sviluppata in maniera più ampia, invece di finire così bruscamente col fatto che è un pazzo psichiatrico e basta. Ovviamente è una questione di gusti e di come tu hai pensato la storia, quindi questo è solo un pensiero. Quel che non mi convince oltre questo è il fatto che la scena sembra surreale. Non che non debba esserlo, dato il genere scelto, l'horror, ma io avrei immaginato gente che scappava, che saltava fuori dai vetri rotti delle porte-vetri, piuttosto che l'immobilità statica che hai scelto come descrizione narrativa. Te lo dico perché questo aspetto tocca un punto essenziale: essendo così 'surreale', è una scena che quasi non trasmette paura, ma risulta a tratti tragicomica. Innegabile che sia molto splatter, descritto benissimo fra l'altro; tuttavia penso tu sappia bene che i migliori horror sono quelli psicologici ;) quindi questa storia, come tu stessa dici nelle note, io la leggo più come una piccola creazione a sé stante nel nonsense, quasi, considerando che il protagonista è un pazzo.
A parte questo, però, ti lascio una opinione estremamente positiva: cercherò di leggere altro di tuo, perché mi piace proprio il tuo stile, nonostante penso che sull'horror ci sia ancora un pochino di lavoro da fare. 

Un salutone e alla prossima,
Codi.
 

Recensore Junior
17/10/13, ore 21:07

Ok ci sono, ci sono.
Vedo che ti sei ormai appassionata alla scrittura horror! (e anche alle malattie mentali, molto probabilmente)
Comunque, ho iniziato il racconto immediatamente colpito dall'ambientazione! Ho pensato di aver perso il senno. Una banca? Una banca affollata? Un racconto horror? Ommioddio, che sta succedendo?
No, beh, la colpa è mia, che non mi sono fidato. Pensavo che avresti ritentato lo stesso percorso del tuo racconto precedente, mostri e soprannaturale, ma ti sei dimostrata sicuramente originale!
(Non voglio perdermi nelle solite frasi xD e poi hai già sei recensioni positive, spero che tu abbia ancora un po' di posto per me)
La figura del killer è trita e ritrita. Il solito tizio malato che ammazza gente armato di motosega. Il problema sta nel colpo di scena. E che colpo di scena!
Questo sembra di trovarselo davanti, una figura minacciosa che ti compare davanti tra un sorso d'acqua e un altro. Al diavolo la figura riutilizzata, questo mi sta minacciando con una motosega! E lì tutto diventa frenetico, travolgente!
That's good :) Anche perché al profilo usurato del killer mi è venuto da pensarci solo alla fine del racconto, alla lettura dell'articolo di giornale, quando tutto era già stato accatastato tra vecchi articoli. E li ti dici -osti, era il solito tizio- beh, ma al momento non c'hai mica pensato, parac###!
Beh, la solita recensione banale. Sembra più un modo per dirti "Si! Sono ancora qui!" :D non so più neppure io che scriverti.
Comunque sia, come recensione generale, ti dirò che ogni tuo racconto ha lo strano potere di avvolgere il lettore fino a catapultarlo nei luoghi delle tue storie.
Complimenti di nuovo!

Recensore Master
16/10/13, ore 22:35

Ciao!
Mamma mia che dispersione di sangue e parti del corpo!
Veramente bella storia, tu ti sei divertita a scriverlo ed io mi sono divertita a leggerlo.
Alla prossima.

Recensore Junior
14/10/13, ore 22:51

Che ti sei divertita a scriverlo non mi sorprende. È un racconto sopra le righe, esagerato e folle, ma scorrevole e agile, si legge che è un piacere.
Anch'io concordo riguardo ai nomi in italiano: danno una sensazione maggiore di famigliarità e quindi in contesti come questi, vicini alla nostra realtà, sono più appropriati e ci immergono maggiormente nella situazione.
Riguardo al genere, credo che vada bene horror, mi sembra che il racconto possa rientrare nel suo filone più splatter, mentre lo vedo troppo esagerato e troppo poco "serio" (non in senso negativo ovviamente) per metterlo nel drammatico. Poi la decisione spetta a te.
Ah, credo che qua: "Egli non esitò  rispondere" ti sei mangiata una "a" tra esitò e rispondere.
Beh, ancora complimenti per questo racconto e tanti saluti!
Alla prossima!

Recensore Veterano
14/10/13, ore 20:21

Oh sì.

Carissima Melinda, è per me un grande piacere aver contribuito ad aver diffuso il verbo della sana, gratuita e grottesca violenza. Sapevo che ne avresti tirato fuori qualcosa di dignitoso, e questa roba qui è spassosamente magnifica.

Hai messo il tuo stile pulito al servizio del male, e si è visto: il racconto scorre giù come acqua fresca, tra pezzi tagliati e litri di sangue. Non ti perdi in dettagli e in giri di parole e vai dritto al sodo: ne risulta uno scritto veloce, agevole, e sopratutto, dannatamente divertente. 

"Lo voglio morto quel figlio di puttana... Al diavolo l'etica!"  Sono tipo morto dalle risate.

Questo tizio non si fermava più! Ha rubato un motosega (decapitando il negoziante: magnifico), ha trucidato chiunque incontrasse per poi finire in gloria dentro la banca, crivellato di proiettili. Splendido.

Menzione d'onore all'agente Roberto Saviano: tra un libro inchiesta e l'altro, aiuta la giustizia riempiendo di piombo i serial killer. Lo hai fatto apposta?

Ah, a proposito: mi piace questa cosa che dai nomi italiani ai personaggi: di solito si tende all'inglese, perchè i nomi anglosassoni suonano più faighi (tra Jack e Giacomo non c'è paragone). Ma i tuoi mi suonano più familiari, più vicini: rientra tutto nella "tranquillità" con cui ho ormai etichettato il tuo stile (che ti piaccia o no).

Insomma, sono veramente contento di averti ispirato questo garbato massacro, e porto con onore la dedica che mi hai così gentilmente donato.

Tante care cose, e alla prossima!

Recensore Veterano
14/10/13, ore 20:13

Mmmmh...
Come esperimento è interessante e piuttosto fuori dagli schemi per il tuo solito, mi pare! È il tipo di horror opposto a quello che di solito creo io, ossia pieno di sangue, molto splatter anziché tendente al thriller. Sono due cose diverse e fin qui va tutto bene, una storia come la tua può essere molto godibile e lasciare a metà fra il divertito e lo scosso, se ben gestita. Purtroppo qui, secondo me, hai da lavorare ancora un poco! E mi spiace dirlo, visto che la storia sembra piacerti parecchio, però dai, un'opinione in più può sempre far comodo, penso.
Direi che il problema principale è lo stile, d'altra parte la trama ha un ruolo decisamente ristretto in questo tipo di racconti. Ecco, io credo che tu ti perda un po' troppo in questo racconto, aggiungendo termini non essenziali e che anzi diluiscono troppo l'azione. Vediamo se riesco a farti qualche esempio:
- "La giornata pareva essere iniziata in modo piuttosto proficuo" già solo questo è un enorme giro di parole. "la giornata era iniziata in modo proficuo" guarda che bello! Oppure, se vuoi sottolineare che le cose potrebbero cambiare "stando al suo inizio, quella sarebbe stata una giornata davvero proficua".
- "le persone presenti in quel luogo parevano muoversi più lentamente." è chiaro che intendi le persone presenti, io lo toglierei.
- "Fuori si sentì, in lontananza," "da lontano giunse" o altro...che poi qua devi per forza aggiungere un "da" prima di "fuori" altrimenti sembra che il rumore lo si sente solo da fuori, mentre penso che tu voglia dire che da fuori ci arriva.

E in generale molto altro. Ovviamente ognuno scrive di quello che gli pare, in una scena, ma secondo me qui strafai col risultato da darmi l'impressione di una storia poco curata. Ti consiglierei anche di andarci piano con gli avverbi: meno riesci a metterne meglio è, di solito. Poi di per sé ci sono altre cose che non mi convincono. Di solito in banca ci sono delle guardie armate, o comunque quelle entrate doppie in vetro temperato che hai voglia a sfondarlo con la motosega. E mentre lo psicopatico ammazzava un po' di gente in giro gli altri non potevano filarsela? Capisco che molti in preda al panico rimangano immobili, ma proprio tutti...
Anche i dialoghi sono un po' irreali. Penso fosse voluto il renderli sopra le righe, però anche qua forse hai spinto un po' troppo, per esempio "al diavolo l'etica". Mmmmh, non ce la vedo proprio come frase detta prima di un raid, potevi fermarti benissimo al "lo voglio morto, quel figlio di puttana"!
Diciamo che ogni tanto il tuo solito stile riaffiora, e crei delle frasi eleganti e piacevoli, anche se magari stai descrivendo scene violente e sanguinose. Quello mi piace. Dovresti cercare di estenderlo a tutto il racconto!
Quindi posso dire che, un po' per i miei gusti, un po' per il fatto che penso che tu possa fare di meglio (intendilo nel senso buono, piuttosto che in quello cattivo!) questa storia non mi ha convinto. Si vede che ti sei divertita a scriverla, e secondo me proprio perché pare piacerti dovresti provare a migliorarla.
Sempre che tu sia d'accordo coi miei consigli, s'intende.
Quindi spero di averti detto qualcosa di utile, alla prossima! ;)

Recensore Master
14/10/13, ore 18:51

Molto bello:-D:-D sanguinario al punto giusto e non troppo:-)) complimenti anche per la scrittura ben articolata e entusiasmante:-]:-]

Recensore Master
14/10/13, ore 15:17

Ciao di nuovo Melinda! Ho appena finito di leggere anche questo tuo scritto e sono rimasto sconvolto! Mettiamo uno psicopatico, diamogli una motosega e facciamoli fare una strage XD bene, ma non tanto horror, quanto drammatico, piuttosto!" Ci sono anche questi due accorgimenti: "al padre eterno" Padre Eterno si scrive maiuscolo."apparì la figura ", casomai apparve XD e quindi ben fatto, è "drammatica" al punto giusto; devo dire che per adesso sei fase positiva con l'introspezione e ti riesce bene anche l'articolo di giornale ^^ bene, quindi! Alla prossima!