Recensioni per
Il Giorno del Ricordo
di Francine

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/02/18, ore 18:56

Ciao!
Allora, eccomi di nuovo qui per recensire una storia per la Tombola, in particolare per l'obbligo numero 60: "Recensisci un fantasy scritto da un partecipante".
Ok, parto dal fatto che non ho la più pallida idea di come funzioni il mondo di D&D. E' un gioco che conosco solo di fama, quindi ho letto la storia come fosse una originale. Non so se ci siano personaggi ricorrenti, leggende base, luoghi prestabiliti... Non so nulla.
Ora, tenendo presente questa premessa, passiamo alla storia.
Come sempre, non mi hai per nulla delusa.
Sì, ok, confesso che all'inizio ero un po' confusa da quell'abbondanza di nomi, non ci stavo capendo molto ^^" Ma poi, andando avanti nella lettura, sono riuscita a fare un po' di ordine nella mia testa e a collegare i vari puntini.
La storia ha un'ambientazione che mi intriga un sacco e per tutte e 10 le parti si sente la presenza (più o meno forte) di una costante malinconia. Mi ha anche un po' commossa la parte in cui narri del piccolo Arpegius che si ritrova improvvisamente senza genitori e ad odiare un dio che tutto sommato gli stava anche simpatico.
E poi mi è partita la bromance fra Arpegius e Ahorn xD Ho adorato il loro rapporto.
Lo stile con cui hai impostato la storia mi è piaciuto molto e come sempre, non delude neanche la tua scrittura. Questa volta, però, ho notato 4 piccoli errori di distrazione. Nulla di grave, sono palesemente delle sviste, ma mi sembra giusto segnalartele comunque:
- la "a" che ti è sfuggita nella frase "Eppure, quella di domani non è unA tra le feste più importanti";
- la "l" scappata da "uno spadone appena estratto daL fodero posato sul cuscino";
- la parola "infondo" nella frase "Infondo, non c’è niente di male, anzi!" che qui va scritta staccata e non attaccata (esiste in entrambi i modi, ma se "in fondo" è un avverbio, "infondo" è la prima persona singolare del verbo "infondere");
- la ripetizione dell'espressione "vuotare il sacco" in questo pezzo "D’altro canto, cos’altro può fare? Costringerlo a vuotare il sacco, così da farlo inviperire ancora di più? Forse avrebbe dovuto dare retta a Shelab e a lasciarlo stare. Prima o poi, quel mentecatto di Copperplate vuoterà il sacco.", anche se, a prescindere da ciò, nell'ultima frase sarebbe stato più corretto dire "avrebbe vuotato", oppure cambiare quel "Forse avrebbe dovuto dare retta" in "Forse doveva dare retta".
Per il resto tutto perfetto :3
Alla prossima! (prossima che prevedo molto vicina, in realtà: ho adocchiato qualche altra tua storia da leggere e recensire :3)
-Crystal-

Recensore Master
25/01/18, ore 22:35

Ecco qui a recensire come premio per il
OIOI :3
Da amante dei giochi di ruolo e dei Forgetten Realms ( ... anche se col mio gruppo non abbiamo mai ambientato campagne lì ) non potevo non recensire questa storia. È stata una piccola gioia rivedere scritte parole come Neverwinter,
Zhentarim. E poi ... passiamo alla parte centrale della storia, il rapporto tra Ahorn e Arpegius, un'amicizia che si evolve, cresce e matura, i ragazzi affrontano molte difficoltà e diventano paladini, ma alla fine si ritrovano insieme, attorno al fuoco, a gustare un buona fetta formaggio e del buon pane.
Mi è piacuito anche come hai descritto le varie comparse e le situazione economica iniziale tra le due famiglie di commercianti :3
Lo stile inoltre è molto fluido e ben si adatta all'ambientazione.
Una bella lettura da cui sono riaffiorati ricordi lontani e meno :3

Un saluto

Elgas
(Recensione modificata il 25/01/2018 - 10:46 pm)

Recensore Master
17/12/17, ore 17:00

Ciao!
E finalmente giungo anche qui^.^
Allora, come ti ho detto tratterò la lettura come un'originale, inoltre credo mi cimenterò in una "recensicronaca": la storia è lunga e in questo modo non mi dimenticherò di commentare i dettagli... più o menoXD
Partiamo!

Per il titolo, stavolta, non voglio pronunciarmi subito, aspetto di leggere l'intera storia per tirare le somme e darti il mio parere. Ti dico solo che, per chi non conosce il fandom e non ha idee sulla trama, il titolo invoglia a dare un'occhiata, sopratutto per chi, come me, è attratto dai titoli che danno sensazioni malinconiche e piene di ricordi, dove poter sguazzare.

Ho letto le prime due parti.
Come l'altra volta, non posso non complimentarmi per lo stile fluido e il lessico ricco che sfoggi. Ovviamente la poesia che hai adoperato e trasmesso in "sì" qui non c'è, ma questo non è un difetto, poiché riconosco che la tipologia diversa di narratore e il contesto e i temi trattati richiedano tutt'altra forma. Quindi, mi complimento anche per la coerenza e l'abbinamento di contesto e forma stilistica.
Nel primo paragrafo non sappiamo nulla del protagonista - la sua estrazione sociale, il suo background, particolari fisici - ma credo di poter iniziare a intuire un suo tratto importante: l'orgoglio. Il tuo personaggio è alla ricerca di qualcosa, di un punto di rivalsa, e sembra quasi averlo ottenuto.
Nel secondo paragrafo ho apprezzato tantissimo il modo in cui sfrutti la lotta contro l'ansia per poter introdurre accenni sul suo passato; tra l'altro credo di poter capire dalla gerarchia che hai spiegato che lui sia Arpegius - mi piace il fatto che il suo nome venga presentato in un contesto dove il protagonista in realtà si può dire essere lo zio e i suoi divertenti tentativi. C'è una cosa che spicca in questa parte: l'ambientazione familiare, sopratutto. Possiamo capire che egli fa parte di un ceto medio, magari non è proprio quello più adatto a chi sta lucidando un'armatura e aspira a una rivalsa - che sia questo il riconoscimento che ricerca? l'essere partito da un ceto borghese per poi entrare a far parte dei cavalieri? - e che mentre la sua famiglia pensa a come espandere i possedimenti di famiglia egli ricerca qualcosa che va al di là delle mire verso le gonne di qualche ragazza.
Mi è piaciuta particolarmente la teoria di zia Lia, forse perché è anche quella di mia ziaXD La zia di Arpegius sembra trovargli da fare anche quando il giovanotto è piuttosto tranquillo, quasi a esasperarlo... mi zia mi dà da fare quando vede che inizio a lamentarmi (mi vede indiavolata? e allora per cambiare argomento e non far scoppiare la rissa mi dice "té, pela ste patate... mangia una caramella"... che nervi>.<) Quindi posso capire il giovane uomo.
Ora devo capire come entra in gioco il dio Torn e quale sia il suo intento.

Ok, il dettaglio dell'armatura, prima di tutto! Nella prima parte ricordo il giovane rampollo aver detto che il sole farà splendere gli stemmi sui coprispalle e il petto, adesso Ahorn vede l'armatura coperta alla vista di curiosi... qual è lo stemma? Che segreto porta con sé Arpegius?
La combriccola che ci hai presentato sembra divertente, bene variegata. Inutile dire che i modi di Shelab sono quelli più affini al mio carattere. Mentre Ahorn, con il suo fregarsene di teorie e spazi di pensiero, è l'amico più fidato, oserei dire, quello che ti dà un ceffone per svegliarti. Due tipologie diverse di persone, che hai caratterizzato bene con pochi accenni.
In questa terza parte ho visto due refusi, ma nulla di ché: il testo è impeccabile come sempre.

E' l'elemento malinconico che avevo percepito nel titolo arriva. All'inizio di questa quarta parte avevo pensato che la famiglia di Arpegius fosse caduta in disgrazia, ma c'era ancora il cacio che mandava, quindi non poteva essere, poi la testardaggine di Ahorn ha chiarito tutto. L'armatura ha un significato profondo all'interno della famiglia di Arpegius, forse la chiama del dio Torm non era quello che per lui volevano gli zii, eppure credo che per il nostro protagonista fosse importantissima, perché gli avrebbe permesso di ripercorrere i passi del padre. C'era ancora qualcosa che mi sa di intrigo, ma forse è solo la mia mente che mi gioca brutti scherzi. Mi chiedo solo: cosa deve gridare a tutti Arpegius?

Anche a me piace non svelare subito di quale personaggio parlo del POV e lasciarlo scoprire poco a poco. E' una tecnica che mi coinvolge di più, perché mi permette di scoprire il personaggio prima e dare un significato più profondo al nome dopo, il quale rimane impresso. In questa quinta parte, mi è piaciuto molto scoprire qualcosa di più su Ahorn, e quello che ho scoperto dà un senso alla sua "aggressività" e allo stesso tempo alla sua comprensione nei confronti di Arpegius. Anche Ahorn ha avuto dei dolori nella vita (ora capisco perché è stato così empatico a capire il dolore di Arpegius e perché la sua prima deduzione era stata la morte di un fratello) e il suo modo di affrontarli sembra essere più mascolino e di petto rispetto ad Apergius, ma i due in fondo sono molto più simili di quello che si lascia intendere.
In questo pezzo ti è scappato un refuso, un "infondo" tutto attaccato.
E questo: lascia che la brezza che spira da ovest corre sui suoi capelli cortissimi. (corra...)
Blemenweg è un sagace che all'apparenza si mostra frivolo. Mi chiedo se non si accorga di quanto sia andato vicino alla verità o se è davvero intelligente e silenzioso come verrebbe da credere una volta compresa l'importanza e la veridicità delle sue parole. Attendo la fine per pronunciarmi.

Non è figlio di un Martire? Oppure è un Martire speciale? Ok, mille domande che si accavallano in fretta prima di giungere all'epilogo.
Il Dio ha un leone come compagno? *^*
I sogni del piccolo Arpegius sono anche i miei, scusa il momento infantile>.< Mi piace questo flashback sul suo passato, sui suoi genitori. Entrambi sono morti a servizio del Dio, questo è certo, ma chi sono veramente? Devono avere un ruolo davvero importante che tutti probabilmente ricordano a discapito di altri, e io non vedo l'ora di scoprirlo.
Intanto ho un bellissimo assaggio della quotidianità della vita della loro famiglia, molto tranquilla, dedica al dovere e al servizio, con una profonda forza quindi e devozione. Una famiglia che sa di cose dolci e momenti delicati, intensi anche.
Il modo in cui sai rendere i pensieri e le reazioni di un bambino è davvero perfetto, toccante a tratti. L'innocenza del suo dolore e l'odio che prova verso un Dio crudele che lo ha privato dei suoi genitori credo siano alla base della sua formazione e della sua perseveranza nel servirlo, quasi però con durezza e rancore. Quindi mi chiedo come sia finito per accettare la chiamata di un dio che gli ha portato via i suoi genitori. C'è qualcosa che si nasconde, l'avrò detto mille volte scusa.

Arpegius aveva tirato il via il telo e -> un il di troppo
Bellissima questa settima parte. Mi dispiace molto per Norianna, spero non se la sia presa, ma ciò che mi ha colpito di più è la delicatezza di questa chiamata. Così gentile ma allo stesso tempo ostinata, quasi conoscesse meglio di Arpegius ciò che si nascondeva nel suo profondo. L'incontro con il chierico, poi, è stato illuminante, perché mi ha fatto capire che Arpegius in cuor suo conservava ancora i vecchi insegnamenti e la dedizione per un dio che si odia con quell'odio di chi continua comunque ad amare (non so se si è capito), Arpegius non può mai veramente odiarlo perché l'ha amato troppo e in modo profondo, ma sopratutto i suoi genitori l'hanno amato, e questo fa la grande differenza. Mi chiedo se il padre gli abbia detto qualcosa oltre ha indicargli la via, ad aprirgli gli occhi. Molto bello questo pezzo.

Ahorn mi sembra molto offesoXD
Mi piace che riprendi quella frase dello spezzone precedente, dove Ahorn pensa che Arpegius prima o poi arriverà con il cacio e del vino rubato dalle cucine con l'aiuto dell'altro compagno. Mi fa capire che Ahorn, alla fine, aspetta invano, con quella cocciutaggine di uomo fiducioso che viene abbandonato e a cui viene dato un due di picche. La scena in sé è molto divertente, ma perché è la mente scontrosa e "prepotente" di Ahorn che me la fa percepire così (sei molto brava a dare tono al POV a seconda del personaggio). Poi c'è comunque il suo senso di camerata, l'amicizia e la preoccupazione che i suoi modi di orso in qualche modo tengono nascosto, ma la verità è che la preoccupazione lo sta mangiando vivo.
Mi piace lo spirito religioso che accomuna tutti, a dispetto della loro caratterizzazione. C'è una profonda fede in questo pezzo e nel racconto in generale che mi ha saputo coinvolgere e immergere in un mondo unico. Complimenti.

Normanna è Norianna o è qualcun altro? Un'altra cugina?
Se c'è una cosa che non ho ben capito lungo la narrazione è lo scorrere del tempo. All'inizio, nei primi paragrafi, pensavo che la festa fosse l'indomani e che tutta la storia avvenisse nell'arco di una giornata, ma mi chiedo come abbia fatto Arpegius a essere nominato paladino in quel piccolo lasso di tempo. Forse ho capitolo qualcosa di sbagliato in questo frangente. E' passato del tempo maggiore?
Il saluto tra i due è sentito ma freddo, perché tra loro rimane qualcosa ancora di non detto. E spero davvero che l'ultima parte possa tirare le fila del loro rapporto e del segreto che li separa.

Alla fine Ahorn ha fatto bene ad aspettare il cacio, anche se non c'è Blumenwerg con il vino rubato dalle cucine:D
Il loro incontro e il fatto che il vecchio gruppo non ci sia più... nonostante sia solo una os e molti di loro non hanno avuto grande spazio nel racconto, tutto questo mi ha saputo dare una nota malinconica che si è impadronita della bocca del mio stomaco, un vuoto strano. Brava anche in questo, momento narrato alla perfezione.
Ah bene, Norianna è una che si cerca di guai e ama farsi salvare... per attirare l'attenzione del cugino e vendicarsi del fatto che si sia dimenticato di cercarla quel giorno? Mi diverte questa cosaXD
Eh, no! La storia la volevo ascoltare pure io, mannaggia!
Finale triste, pieno di sofferenza ma con una ritrovata amicizia che mi ha riempito il cuore. Però io voglio il seguito, voglio la storia. Questa os dovrebbe avere uno spazio più grande dove poter essere approfondita. Io non conosco il gioco e non ho idea di come funzioni con il dare una caratterizzazione ai personaggi, cosa sia tuo, originale, in questa storia e cosa fa parte delle basi del mondo dei giochi di ruolo, so solo che mi è piaciuta molta e ha grande sentimento, proprio grazie al ruolo di Ahorn, in realtà. Arpegius per certi versi è folle, il flusso dei suoi pensieri e misterioso, mentre è Ahorn che svela il mistero, con lo schietto aiuto (non ho ancora capito se consapevole o meno) di Blumenwerg(lo scrivo bene questo nome? sono una frana con i nomi>.<)
Ti faccio i miei complimenti, davvero. Storia affascinante, mi hai coinvolto nella sua malinconia e in quel sottofondo di comicità tra amici e camerati che sa sempre prendermi al lazo. Complimenti. Un lavoro con i fiocchi.
A presto!

Recensore Master
16/02/15, ore 17:45

Bella storia, scritta magnificamente, scorrevole e lineare, i personaggi sono caratterizzati molto bene, ed anche io, come altri qui, ho apprezzato come descrivi l'amicizia maschile tra i due personaggi. Mi piace anche l'impaginazione e la struttura come se fosse un diario... A presto ladyhawke83

Recensore Master
06/11/13, ore 14:38

Recensione premio dal contest “I do what I want”

Non ho niente contro le fanfiction slash, ma stando a quanto si vede in certi fandom sembra quasi che l’amicizia tra due uomini non esista. È bello di tanto in tanto imbattersi in storie come questa, che sono scritte bene, scorrevoli, lisce e fluidi come l’olio, e che trattano l’argomento senza doverci infilare per forza dietro chissà quale sottotesto allusivo.
Al di là di questo, “Il giorno del ricordo” è proprio una bella storia. Mi è piaciuta tantissimo l’ambientazione, perché anche qui hai saputo costruire intorno ai personaggi un mondo credibile e sfaccettato. Hai una naturale predisposizione per le parti descrittive, non annoiano mai, riesci a renderle interessanti con metafore azzeccate e pertinenti.
E i personaggi non sono da meno. Una cosa che ho notato anche in “Viaggiatori nella notte” è che le comparse ti riescono molto bene. È facile caratterizzare i protagonisti, ma rendere credibili e simpatici personaggi che vengono solo menzionati e che non compaiono mai attivamente sulla scena non è da tutti: a questo proposito ho adorato Zia Lia e Horace.
I contest sono belli anche per questo: scopri storie e autrici che non avresti mai trovato, altrimenti. È un peccato che non frequentiamo gli stessi fandom.
(Recensione modificata il 06/11/2013 - 02:38 pm)

Recensore Master
27/10/13, ore 22:25

Splendida!
Non solo scritta con uno stile lineare e chiaro, ma profonda e ben strutturata.
Particolare l'uso del presente (che mi ha, inizialmente, fatto pensare all'abitudine di giocare in PbC), ricca di dettagli che ho apprezzato davvero molto. La stretta attinenza all'ambientazione id Faerûn è, per me, un valore aggiunto, anche se non amo i paladini e la superficie, hai reso splendidamente, con pochi dettagli densi di significato sia i personaggi che i luoghi!
Peccato sia una one shot!