Salve
Okay, questo piccolo e breve racconto ammetto di averlo perso, l’ho trovato solo oggi.
Come nella long “Certi sguardi te li porti dietro per una vita intera”, anche qui sei riuscita a non smentirti: una serie di parole fantastiche che, nel loro insieme, danno vita a qualcosa di meraviglioso.
Ammetto di non avere troppa familiarità con i sentimenti a cui ai voluto dedicare questa piccola opera: non ho ancora mai perso persone veramente importanti nella vita, cioè, coloro che ho perso si era persone a cui volevo un mondo di bene, ma non veramente tanto importanti come credo sia colui a cui è stata dedicata quest’opera. Malgrado questo, tento di fare una recensione al meglio delle mie possibilità.
Partirei dal titolo: “L’odissea di un fiore”.
Un titolo a mio parere parecchio bello e che, come un po’ molti pezzi di ciò che scrivi, denota questa tua passione per i miti.
I fiori: forse una delle creature più delicate su questo mondo. Immesso in una storia come l’odissea mi fa venire in mente un solo paragone: i petali che, uno a uno, cadono, come i compagni di Ulisse che, uno dopo l’altro, spariscono. Alla fine ne rimane uno soltanto, ossia Ulisse stesso paragonabile a quel petalo che è riuscito a resistere, riuscito a resistere alla vita che tenta di attaccarti in ogni istante.
Questa, però, è solo una piccola riflessione puramente a livello di parole, diciamo che non sono mai stato bravo a scoprire il vero significato di ciò che l’autore scrive.
La storia si presenta scritta in maniera veramente perfetta, facile da leggere e per nulla pesante.
Astrid e Enea, i due protagonisti, nonché unici personaggi, hanno solamente questo discorso, discorso che inizialmente lì fa partire come sconosciuti ma che riesce ad instaurare un legame che sembra essere lì già da milioni di anni.
Un amore allo stato puro, scoccato da delle parole aromatizzate con il fumo di una sigaretta.
Ora, non chiedermi quali collegamenti la mia mente riesce a fare, tuttavia non appena ho letto le ultime parole, immediatamente mi è venuta in mente una piccola citazione presa da Cloud Atlas “La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti”.
Probabilmente, essa mi è venuta , pensando alla richiesta di Astrid di rivedere Enea. Immediatamente è scattata la scintilla che ha fatto pensare ai legami che continuano oltre la morte.
Magari è stupido, ma è un qualcosa che mi è piaciuto pensare: essi, in un’altra vita, si rincontreranno, magari senza instaurare lo stesso legame, ma una parte della loro anima riuscirà comunque a farli ritrovare.
Bene, detto questo, termino la recensione dicendo che sei un ottima scrittrice e che ogni parola che scrivi riesce a prendermi sempre e comunque.
Continua così.
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