Lo devo dire, questo capitolo mi ha dato veramente molti spunti di riflessione.
A partire dall'idea degli occhi di Yara e Robert, entrambi molto simile, con lo stesso effetto nei confronti di Salvatore. Le due persone più importanti della sua vita hanno un tratto in comune, è dolce come cosa.
Secondariamente devo dire che l'idea dell'arrivo della famiglia di Robert mi spaventa, mi domando come potrebbe reagire il suo giovane amante, avendo perso la sua. Detto alla cieca, non mi verrebbe da escludere lacrime e ricordi, essendo comunque il Natale una delle festività più nostalgiche, dato che difficilmente si trascorre lontani dai propri affetti. Va bene, lo scoprirò poi come è andata la cosa.
Invece il mio noioso interesse e la mia lingua petulante si sono soffermati molto sulla sofferenza di Salvatore, sul reale peso che la discriminazione e la cattiveria delle persone hanno nella vita degli altri. Nel mondo reale fin troppi giovani sono morti per chi erano veramente, per non essere stati accettati per chi erano. Un fatto orribile e deplorevole...
Mi sento male al solo pensiero di cosa si prova nel profondo, di cosa vuol realmente dire non avere luogo dove piantare le radici del proprio essere e della propria esistenza. Mi domando spesso per quale motivo questo mondo voglia a tutti i costi essere inquadrato nella mediocrità e nella sua stupida e disgustosa rigidità. (Recensione modificata il 01/05/2014 - 05:34 pm) |