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Autore: King Of My World    26/12/2013    5 recensioni
Ho deciso di pubblicare un tributo ai gay, il protagonista della storia sarò io stesso. E' una storia nata per gioco, perché io e la mia migliore amica appoggiamo il mondo gay, così, mi chiese se ne potevo scrivere una storia con un personaggio famoso: la scelta è caduta così, su Robert Pattinson. Vi prego, non vi arrabbiate perché è solo un tributo e visto che alla mia amica piace molto questo personaggio, ho deciso di pubblicare qui. Spero vi piacerà, buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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REGALI DI NATALE

Era un giorno davvero molto freddo, esattamente eravamo al mese di dicembre: quasi vicino al periodo natalizio. Robert si stava dando da fare a comprare i regali, il ragazzo spendeva moltissimo con la crisi che c’era; speravo soltanto che non avesse speso tutti i suoi risparmi per quei stupidi regali di Natale: potrò anche capire che sia una bella festa, ma non per far fuori tutti risparmi. Io gli dissi solo che volevo dei libri da leggere, niente di più.
Non sapevo perché, ma l’intuito mi diceva che non mi avrebbe fatto solo qualche libro da leggere; forse anche qualcos’altro. Non ero affatto felice in quel periodo, anche se Robert e Yara mi davano una spinta verso la felicità: allo stesso tempo, mi sentivo sia felice che triste. Poco dopo, i miei pensieri vennero interrotti da Yara, la quale si mise a piangere per via di un giocattolo che non riusciva ad aprire, poverina. Mi avvicinai a lei e le diedi una mano, perché volevo che mia nipote fosse felice e non mi piaceva vederla piangere. I suoi occhi erano davvero belli, erano di un verde acqua, proprio come suo padre. Anche Robert aveva begli occhi, e non facevo altro che cadere nella sua trappola: quella di avermi fatto “quasi” innamorare. Purtroppo non ero ancora convinto della situazione. Era tutto molto complicato, avevo una confusione nella testa che era inimmaginabile. Dopo che la bambina smise di piangere, cercai un libro da leggere per distrarmi un po’. Non sapevo che libro prendere: Robert leggeva veramente molto, in effetti, c’erano libri di tutti i tipi come avventura, fantasy e tanto altro. Ma la mia scelta venne infranta, perché sentii aprire la porta di casa.
 
-Ehi, com’è andata oggi?-. Mi sorrise il padrone di casa.
-Ehm, diciamo bene. La domestica se n’è andata poco fa.-. Mentii, perché era andata via già molto tempo prima.
-Che strano.-. Disse, con una leggera risatina.
 
Forse avrà capito che stavo mentendo. Rimasi un po’ scioccato, perché sotto l’albero di Natale, addobbato di color argento e blu; vidi altri regali e a quel punto lo squadrai con uno sguardo di rabbia. Non ero arrabbiato, anzi, mi faceva piacere che lui voleva passare un Natale felice, però spendere tutti quei soldi a cosa serviva? Se eravamo solo due persone con una bambina?
 
-Scusa, ma perché hai comprato ancora altri regali?-. Gli chiesi un po’ irritato.
-Ah, non te l’avevo detto?-. Disse.
-Cosa non mi avevi detto?-. Gli ripetei.
-Che per Natale verranno anche mia madre, mio padre e mia sorella. Volevo presentarteli!-. Mi accennò il ragazzo.
-Ah, mi fa molto piacere!-. Sorrisi.
 
Ora mi era tutto chiaro: Robert aveva invitato anche la sua famiglia. Fui felice, perché almeno non avremo passato un Natale solo io, lui e Yara. Dovevo dire che era un ragazzo davvero molto generoso e questo già lo avevo notato dall’inizio della nostra convivenza. Purtroppo non riuscivo ad essere molto sciolto con lui, perché mi sentivo ancora a disagio per la situazione, ad esempio: non potevo ancora credere che lui fosse il mio ragazzo. Era troppo banale come situazione, anche se la mia amica Angela mi aveva consigliato di vivermi la storia e basta; in effetti, era quello che stavo facendo, ma non mi sentivo ancora al mio agio e poi non mi andava di festeggiare il Natale: anche per via della morte dei miei genitori, ma non potevo mica abbattermi. All’improvviso lo guardai, lui fece altrettanto con me e mi si avvicinò con la piccolina in braccio.
 
-Perché mi guardi. C’è qualcosa che non va?-. Mi chiese incuriosito.
-No, nulla. Mi piace il tuo modo di fare.-. Gli risposi, senza sapere nemmeno quello che stavo dicendo.
 
Poco dopo, mi diede un bacio sulla fronte. Ero felice in quel momento, sembravamo una famiglia: anche se non era composta in modo perfetto come tutti la vedevano. Da una parte ebbi paura, perché sembrava che fosse tutto sbagliato; mentre dall’altra, ero felice e volevo vivermi la storia. Tutti non facevano altro che giudicare, e se lo venissero a sapere? Cosa avrebbero pensato di me? Erano domande, alle quali non ricevevo risposta. A scuola, avevamo anche parlato in classe di questo argomento e l’unica risposta fu che era contro natura e che loro odiavano i gay. Alcuni avevano anche difeso, ma questo non bastò: solo Angela si schierò contro di loro, ma fu tutto inutile. Io non parlavo, perché tutte quelle risposte mi avevano regalato dolore, tristezza e malinconia, come se stessi da solo e che nessuno approvasse la mia vera natura. Anche se non avevo ancora detto nulla, solo Angela sapeva il mio segreto. Fu un giorno davvero molto brutto per me, mi sentivo inutile e meschino. Ciò vuol dire che se io mi dichiarassi, stava a significare andare contro la classe: e non avevo intenzione di iniziare una guerra, tra umiliazioni e prese in giro. No, questo non lo potevo accettare. Non mi sentivo ancora pronto di fare questa mia scelta. Infatti, Angela me l’aveva sconsigliato, ma io non avevo nemmeno la voglia di dichiararlo e né tantomeno dirlo a loro. Preferivo passare gli ultimi due anni in silenzio e starmene per conto mio e prendere quel dannato diploma.
Stavo tra le braccia di Robert e mi sentivo bene, avevo bisogno del suo sostegno e del suo aiuto: perché non l’avevo conosciuto prima? Era davvero una persona d’oro e mi rassicurava in ogni momento; ne avevo davvero bisogno, era la mia salvezza. Il ragazzo dei miei sogni, forse, era arrivato per davvero e fui contento per questo: magari una cosa buona nella mia vita, capitò. Personalmente non credevo all’amore, ma arrivati a questo punto, penso che un po’ dovevo crederci e farmene una ragione che l’amore esisteva: nella realtà, io avevo paura di questo sentimento per via di aver visto gente che arrivava a tal punto di uccidersi per stare con il loro amore. Questo era davvero troppo… Non potevo mica ammazzarmi per stare con l’amore della mia vita. Avrei sofferto, si. Ma ammazzarmi era davvero ridicolo.
 
-A cosa stai pensando?-. Mi domandò incuriosito.
-Nulla, stavo pensando che stare tra le tue braccia è come se fossi al sicura. Mi piaci, Robert.-. Gli svelai con un sorriso.
-Sono contento che pensi questo di me, ti amo.-. Continuò subito dopo.
-Sei una persona speciale e non ti farò scappare per nessuna ragione al mondo. Ti amo anch’io!-. Terminai, dandogli un bacio. 


ROBERT

SALVATORE

YARA

 
   
 
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