Recensioni per
Galli
di Dragana

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/12/15, ore 12:27
Cap. 1:

Posso shippare il gallo di Azùcar con la gallina di Banderas? So che non è il modo migliore di iniziare una recensione, ma ci ho già costruito una romance che neanche per le mie OTP più fervide xD
La smetto xD Ricominciamo.

Ciao dal tuo Babbo Natale Segreto, o uno dei tanti... spero :3
Devo dirti che ho apprezzato tantissimo questa storia, è stata assolutamente inaspettata e mi ha rapita praticamente dalla prima riga. Anche una mia amica, anni fa, aveva scritto qualcosa ambientato in America Latina (sempre che nel tuo caso non si tratti della Spagna, ma comunque il senso non cambia) e per qualche ragione le storie con questi toni mi mandano sempre in brodo di giuggiole. Adoro le vicende di questo tipo, di illegalità "a fin di bene" o, comunque, che mostra anche il lato umano di chi infrange la legge.
C'è anche il punto di vista di Adela, che è molto affascinante e incredibilmente attuale: se una donna prova un desiderio per qualcuno che non è suo marito, viene presa a pesci in faccia (e, dal punto di vista della correttezza e del rispetto del "sacro vincolo del matrimonio", è anche ragionevole); lei, invece, ha la possibilità di soddisfare il proprio prurito e, chissà, magari scoprirà che è sopravvalutato.
Magari dopo questa vicenda ne usciranno più forti come famiglia. Per la serie: la speranza è l'ultima a morire.
Complimenti davvero, questa storia mi ha proprio appassionata, sebbene non sia lunghissima. Sono entusiasta *-*

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 5.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]

Recensore Junior
14/07/14, ore 21:50
Cap. 1:

Ho aspettato troppo per recensire questa storia. Allo stesso tempo, so di farlo in un momento in cui hai accumulato parecchie recensioni a cui rispondere, ma un patto è un patto e visto che oggi mi è filata liscia una certa cosa è venuto per me il momento di dedicarmi a "Galli".
Non hai idea di quante volte l'abbia riletta.
E' vero, sai? E' becera. Mette anche un po' di tristezza se la si legge così, magari un po' distratti mentre si digerisce il cenone e ci si ripiglia dalla serata di bagordi.
Io però non ero distratta. Subito, fin dalla prima lettura ho potuto apprezzare Adela.
Adela che all'inizio mi ha fatto quasi pena, perché è sposata con un eterno perdente, uno di quelli che lo sai già che finiranno con le pezze al culo. Eppure, tanto perdente non deve essere stato se è riuscito ad accaparrarsi una come lei. Però evidentemente non gli basta averla, lui vuole di più (sono convinta che lo faccia solo per dare alla propria famiglia la ricchezza che lui ritiene debba avere). Dicevo che Adela mi ha fatto quasi pena, all'inizio, perché la vedevo come la moglie al marito perdente. Costretta dalla cultura in cui è nata a vivere con un tale peso. In poche righe si svela tutta la complessità di questo personaggio, che secondo me non è costretta a rimanere con Antonio, anzi, lei lo ama. Amare però non vuol dire non stancarsi di certi comportamenti. E così Adela diventa una donna stanca. Innamorata e stanca. Una donna che si merita di farsi una trombata con un tizio muy caliente. E si merita anche di poter tornare da suo marito a testa alta.

Recensore Master
26/02/14, ore 19:21
Cap. 1:

Adesso di sicuro dirai che sono di parte, perché sono la tua amychetta e quindi non mi crederai. Ma visto che non posso fare molto per convincerti del contrario, lo dico lo stesso, perché lo penso sul serio, nonostante quello che credi tu.
Questa storia è bella.
Questa storia è ben scritta.
Questa storia è bella soprattutto per il personaggio di Adela (e per i figoni, ma loro sono l'aggiunta in più).
C'è una cosa che ti invidio dalla prima volta che ho letto un tuo racconto. I personaggi femminili. Le tue donne sono sempre tridimensionali e sfaccettate. Una volta ho descritto le storie che scrivi come un carnevale di colori. Ecco, anche le tue donne (suona ambiguo detto così) sono una girandola di colori sgargianti e vistosi, che mettono in mostra i loro pregi e i loro difetti. Sono donne forti e veraci, dalla scorza dura, ma come qualsiasi essere umano anche loro hanno dei punti deboli, luci e ombre che le portano a fare delle scelte, giuste o sbagliate che siano. Penso a Renata, a Sulpicia, Leah, Nessa... Il bello è che succede anche con i personaggi non tuoi, quando li prendi in prestito: è come se sotto la tua penna, il personaggio femmile in questione cominciasse a brillare di luce propria (per questo mi viene sempre da ridere quando dici che non vuoi rovinare Darla, ti assicuro che no, non la rovineresti affatto).
Tutto questo spiegone per dire che Adela è un bel personaggio. Una donna forte, che va avanti con dignità, nonostante abbia un marito con le mani bucate, che la porta sul lastrico. Che preferisce rimanere accanto al marito, tenere unita la famiglia, fare da madre ai suoi figli, piuttosto che scappare dalla situazione in cui è capitata. Diciamocelo, scappare, andarsene, trovarsi un marito migliore sarebbe stata la scelta più semplice. Scappare dai guai, dalle responsabilità. Lei invece no. Il vero colpo di scena è che lei scelga la strada più difficile, scelga di rimanere, di fare buon viso a cattivo gioco.
E alla fine della fiera è lei che ne esce vincente.
La donna vince. L'uomo perde (Azùcar a parte, ma lui non fa testo: vince a prescindere).
(Recensione modificata il 26/02/2014 - 07:23 pm)

Recensore Junior
12/01/14, ore 22:18
Cap. 1:

Questo racconto è un vero gioiellino. Mi piace lo stile che sì, richiama molto bene le atmosfere di certi romanzi di autori sudamericani, mi piace il tema che hai sviluppato ma, soprattutto, il modo in cui lo hai sviluppato, con una conclusione non banale. I personaggi sono ben caratterizzati con poche e decise pennellate, le atmosfere sono vive, la descrizione del combattimento tra galli azzeccatissima, con quel paragone con gli uomini che prepara il terreno al twist finale.
Complimenti sinceri, è la prima volta che ti leggo ma tornerò con piacere! :)

Recensore Veterano
07/01/14, ore 12:13
Cap. 1:

Ciao!
Sarà anche becera, come dici tu, ma io l'ho divorata dalla prima all'ultima riga. E Azùcar è perfetto nella sua perfidia mascherata da buona educazione.
Antonio e Adela sono stereotipi perfetti di una povertà che non potrà mai essere diversa da se stessa, e tu l'hai dipinta meravigliosamente.
Mi ha appassionato molto, e non ho trovato difetti, onestamente.
Se hai altre storie "becere", le leggerò volentieri :)
Alla prossima
Mary

Recensore Veterano
02/01/14, ore 15:42
Cap. 1:

Hai fatto benissimo ad onorare la tradizione di pubblicare il primo giorno dell'anno.
Sì è becera, soprattutto nel finale. 
Becera nell'accezione migliore del termine, quel volgarotto un po' didascalico, un po' da western anni '70, con la bonazza con la camicia bianchissima e i capelli nerissimi e la gonna a ruota, il perdente senza speranza e il cattivo che lo è fino in fondo, senza possibilità di riscatto e perdono. Il sole che schianta i sassi e i titoli di coda che scorrono sulle note di un mariachi.
Così becera da diventar sublime, facendo il giro da dietro (La definizione è tua!).
Peccato quella caduta di gusto.... il gallo Rosssito. Ma dico, dove si è mai visto un gallo da combattimento con un nome così da checca? ;)
Buon anno, cara.
E che non ti manchino mai le parole e il tempo per metterle in fila e regalarcele!
cen.
 
(Recensione modificata il 02/01/2014 - 03:43 pm)

Recensore Junior
01/01/14, ore 12:35
Cap. 1:

Non è becera per nulla, anzi.
Io l'ho apprezzata molto.
Devo dire che leggerla mi ha coinvolta. La dscrizione del combattimento tra galli è stata così reale da riuscire a vederla.
Il tuo racconto mi ha dato lo stesso sapore di una lettura di Isabel Allende.
Complimenti. Brava e Buon Anno.
Glance.