Tremendamente triste, a volte anche un po' pesante.
Ma pesante, si intende, in senso buono, perché è così che deve essere. Deve pesare sulle spalle, come ogni periodo lungo tre righe, devi trasmettere la tristezza in qualche modo, devi darle continuità, devi far entrare il lettore nella storia con tutte le scarpe. E, santo piripillo, ci sei riuscita.
Che poi, diciamocela tutta, quella che c'è entrata di più, sei tu.
Perché in Rose c'è tanto di Federica.
Ed è così bello quando uno scrittore mette del proprio nei suoi personaggi, e più ce n'è meglio è.
Ci sono parecchie frasi che mi hanno colpita, che andrebbero lette, rilette, trascritte e rilette. Posso addirittura citartele qui.
"[...] facevano il solito cuore di merda, quel cuore accompagnato dal solito ‘per sempre’, che poi non durava neanche l’attimo di dire ‘ti amo’." o anche "Si guardava le gambe e pensava che non sarebbe andata da nessuna parte. Erano così instabili, forti si, pompate di muscoli, ma deboli nelle decisioni, nelle scelte, nel futuro.
Dove l’avrebbero portata quelle gambe?" ma anche "Zayn non c’era. Zayn non c’era, ma lei lo sentiva, lo sentiva ogni volta che voleva, che ne aveva bisogno, perché il suo non esserci stato mai lo rendeva da sempre presente nel suo cuore. " decisamente stra belle.
Potrei farne altri, ma dovrei praticamente riportare tutto, quindi evitiamo di farlo.
Si, so che l'hai pubblicata settordici anni fa, ma io su EFP non ci entro quasi più e questo è il meglio che riesco a fare.
Continua a scrivere, mi piace tanto come scrivi.
Ci vediamo presto e ci sentiamo ancora prima.
Ti voglio bene.
Esse.
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