Recensioni per
Un mondo pieno di luce
di Elisir86

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
21/03/14, ore 11:02
Cap. 4:

Per. La. Miseria.
Stavolta me ne fregherò dei refusi, delle concordanze, dei picocli sassetti che non consentono un'andatura spedita. Qui ci sono due bei tornanti mica da ridere. Sbucano alla fine di un rettilineo lunghissimo, dove il piede scande da solo sul pedale, e ti ritrovi a tavoletta, quando arriva lui. Il curvone di Suzuka.

Manaar m'è piaciuta. Dico davvero. È riuscita a bucare la scorza dura della sottoscritta, e mi ha fatto una grande tenerezza questa ragazza vestita di rosa acceso con il capo velato e gli occhi scintillanti.

Nachi. Il tuo Nachi. Lo adoro. Si pone delle questioni mica da ridere, sotto la doccia e dentro la stanza che divideva con altri due bambini. Altri due suoi fratelli. Che aleggiano, come fantasmi attorno al letto, su cui Nachi s'addormenta così come mamma l'ha fatto. Blush.

Ma chi ruba la scena, qui, è Ichi. Quando legge quei documenti e scopre che sua madre no, non è morta, ma anzi, è viva e vegeta, ho provato una genuina simpatia per quel povero disgraziato. Per lui bambino, che si rifugia sotto l'altare, vessato da tutti. Io sono sicura che padre Osamu avesse ragione. Che forse Chiaki è sì, viva. Ma ci sono tanti modi di essere vivi. Attaccati ad un respiratore, ad esempio.

Recensore Master
07/02/14, ore 11:31
Cap. 2:

Et voila, altra bandierina neutra, per i motivi spiegati nella precedente recensione.
Di questo capitolo ho apprezzato la genesi di Rodrio (RoDOrio è la traslitterazione di Rodrio in giapponese, lingua in cui le uniche consonanti ammesse ad andare a braccetto sono le doppie ed il nesso tsu. Tutte le altre consonanti hanno una vocale d'appoggio, che può essere la o o la u, e questo avviene per le parole d'origine straniera. Ma questo non è un problema tuo, diciamo piuttosto che il fandom si siede sugli allori e sulle convenzioni sballate ed è difficile farlo alzare, a volte...) e che a voler creare una comunità attorno al Santuario sia stato il Santo del Capricorno. Io AMO il Santo del Capricorno, anche se, magari, questo non assomiglia a Shura. E da qui la Domanda (assolutamente gratuita ed assolutamente irrilevante ai fini della storia, me ne rendo conto): Apellos assomigliava a Shura, oppure no?

Tra i personaggi gettati nell'agone, ho adorato la Devota Sotiria. Mi si è stretto il cuore nel vederla china, nei suoi settant'anni, a raschiare via il sangue della dèa sul marmo candido con le dita magre ed artritiche, sia per la difficoltà nel rimuovere il sangue una volta seccato, sia per quello che quel sangue rappresenta per lei, il ricordo di quella ragazzetta così amata e così attesa di cui si è occupata per solo due anni.
E qui entra in scena la rompiballe che dorme sopita in me: perché Sotiria sa che Aiolos aveva rapito la bambina e che la piccola Athena non era più al Santuario?
È vero che Aiolos scappa con la bambina tra le braccia e l'armatura del Sagittario, ma al Santuario sono tutti convinti che Athena sia tornata in qualche modo misterioso, e che presieda alle udienze col Sacerdote da dietro i drappi rossi che si trovano alle spalle del trono; tant'è vero che Aiolia, quando ritorna al Santuario dopo aver visto coi suoi occhioni Saori, chiede al Sacerdote di aprire le cortine e fargli parlare con Athena.
Com'è possibile, quindi, che la Devota Sotiria sappia che Athena no, non è al Santuario fino alla battaglia delle Dodici Case?

Mi rendo conto che la storia narrata da Kurumada abbia bisogno di una sorta di Guida per essere chiara e lineare (ed a volte si fatica da matti pur avendo provato a spianare le colline e a riempire i crateri che quell'uomo lascia alla sua stessa trama); scegli, però, una tua versione, e spiegala in questa storia. Altrimenti il lettore si porrà delle domande, a cui tu devi poter dare delle risposte.

La famiglia di Fares continua a non interessarmi. Nel senso che non è scattata la simpatia, intesa nel significato più letterale del termine, per questo personaggio. la domanda che mi pongo è "Che diamine ci fa una famiglia araba/egiziana/libica sulle colline della Grecia?". Voglio dire, per andare in un posto così sperduto, un motivo devi avercelo, a meno che questa famiglia non nutra un amore smodato per le rocce e le capre...
Spero non siano turchi, visto e considerato l'amore (eufemiiiiismooooo) che intercorre tra greci e turchi.

Il registro lessicale m'è piaciuto. Molto. Ho apprezzato l'idea di rendere tuo questo mondo dandogli un'impronta linguistica caratterizzante. Ti confermo gli aggettivi greci che hai scelto (anche se io avrei usato Parthénos, in vece di Parthéna, ma io non sono greca, capimoci. Vado ad orecchio e posso sbagliare).
Ti segnalo che Excalibur abbisogna di una c dopo la x, e che il nome corretto è Agathê, non Agasha. Che è molto arabeggiante e melodioso, e penso che quasi quasi te lo fregherò. Forse. Un giorno. Chissà.
(Recensione modificata il 07/02/2014 - 11:36 am)

Recensore Master
07/02/14, ore 10:59
Cap. 3:

Torno a leggere questa storia dopo un certo periodo. Hai per caso trovato qualcuno che ti beti la storia? Lo dico perché restano, comunque, refusi, accenti mancanti e virgole anarchiche, ma noto grossi progressi dal primo capitolo (sì, ho letto anche il secondo, aspetta che finisco qui e ti commento anche quello).

La tua amica ha ragione nel dire che questi capitoli sono introduttivi, ma non vedo cosa ci sia di male. Siamo solo al terzo, d'altro canto, e c'è la necessità di andarci coi piedi di piombo, in un certo senso, per far entrare il lettore nello spirito della tua storia. È comprensibile una certa prudenza. Significa che tu, a questa storia, ci tieni e vuoi essere sicura di far ambientare il lettore nel tuo mondo. Che è simile a quello di Kurumada, ma visto attraverso le tue lenti.

C'è da dire, piuttosto, che il secondo ed il terzo capitolo potrebbero, un domani, essere riuniti in uno solo, così da non dare al lettore la sensazione di uno spezzettamento (inutile) della trama. In questo caso sì che la tua amica avrebbe ragione nel dirti che questi due capitoli sono troppo descrittivi. Ci sarebbe troppo sugo e poco arrosto, o troppe patate e poca carne, insomma. Tu pensaci.

Ho amato molto i personaggi originali. Marin, Shaina, Ichi, Ban. Geki. Mi sono piaciuti nel loro essere protagonisti di un mondo che sta cambiando, che si sta ricucendo le ferite da solo, nella pia illusione che tutto sia come prima, che nulla sia cambiato. Il dolore di Marin per la perdita di Aiolia, la lacrime di Shaina sul cuscino stretto al petto, la frustrazione di Geki, la guasconeria di Ichi. Il silenzio di Ban (poveraccio). Fares, e sua sorella, non mi dicono molto. Non trovo in loro quell'appeal che mi faccia affezionare alle loro figure (cosa, invece, che è successa subito per la Devota Sotiria), ma magari, più avanti, chissà...
Non ho capito una cosa, però: quando Geki borbotta (eufemismo) per non aver cavato un ragno dal buco, dice che hanno sprecato tutti i loro risparmi. Ma risparmi di chi? Del Santuario o di Geki e soci? E nel caso fosse la seconda ipotesi, perché hanno pagato di tasca loro?

Mi è piaciuto il momento introspettivo di Nachi, quel suo "vado, do la notizia e torno" che si è trasformato in un soggiorno di quattro giornate. Per leggere delle carte. Vedo che abbiamo avuto la stessa pensata circa un riconoscimento da parte di Kido...

La recensione è neutra, e non positiva, per un testo che risulta penalizzato dalla punteggiatura e dai refusi. Purtroppo. Perché le idee ci sono e sono anche buone (o non avrei recensito. Non mi piace lasciare commenti critici a ripetizione, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, un inutile spam, anche piuttosto molesto.), ma il fatto che durante la lettura io pensi che quella virgola starebbe meglio lì, o che su "lì" ci vada l'accento, rallenta la fruizione del brano. Lo rovina. È come trovarsi a percorrere in auto un pezzo di strada dal panorama mozzafiato, ma dall'asfalto pieno di buche. Piccole, per carità. Alcune le si può evitare con un colpo di sterzo; ma le altre, quelle in cui gli pneumatici cadono, rovinano la passeggiata. Ed è un vero peccato. Non sarei onesta a darti una bandierina verde, ma sarò felicissima di cambiare quella di questa recensione non appena avrai sistemato questo capitolo.
(Recensione modificata il 07/02/2014 - 11:02 am)

Recensore Junior
19/01/14, ore 10:46
Cap. 1:

Ciao.
Molto interessante il primo capitolo. Mi e' piaciuto molto come hai sviluppato la storia secondo diversi punti di vista e come hai descritto la sofferenza di chi rimane. In particolare mi e' piaciuto il racconto di Kiki e il legame con Mu: "quel posto non gli apparteneva, non senza il suo maestro." Questa parte mi ha commosso.
Per tutti i personaggi pero', rimane la speranza come hai fatto dire nella frase di chiusura "Abbi fiducia in Atena..." e quindi sono molto curiosa di vedere come proseguirai.
Piccolo appunto. Ho trovato qualche imperfezione a livello grammaticale che appesantisce leggermente la scrittura per cui rileggi tante volte quello che scrivi e con calma.
Comunque mi sembra veramente una storia interessante.
A presto.

Recensore Junior
19/01/14, ore 10:14
Cap. 1:

Ciao, mi sembra in' idea carina quella di sviluppare la storia attorno al dolore di chi rimane. Staremo a vedere il proseguimento; spero che Atena riesca a salvare tutti i suoi paladini, regalandoci un bel happy end! ;-) un saluto

Recensore Master
19/01/14, ore 02:21
Cap. 1:

Mi sei piaciuta.
Hai deciso di parlare del nucleo centrale delle vicende così come sono apparse nel manga, lasciandoti alle spalle l'anime e i vari spin off usciti negli anni. È una scelta coraggiosa, e mi ha ricordato i miei, di inizi, quando testardamente rifiutavo di appoggiarmi alla versione animata (troppo ricca di deviazioni e filler e riempitivi di ogni sorta).
Dal primo capitolo, che salta dal Giappone alla Grecia ad un'isola remota nell'Oceano Indiano, vediamo quali saranno i punti messi in luce: quelli che io chiamo "i riservisti" (o "i panchinari"), scelta obbligata, sì, visto che Seiya e soci forse non torneranno dall'Ade, ma che apprezzo, visto che amo porre in luce queste figure (che se le si lasciasse parlare un po' di più, ne avrebbero di cose da dire.). Seguirò anche i cpaitoli seguenti, voglio vedere come elaborerai e svilupperai la trama.
Se può interessarti, la battaglia contro Ade dovrebbe essersi svolta in una tiepida notte di primavera (del 1987, credo), così come la definisce Ichi di pattuglia con Nachi sulle pagine del manga; ma te lo cito così, pour parler, visto che in un what if? ci si aspetta delle piccole licenze, chiamiamole così; sennò che what if? è?
Mi sarei aspettata, invece, un uso più consapevole delle virgole ("Sei un idiota (virgola) Shun!"); ma da alcuni refusi che trovo qua e là ("andrà tutto A POSTO"), credo di trovarmi di fronte ad un testo che non è stato rivisto a sufficienza. Succede. Il mio consiglio è quello di affidarti ad un beta, che ti segnali eventuali sviste, ma, prima di ogni altra cosa, a sederti con calma, con una bella tazza di tè in mano, a correggere i refusi.
Recensione positiva per la sensazione piacevolissima che mi hai regalato.
Alla prossima, spero.