Recensioni per
Un mondo pieno di luce
di Elisir86

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
07/02/14, ore 11:31
Cap. 2:

Et voila, altra bandierina neutra, per i motivi spiegati nella precedente recensione.
Di questo capitolo ho apprezzato la genesi di Rodrio (RoDOrio è la traslitterazione di Rodrio in giapponese, lingua in cui le uniche consonanti ammesse ad andare a braccetto sono le doppie ed il nesso tsu. Tutte le altre consonanti hanno una vocale d'appoggio, che può essere la o o la u, e questo avviene per le parole d'origine straniera. Ma questo non è un problema tuo, diciamo piuttosto che il fandom si siede sugli allori e sulle convenzioni sballate ed è difficile farlo alzare, a volte...) e che a voler creare una comunità attorno al Santuario sia stato il Santo del Capricorno. Io AMO il Santo del Capricorno, anche se, magari, questo non assomiglia a Shura. E da qui la Domanda (assolutamente gratuita ed assolutamente irrilevante ai fini della storia, me ne rendo conto): Apellos assomigliava a Shura, oppure no?

Tra i personaggi gettati nell'agone, ho adorato la Devota Sotiria. Mi si è stretto il cuore nel vederla china, nei suoi settant'anni, a raschiare via il sangue della dèa sul marmo candido con le dita magre ed artritiche, sia per la difficoltà nel rimuovere il sangue una volta seccato, sia per quello che quel sangue rappresenta per lei, il ricordo di quella ragazzetta così amata e così attesa di cui si è occupata per solo due anni.
E qui entra in scena la rompiballe che dorme sopita in me: perché Sotiria sa che Aiolos aveva rapito la bambina e che la piccola Athena non era più al Santuario?
È vero che Aiolos scappa con la bambina tra le braccia e l'armatura del Sagittario, ma al Santuario sono tutti convinti che Athena sia tornata in qualche modo misterioso, e che presieda alle udienze col Sacerdote da dietro i drappi rossi che si trovano alle spalle del trono; tant'è vero che Aiolia, quando ritorna al Santuario dopo aver visto coi suoi occhioni Saori, chiede al Sacerdote di aprire le cortine e fargli parlare con Athena.
Com'è possibile, quindi, che la Devota Sotiria sappia che Athena no, non è al Santuario fino alla battaglia delle Dodici Case?

Mi rendo conto che la storia narrata da Kurumada abbia bisogno di una sorta di Guida per essere chiara e lineare (ed a volte si fatica da matti pur avendo provato a spianare le colline e a riempire i crateri che quell'uomo lascia alla sua stessa trama); scegli, però, una tua versione, e spiegala in questa storia. Altrimenti il lettore si porrà delle domande, a cui tu devi poter dare delle risposte.

La famiglia di Fares continua a non interessarmi. Nel senso che non è scattata la simpatia, intesa nel significato più letterale del termine, per questo personaggio. la domanda che mi pongo è "Che diamine ci fa una famiglia araba/egiziana/libica sulle colline della Grecia?". Voglio dire, per andare in un posto così sperduto, un motivo devi avercelo, a meno che questa famiglia non nutra un amore smodato per le rocce e le capre...
Spero non siano turchi, visto e considerato l'amore (eufemiiiiismooooo) che intercorre tra greci e turchi.

Il registro lessicale m'è piaciuto. Molto. Ho apprezzato l'idea di rendere tuo questo mondo dandogli un'impronta linguistica caratterizzante. Ti confermo gli aggettivi greci che hai scelto (anche se io avrei usato Parthénos, in vece di Parthéna, ma io non sono greca, capimoci. Vado ad orecchio e posso sbagliare).
Ti segnalo che Excalibur abbisogna di una c dopo la x, e che il nome corretto è Agathê, non Agasha. Che è molto arabeggiante e melodioso, e penso che quasi quasi te lo fregherò. Forse. Un giorno. Chissà.
(Recensione modificata il 07/02/2014 - 11:36 am)

Recensore Master
07/02/14, ore 10:59
Cap. 3:

Torno a leggere questa storia dopo un certo periodo. Hai per caso trovato qualcuno che ti beti la storia? Lo dico perché restano, comunque, refusi, accenti mancanti e virgole anarchiche, ma noto grossi progressi dal primo capitolo (sì, ho letto anche il secondo, aspetta che finisco qui e ti commento anche quello).

La tua amica ha ragione nel dire che questi capitoli sono introduttivi, ma non vedo cosa ci sia di male. Siamo solo al terzo, d'altro canto, e c'è la necessità di andarci coi piedi di piombo, in un certo senso, per far entrare il lettore nello spirito della tua storia. È comprensibile una certa prudenza. Significa che tu, a questa storia, ci tieni e vuoi essere sicura di far ambientare il lettore nel tuo mondo. Che è simile a quello di Kurumada, ma visto attraverso le tue lenti.

C'è da dire, piuttosto, che il secondo ed il terzo capitolo potrebbero, un domani, essere riuniti in uno solo, così da non dare al lettore la sensazione di uno spezzettamento (inutile) della trama. In questo caso sì che la tua amica avrebbe ragione nel dirti che questi due capitoli sono troppo descrittivi. Ci sarebbe troppo sugo e poco arrosto, o troppe patate e poca carne, insomma. Tu pensaci.

Ho amato molto i personaggi originali. Marin, Shaina, Ichi, Ban. Geki. Mi sono piaciuti nel loro essere protagonisti di un mondo che sta cambiando, che si sta ricucendo le ferite da solo, nella pia illusione che tutto sia come prima, che nulla sia cambiato. Il dolore di Marin per la perdita di Aiolia, la lacrime di Shaina sul cuscino stretto al petto, la frustrazione di Geki, la guasconeria di Ichi. Il silenzio di Ban (poveraccio). Fares, e sua sorella, non mi dicono molto. Non trovo in loro quell'appeal che mi faccia affezionare alle loro figure (cosa, invece, che è successa subito per la Devota Sotiria), ma magari, più avanti, chissà...
Non ho capito una cosa, però: quando Geki borbotta (eufemismo) per non aver cavato un ragno dal buco, dice che hanno sprecato tutti i loro risparmi. Ma risparmi di chi? Del Santuario o di Geki e soci? E nel caso fosse la seconda ipotesi, perché hanno pagato di tasca loro?

Mi è piaciuto il momento introspettivo di Nachi, quel suo "vado, do la notizia e torno" che si è trasformato in un soggiorno di quattro giornate. Per leggere delle carte. Vedo che abbiamo avuto la stessa pensata circa un riconoscimento da parte di Kido...

La recensione è neutra, e non positiva, per un testo che risulta penalizzato dalla punteggiatura e dai refusi. Purtroppo. Perché le idee ci sono e sono anche buone (o non avrei recensito. Non mi piace lasciare commenti critici a ripetizione, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, un inutile spam, anche piuttosto molesto.), ma il fatto che durante la lettura io pensi che quella virgola starebbe meglio lì, o che su "lì" ci vada l'accento, rallenta la fruizione del brano. Lo rovina. È come trovarsi a percorrere in auto un pezzo di strada dal panorama mozzafiato, ma dall'asfalto pieno di buche. Piccole, per carità. Alcune le si può evitare con un colpo di sterzo; ma le altre, quelle in cui gli pneumatici cadono, rovinano la passeggiata. Ed è un vero peccato. Non sarei onesta a darti una bandierina verde, ma sarò felicissima di cambiare quella di questa recensione non appena avrai sistemato questo capitolo.
(Recensione modificata il 07/02/2014 - 11:02 am)