Battito d’ali – S.Elric
Ortografia, sintassi, grammatica in genere 9/10
Caratterizzazione dei personaggi 8/10
Originalità 8/10
Gradimento 7/10
Tot 32/40
Questo è il tipico esempio di una storia piacevole, formalmente corretta, ma con un qualcosa che non mi ha convinta fino in fondo. Sembra quasi che siano due racconti diversi: il primo molto intimo e introspettivo, una ragazza (quanto la capisco!) che non ha proprio voglia di essere lì fuori, vedere gente il cui contributo al pool genetico umano è discutibile, infradiciarsi e infreddolirsi. Poi la svolta, il battito di farfalla. E fin qui, tutto regolare. Uno spaccato negativo di città. È dopo che qualcosa si è come rotto. Forse questa impressione mi viene dalla brusca accelerata che hanno preso gli eventi, magari voluta. Ma il finire come l’hai lasciata, spaventata, poi il giorno dopo va in uni tranquilla, si lascia tentare da un aperitivo… e la ritroviamo lì, stesa sull’asfalto, me la immagino col viso completamente gonfio e non posso non sperare che l’ambulanza sia stata chiamata da qualche persona con un minimo di cuore che ha visto il tutto dalla finestra. Ecco, questo stacco fra introspezione e improvvisa, brutale azione. È quasi troppo razionale, non è… uhm. Per quanto ti faccia spaventare, non ti fa sentire male. Ecco: la caratterizzazione è buona, molto buona, ma manca, a mio avviso, quella frase in più che ti catturi e ti metta al posto del personaggio, che ti faccia sentire in strada, al buio, di sera, con una macchina che ti frena a pochi metri di distanza. Per la correttezza, chapeau: tranne due sviste di numero e un appunto, nulla da dire. Le sviste sono [misero, piccolo e insulto particolare] dove la “e” andrebbe o del tutto tolta o anteposta a “piccolo” (o lasciata dov’è, ma in quel caso va anteposto il “particolare”). Poi [, e il suo della sua lingua] dove toglierei la virgola in quanto non deve dare enfasi e una pausa in più non serve. L’osservazione è più di forma/stile: come dicevo qui sopra, uno stile molto secco, di frasi brevi-punto-fermo-e-a-capo” dà, sì, l’impressione di un periodare quotidiano e non letterario, ma allo stesso tempo. Spezzetta. Molto. La. Narrazione. Soprattutto. Se. Avviene. Poco. Ti suggerirei di alleggeririe la punteggiatura in alcuni punti, magari a metà e all’inizio, lasciando questa forma più enfatica e ad effetto solo per il dialogo coi tre cogli… sbruffoni e per il finale. Per finire: l’originalità… è una storia senz’altro particolare. Ma si subodora presto – anche per merito/colpa dell’utilizzo del flashback – che le cose andranno male. Quindi non c’è grande sorpresa…solo attesa. E, come dicevo, speranza che le abbiano fatto male, occhei, ma non così tanto.
AFFINITÁ DI COPPIA 9/10:
Eh, sono pignola, che volete farci, il dieci proprio non ve lo posso dare! Il collegamento fra le due storie è fortissimo, ed è proprio qui il problema. Sembra quasi ci sia un rapporto di sudditanza, la storia di P. the Sloth è bella solida, mentre quella di S.Elric – benché autoconclusiva eh – sembra appoggiarsi all’altra più che il contrario. Concorre forse la caratterizzazione, nella seconda storia vengono messi in luce alcuni aspetti che nell’altra sono taciuti, ma questo, paradossalmente, non fa che legarla ancora di più. Sto cavillando, ovviamente: per il resto la consegna è stata pienamente rispettata. Ho particolarmente apprezzato anche il sovrapporsi del dialogo e il diverso modo in cui i protagonisti l’hanno vissuto. Davvero, niente da dire se non “grazie”, per aver lavorato così bene!
P.S. Tutt’e due di Roma, ah? Vuoi vedere che adesso ho creato una collaborazione stabile e mi diventerete i nuovi Preston e Child? Ricordatevi di me se diventate famosi!!!!! |