Non so decidere se mi ha distrutto più la testimonianza di quell'uomo, o l'immagine che la tua Drabble ha formato nella mia testa.
Anche perché una cosa simile l'avevo già letta nel libro "La Notte" di Elie Wiesel, un ragazzo di quindici anni che ha passato la sua adolescenza tra getti e campi di concentramento.
Ma, tornando alla tua Drabble, sono rimasta molto colpita dal modo in cui l'hai scritta, facendo solo intravedere l'orrore di quei momenti, come quei poveri piccoli hanno solo intravisto il cielo, prima di morire in quella maniera atroce. Non sei scesa nei particolare, descivendo il tutto scena per scena, perché non ve n'era alcun bisogno, poiché il mio raccapriccio e il mio orrore grondano dalle tue parole, fino alla mia mente, senza bisogno di null'altro.
Sinceramente non conoscevo il campo di Belzec, e, nonostante io voglia sempre rimanere informata su queste cose, non andrò a guardare i numeri di quella fabbrica di morte, perché tanto so che non cambierebbe nulla e che quei numeri non saranno mai neanche lontanamente paragonabili a quelli reali.
Io sono andata a vedere il campo di Dachau, poco lontano da Monaco di Baviera, ho visto i forni e le camere a gas, ho visto dove dormivano, i video di come li hanno trovati alla liberazione, ma ancora non riesco, e non voglio, minimamente provare a immaginare altro.
Comunque, ti faccio i miei sinceri complimenti perché, nella sua totale crudezza, è una delle Drabble più belle che io abbia mai letto. Merita sicuramente un posto tra le mie preferite, perché, davvero, è bella e terribile insieme.
Grazie di averla scritta.
Black. |