Non ho avuto dubbi su questa storia sin dal primo momento, quando, stanca e spossata da una giornata di lavoro, ho letto l'introduzione. Mi ritengo ampiamente soddisfatta di averla letta e di aver scelto GanHope come mio concorrente per il prossimo turno, e spero che anche lui lo sia. Passando alla storia e abbandonando i convenevoli: io l'ho amata. Cioè, non è che “mi è piaciuta”. L'ho proprio amata. Al confine tra l'horror e il noir più sfacciato, non manca di picchi ironici e di descrizioni talmente crude che riescono a raccapricciarti – in maniera positiva, s'intende. Abbonda l'immedesimazione, si riesce a vedere davanti agli occhi ogni scena, anche quelle parti “vissute” nel regno dei morti; merito, questo, della splendida maniera in cui questa storia è scritta, senza errori che ne intaccano la perfezione stilistica e formale (sì, perfezione); il linguaggio è decisamente appropriato e GanHope ci dimostra, per tutta la storia, che le parole le sa usare, le sa dosare, le sa... pesare. L'originalità la fa da padrona in questo scritto, a partire dal protagonista e dalla sua fidanzata, arrivando a ciò che sembra non essere centrale ma che invece lo è: la Morte. L'idea della Morte rinchiusa in un'ampolla e comprata a un'asta è un'idea che mi ha colpito veramente allo stomaco per quanto è splendida, ben pensata e soprattutto – ma sì, lo ridico – originale da pazzi. Davvero, non ho parole per descrivere quanto sia stata di mio gradimento, ma posso affermare con sicurezza che è stato questo, più degli altri, il motivo per cui ho scelto la tua storia: perché è così originale che quasi non ci si crede. Complimenti, complimenti e complimenti ancora: per quello che vale, hai tutta la mia stima, considerando che non avevo mai letto niente di tuo e sei riuscito ad entusiasmarmi da matti con una sola storia. Ignoro perché l'Autore temesse di non aver sfruttato il personaggio al meglio, ma io ho trovato ogni tema usato in maniera superba, tanto ben inseriti all'interno della storia che ho rischiato di non accorgermi che erano presenti; questo però, è dovuto al fatto che la storia di GanHope è una storia che ti prende dalla prima parola dell'introduzione e che non ti permette di smettere di leggere finché non sei arrivato alla fine. Un lavoro pregevole nel quale personalmente non ho trovato difetti – ammesso che ce ne siano – e che con gioia consiglio a tutti coloro che volessero affrontare una lettura che, nonostante tutto, si presenta impegnata e riflessiva, poetica in molti punti. Non che ci fosse bisogno di esprimere il mio apprezzamento in maniera numerica, ma ci tengo per principio a specificare che questa mia recensione equivale ad un 10.