Recensioni per
Hearts stripped
di Princess of Dark

Questa storia ha ottenuto 26 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
20/05/14, ore 15:32

Ciao!
Sono DarkFox, ho trovato questa storia per caso, ma fin dalla trama mi ha affascinato. Ammiro il modo in cui scrivi, semplice e scorrevole. Le emozioni escono dalle parole naturalmente e senza sforzi. La trama è la solita del genere, ma c'è comunque qualcosa che la rende unica, ai miei occhi. I personaggi sono così simili nei loro pensieri e sentimenti che appena se ne accorgeranno, già mi immagino le scintille.
 Quindi grazie mille per le bellissime sensazioni che mi hai regalato, non vedo l'ora di leggere il seguito.
Spero a presto,
   DarkFox

Recensore Veterano
08/04/14, ore 22:55

Ciao!
Scusa per l'enorme ritardo ma boh, sono stra incasinata quindi ... è già molto se trovo tempo per lasciare un breve commento ora!
Quindi ... Eva e Stefan cominciano a diventare gelosi uno dell'altra, anche se allo stesso tempo è evidente che continuino a detestarsi ... tutto questo ha molto senso :D
Ad ogni modo scusami proprio ma stasera sono stanchissima, vorrei fare una recensione migliore ma avendo iniziato a leggere il capitolo pomeriggio voglio scriverla ora perché se no poi mi scordo credendo di averla già fatta (?) quindi scusami se fa schifo ma sono stanca e boh ahahah
Comunque non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli - cosa che farò con un enorme ritardo.
Alla prossima,
Valentina.

Recensore Junior
22/03/14, ore 16:48

Eccomi ;)
BELLISSIMO anche questo capitolo *____*
Evelina è stata MITICA ad entrare nella stanza di Stefan e impedirgli di andare a letto con quella ragazza *____*
Si udirono improvvisamente delle risate provenire dalla stanza accanto.
«Nina, chi c’è nella stanza accanto?», chiese la ragazza, aggrottando la fronte.
«Il conte Wilson»
«Raphael?»
«L’altro», precisò Nina, evitando di dire il suo nome. La spaventava pronunciare il suo nome, sapeva che, anche solo a sentirlo pronunciare, Eva sarebbe potuta andare in escandescenza.
Nella mente di Evelina si dipinsero tante immagini fantasiose per potersi spiegare quelle voci di donna che venivano dalla sua stanza. Le tornarono in mente le parole di Stefan “Ci fermeremo in qualche locanda per la notte, possibilmente con qualche cameriera carina” e provò una strana sensazione di rabbia.
No, non poteva permettergli di spassarsela quando invece lei stava passando un inferno: se era così ostinato a doverla sposare doveva fare a meno delle sue amanti.
Scattò all’in piedi e uscì dalla stanza, noncurante del fatto che indossasse la camicia da notte.
«Eva!», esclamò Nina sorpresa, scostandosi intimorita al suo passaggio.
Non bussò alla porta, aprendola direttamente e sorprendendo una donna seminuda a cavalcioni su Stefan che teneva le mani sui suoi fianchi larghi.
Sul volto dei due si dipinse un velo di stupore e s’immobilizzarono, osservando Evelina come se fosse un fantasma.
«Potevate avere almeno la briga di fare in silenzio. Ricordate quello che vi ho detto prima, conte?», ringhiò lei, portandosi le mani ai fianchi. La donna saltò giù dal letto e recuperò in fretta i suoi vestiti, rimanendo a guardarla con l’aria colpevole. Stefan invece non poteva che rimanere sul materasso con la sua camicia mezza sbottonata e stracciata, che la osservava quasi con compiacimento e orgoglio.
«Sparisci», minacciò Eva alla donnina che scappò via impaurita, lasciando socchiusa la porta alle sue spalle.
«Non vi hanno insegnato a bussare alla porta?», intervenne Stefan, conquistandosi un’altra occhiataccia truce.
«Questa sarà l’ultima volta che avrete una donna nel vostro letto. Ve lo prometto», minacciò lei decisa senza perdere la calma, puntandogli contro un dito. Lui si alzò svogliatamente e si avvicinò.
«E allora perché non colmate voi il mio desiderio irrefrenabile?», sussurrò, allungando una mano per sfiorarle la spalla nuda. «Avevo ragione nel dire che a letto sareste stata terribilmente sexy», aggiunse con un sorriso beffardo. Evelina indietreggiò come se fosse stata investita dalla corrente elettrica, sottraendosi al suo tocco delicato, mentre sentiva le sue gote andare a fuoco.
«Non osate toccarmi», sussurrò trai denti come un cane rabbioso.
«Tentavo di farvi un complimento!». Stefan fece spallucce, senza togliersi quel suo sorrisetto beffardo che faceva sentire Eva presa in giro e terribilmente umiliata.
«Non aspettatevi di certo dei ringraziamenti!», scoppiò a ridere, aprendo del tutto la porta e dandogli le spalle per poter andare via. «E abituatevi alle notti solitarie, mio caro libertino», aggiunse divertita lasciandolo in preda ai suoi desideri.
Sapeva che gioco stava giocando: voleva sedurla e umiliarla, credendo di riuscire a trasformarla in una delle sue puttane che gli baciavano i piedi, ma Stefan non sapeva con chi stava giocando.
Del resto, anche lui era rimasto abbastanza sorpreso dalla reazione di Evelina: quando aveva invitato quella cameriera nella sua stanza non ci aveva pensato che nella stanza accanto la duchessa potesse averli sentiti, né tantomeno aveva previsto un’interruzione così brusca.

E che pensieri non proprio puri che Stefan continua ad aver su di lei!!! =P
E lei che lo ha sognato??!! XD Se è vero che i sogni son desideri…. =P XD
L’essersi appena svegliata da un incubo e ritrovarsi davanti chi ne era la causa la fece rimanere stordita per qualche minuto, facendole chiedere se stesse ancora sognando.
«Che ci fate qui?!», squittì infine agguantando le coperte per coprirsi fino al collo, lanciandogli un’occhiata accusatrice quando si rese conto che era seduto sul suo letto. Stefan rise, alzandosi e allontanandosi da lei con suo grande sollievo.
«Ero venuto a svegliarvi… volete ancora dormire? Non arriveremo mai a casa di questo passo», esclamò ironico, spingendo giù la maniglia della porta.
«Come se avessi dormito!», fece lei nervosa, ancora scossa dal suo terribile incubo.
«Rivestitevi», ordinò Stefan serio, prima di chiudere la porta alle sue spalle.
«Che cafone», borbottò Evelina, gettando le coperte dalla parte opposta del letto.
Tirò un sospiro e guardò il suo vestito poggiato su una sedia, poi automaticamente le venne da guardarsi i polsi per costatare che non ci fossero lividi: il suo sogno sembrava così reale, così terrificante. Non avrebbe mai perdonato a suo padre l’averle impedito anche di dormire tranquillamente.

Mamma che ridere!!!! XD XD
«La ringrazio per l’ospitalità, miss Defoe», sorrise Stefan, porgendole delle monete prima di andare via.
«Alla cameriera non date una mancia?», lo punzecchiò Eva, seguendolo a ruota mentre entravano tutti in carrozza.
«La mia sola presenza è già una ricompensa per le donne», si pavoneggiò, richiudendo lo sportello dopo che anche lei si fu seduta sul sediolino di fronte. «E poi, ieri sera sono rimasto a bocca asciutta»
«Siete solo un libertino dagli ormoni impazziti come quelli di un ragazzino», sorrise soddisfatta.
«Posso riaccompagnarvi a casa se i miei ormoni vi infastidiscono tanto», fece lui in tutta risposta, guardandola spavaldo.

Niente di più vero ;) ;)
«Dovete essere voi a disdire il contratto»
«Non posso»
«Perché?»
«Perché sono nella vostra stessa situazione! Andiamo, guardatemi, credete che uno come me avesse accettato di sposarsi per altro se non per onore?», rise amaramente, puntandosi un dito contro il petto. Evelina lo squadrò indignata, volgendo poi lo sguardo fuori dal finestrino.
Di certo non poteva dire nulla perché anche Stefan, esattamente come lei, era stato costretto da uno stupido pezzo di carta a stare con qualcuno che non aveva scelto di sua spontanea volontà. Perché si erano dati così affanno a organizzare, o meglio, rovinare la loro vita?!
«Siamo come due calamite di segno uguale, conte Wilson. E le calamite uguali si respingono», osservò Eva, tirando un sospiro.
Stefan si limitò ad annuire impercettibilmente e per la prima volta si trovò veramente in accordo con lei. Erano uguali, due persone troppo testarde ed orgogliose, due calamite destinate a respingersi per tutta la vita.
Raphael, che aveva avuto modo di osservarli per un po’ dal finestrino, immaginava già cosa sarebbe successo quando Eva avrebbe messo piede nel palazzo di August: quei due si odiavano fin troppo per potersi sposare.

Oddio, ha anche urlato il suo nome e lui l’ha sentita!!!!! =P Wow!!!! ;)
«Santo Cielo, era ora! Spero di poter chiudere occhio almeno stanotte…», fece Eva acidamente, sbilanciandosi in avanti per poter scendere dalla carrozza.
«Se continuerete a sognarmi dubito ci riuscirete», la punzecchiò Stefan, quando con un balzo fu anche lui a terra. Evelina, presa alla sprovvista, sgranò gli occhi e sentì una vampata di calore salirle fino alle gote mentre tentava di nascondere la sua espressione turbata dandogli le spalle.
«Ma cosa dite?», farfugliò a capo chino, nel vano tentativo di raggiungere Nina e lasciarselo dietro.
«Avete urlato il mio nome, stamattina, prima di svegliarvi», si pavoneggiò, infilando le mani in tasca con arroganza mentre cercava sul volto di lei la conferma di ciò che aveva appena detto anche se non ne aveva bisogno per sapere che era così.
«Avete sentito male, allora. E non osate più entrare in camera mia!», si difese lei scontrosamente, avanzando il passo per potersi mettere al fianco di suo cugino Raphael.

Mamma che ridere!!!! XD XD
Stefan si accorse che stava succedendo qualcosa e quando alzò lo sguardo impallidì: rimase a guardare incredulo la ragazza che volteggiava come una piuma, sollevandosi la gonna per potersi muovere più liberamente, ridendo spensieratamente e accettando gli inviti di ogni uomo che le si parava davanti.
«Non ci credo…», sussurrò Stefan, scuotendo il capo. Quella ragazzina non aveva proprio pudore e in due minuti aveva attirato l’attenzione di tutti quegli uomini che ora le stavano attorno nella speranza di ricevere sue attenzioni. Una parte di lui sperava che qualcuno l’avrebbe presa e rapita per sempre, l’altra parte sapeva che aveva il dovere di intervenire nel caso in cui una mano fosse capitata al posto sbagliato: suo padre aveva comunque firmato quel contratto e, almeno sulla carta, erano fidanzati.
«Non avevo mai visto una donna così, giuro», osservò Raphael, riempiendosi la bocca di pane per tenerla impegnata e non scoppiare in una risata tutt’altro che contegnosa.
«Se ridi ti spacco quel bel faccino», ringhiò Stefan, minacciandolo con la forchetta che infilzava un pezzo di carne ormai fredda.
«Cugino mio, quella donna ti darà pane per i tuoi denti», lo prese in giro, continuando a rivolgere occhiate alla ragazza che stava prendendo per mano un giovane per formare un unico grosso cerchio con gli altri. Stefan dovette allungare il collo per riuscire a scorgere tra la folla la sua chioma bruna e sentì la mano di Raphael poggiarsi sul suo avambraccio.
«Tu credi che i miei crederanno a questa storia, dopo che l’avranno vista?»
«Non ci credo neanche io che la sto vedendo», rispose rallegrato, mandando giù un sorso di vino, «perché non vai a ballare anche tu?», aggiunse per prenderlo in giro. Stefan gli rivolse un’occhiata assassina.

Questa parte l’ho ADORATA!!! *____*è stato bellisimo vedere Stefan così geloso!!!!!!!! *____* e anche così sexy e virile!!!! *____* Ok, sto impazzendo!!! XD =P
E i soliti battibecchi?! Semplicemente ADORABILI e DIVERTENTISSIMI!!!!! *___*  XD XD
Ora che non c’era più a vigilare sulla duchessa poteva immaginare Raphael troppo distratto e troppo disinteressato per accorgersi delle mani che stavano invadendo bramose lo spazio privato di Evelina, cercando avidamente di afferrare le carni così invitanti della donna… no, doveva smetterla di preoccuparsi inutilmente, non gli importava nulla di Evelina né di chiunque avesse avuto il coraggio di fare sua una donna così insopportabile.
Eppure si stava addormentando desiderando di essere uno di quegli uomini giù alla locanda, uno di quelli senza impegni, senza titoli da portare con onore, senza contratti inviolabili, che avrebbe potuto facilmente approfittare di una ragazza così ingenua… perché Eva era stata solo un’ingenua a mettersi in mostra in quel modo. Una ragazza ingenua che ora era in pericolo.
«Dannazione», ringhiò, maledicendo se stesso per non riuscire ad essere tanto menefreghista. Si fece leva sulle braccia per alzarsi dal letto e piombò nuovamente nella sala. Sgomitò tra la folla a cerchio intorno ad Evelina che danzava con un giovane dai capelli rossi e raggiunse a fatica il centro della stanza.
«Lo spettacolo è finito!», esclamò, parandosi davanti al ragazzo che cercava la mano di Eva per farla volteggiare. La musica s’interruppe improvvisamente e tutti gli occhi puntarono sulla figura di Stefan.
«Ma cos…». Lui afferrò con violenza il polso di Eva e la strattonò per trascinarla via dal centro.
«Domani dobbiamo partire presto, è ora di andare a letto», borbottò fingendo una pazienza che con aveva.
«Lasciatemi andare!», squittì Evelina come una bambina capricciosa, tentando di opporre resistenza. Stefan in tutta risposta se la caricò sulle spalle come un sacco di patate e lei si mise a strillare.
«Toglietemi le mani da dosso!»
«Lascia in pace la ragazza!», replicò il giovane che prima ballava con lei, allungando una mano per fermare Stefan.
«Sì, togli le tue manacce!», aggiunse un altro, occupato a versarsi del vino, mentre tutti gli altri formavano un muro per non farli passare oltre.
«Ehi, ehi! Non sapete con chi state parlando», intervenne Maximilian, estraendo subito dal fodero la sua spada. Le donne presenti sussultarono e Raphael si alzò di scatto dalla tavola preoccupato, rovesciando il contenuto del bicchiere a terra.
Stefan guardava minaccioso il giovane ragazzo dai capelli rossi, Max puntava la lama contro l’altro che teneva la mano ferma sul fodero del suo coltello mentre Nina scappava via impaurita per raggiungere Raphael, poco distante dalla folla. Evelina era ancora incatenata a Stefan per via della sua presa e non fiatava, intimorita.
«Per favore, non c’è bisogno di ricorrere alle maniere rudi», s’intromise Raphael facendo da scudo a Stefan con il suo corpo.
«Chi sarebbe? Il re della foresta? Lo squalo nell’oceano?», insistette l’uomo provocatorio, «perché a me sembra che tu abbia solo un mollusco tra le gambe», aggiunse provocando le risa del resto della comitiva.
«Lui è-»
«Max», lo interrupe Stefan, facendo cenno di mettere giù la spada. Maximilian indietreggiò e mise già la lama comunque pronto ad intervenire.
«Vi basta sapere che sono il suo fidanzato», tagliò corto. «Andiamo via», aggiunse, rivolto a Maximilian e Raphael.
«Scappi come un coniglio?», lo stuzzicò il rosso. Stefan, che aveva già messo a dura prova la sua pazienza tentando di non dare in escandescenza, fu accecato dall’ira e mise giù Eva facendola quasi cadere se non fosse per Nina che l’aveva sostenuta per un braccio.
Si voltò verso il ragazzo e gli assestò un pungo in pieno volto, facendolo crollare a terra e sedendosi a cavalcioni su di lui.
«Sporcarmi le mani col tuo sangue no, non è un comportamento che si addice ad un conte», sussurrò altezzoso, ricomponendosi.
Evelina rimase a guardare Stefan che usciva frettolosamente, timorosa di essere nel suo raggio visivo, ancora stretta a Nina.
«Stavolta l’ho combinata grossa», sussurrò nell’orecchio della ragazza.
«Andiamo via da qui, questi uomini non mi piacciono…», mormorò Nina, prendendola per mano per trascinarla fuori.
Stefan, arrabbiato ma soddisfatto per il pugno che aveva appena mollato, salì in carrozza e guardò in cagnesco Evelina che faceva lo stesso.
«Sono disposto anche a passare per il vostro fidanzato, ma il babysitter non lo voglio fare!», iniziò Stefan, serrando le mascelle e guardando Eva con l’espressione di un padre severo. Lei alzò gli occhi al cielo in un evidente espressione di noia.
«Non stavo facendo nulla di male», si difese.
«Nulla di male?! Quegli uomini aspettavano soltanto di posare le loro luride mani su di voi! Non che mi importi qualcosa, ma ho dei patti da rispettare e ho bisogno di portarvi in Inghilterra tutta intera!»
«Non c’era mica bisogno di fare a pugni!»
«Siete un’irresponsabile. E per di più ci tocca dormire in carrozza!»
«Non ci dormo con voi», ringhiò Evelina in tutta risposta, scendendo dalla carrozza prima che Stefan potesse controbattere.
«Siete libera di dormire dove diavolo vi pare!», le urlò dietro. Per un momento pensò che stesse per tornare nella locanda ma poi la vide affacciarsi nell’altro calesse e tirò un sospiro di sollievo.
Raphael sobbalzò quando la chioma bruna di Eva spuntò dal finestrino e un secondo dopo era salita anche lei.
«Scusate, c’è un angolino per me? Non ci dormo con quello», fece caparbia, sedendosi accanto a Nina. Raphael la scrutò per diversi secondi, poi si alzò.
«Prendete il nostro posto: Maximilian, lasciamole sole». Max e Raphael lasciarono le due donne sole per raggiungere Stefan nell’altra carrozza che si era già sdraiato sul sedile e tentava di chiudere occhio anche se era troppo nervoso per dormire.
Quanti altri guai gli avrebbe causato quella donna?

Già, quanti altri guai combinerà quella donna?! Tanti credo XD =P E non vedo l’ora di scoprire quali ;) oltre che vedere altre scene di gelosia ;) Che bello!!!!!!!!! *____*
Ancora tantissimi complimenti *____*
A presto ;)