Ciao :) allora, devo dire che solitamente non leggo horror perché sono una gran fifona, però ho visto il rating arancione e mi sono fatta coraggio. In realtà credo che scritto da te potrei leggere tutto, non so bene neanche io da dove cominciare a tessere le tue lodi perché è anche difficile per me sviscerare i motivi per cui trovo bella una cosa bella. Partirò chiarendo che sono sempre estremamente sincera nelle recensioni ed anche quando partecipo alle iniziative del gruppo, se leggo una storia che mi fa storcere il naso mando un messaggio privato all'autore dicendo che purtroppo non potrei lasciare una recensione positiva a quella storia (è capitato). Questo te lo dico per farti capire che le mie non sono lusinghe ma i reali pensieri che mi sono venuti in mente nel leggere queste righe.
Partiamo con l'incipit: è decisamente avvincente, cattura subito l'attenzione. Bello anche il contrasto cromatico fra le due frasi "Lucretia, in una tomba di fango.
Lucretia, in vestito bianco."
Ho apprezzato anche l'inserimento del motivetto sul London Bridge, che mi riporta alla memoria ricordi d'infanzia. Quello, insieme a tutto il resto che segue, contribuisce a dare un'ambientazione molto british al testo. Tutto è molto coerente con l'atmosfera della Londra dell'epoca, in questo hai avuto un'attenzione per i dettagli veramente lodevole. Il contesto storico e geografico emerge nettamente da ogni frase, dalle metafore, dalle similitudini, dalle menzioni quasi casuali che fai all'oppio, all'usanza di tirare pomodori a teatro, al "mal francese". Dal testo si evince una cultura (o un lavoro di documentazione) di proporzioni considerevoli e non posso che farti altri complimenti per questo.
La descrizione di Lucretia è un altro punto meraviglioso, le parole e le frasi che usi per caratterizzarne l'aspetto ed i comportamenti esulano da tutto ciò che possa definirsi "già letto".
Il capitolo è molto stringato e va letto con attenzione per non perdere informazioni fondamentali, come il fatto che il protagonista abbia ucciso il medico. Mi è rimasta la curiosità di sapere quale sia il male che ha afflitto Lucretia, lo dirai nei prossimi capitoli? Per quanto riguarda le mie impressioni sul protagonista, che conosciamo solo dai suoi pensieri, credo che sia in realtà molto più inquietante di quanto dall'interno lui non si percepisca e, chissà, magari potrebbe aver avuto un ruolo anche lui nella morte di Lucretia.
Lo stile, come avevo già subodorato dalla tua fic su Alexander, lascia senza parole. Le frasi sono argute ed efficaci, se dovessi starti ad elencare tutte le volte che mi hai colpito verrebbe fuori una recensione lunga quanto il capitolo stesso, quindi ti cito solo le mie preferite:
"Otello era sul palco, strizzato in una calzamaglia rosso scuro d'eco medievale. Si comportava come se fosse vestito all'ultima moda e nessuna vergogna trapelava dal fatto di essere in balia d'una pessima sarta"
"Vent'anni passati sulle poltrone di pelle nera del Club ti insegnano che nulla può competere con le feste private e che l'arte è sopravvalutata; il teatro, povera imitazione della vita, è un passatempo svenduto a chi non conosce oppio o whisky costoso."
"Non vedevo più il suo sorriso, e le sue dita si chiudevano più spesso attorno alla pipa che attorno ai fiori che avevo l’abitudine di portarle."
Nonostante il tuo giudizio sulle tue fic precedenti al 2015, se sono scritte bene anche solo la metà di questa credo potrei gustarmele senza alcun problema!
Ti segnalo solo una frase che mi è suonata male, anche se non credo sia un errore vero e proprio: all'inizio, quando dici "La seggiola scricchiolava, puzzava di legno marcio e una delle gambe, mozzata da quello che sembrava il colpo di un'ascia maldestra" credo suonerebbe meglio "da quello che sembrava esser stato il colpo di un'ascia maldestra", dato che è un fatto antecedente al tempo della storia che è già passato. Si tratta solo di una mia impressione però.
Metto questa storia tra le seguite e continuerò a leggerla quanto prima, perché mi è piaciuta parecchio. A presto! <3 |