Potrei direttamente scrivere limite di x che tende a più infinito solo dopo aver letto le prime due righe, sai?
Davvero, l'epigrafe è devastante, mi ha fatta crollare ancor prima di iniziare a leggere il capitolo. Una parte di me vorrebbe complimentarsi per un'entrata così cruda e toccante mentre l'altra vorrebbe dirti che sei ingiusta a trucidare così spontaneamente il mio cuore, senza preavviso.
Non immagini quanto mi senta male, l'idea di aver dato alla luce qualcosa di unico, qualcosa che non ti potrà mai appartenere più di così, qualcosa che non potrà mai appartenere a nessun altro se non a te. Qualcosa che può essere definito miracolo, la creazione di un nuovo essere, un essere che crescerà ed imparerà da te, un essere che ti chiederà aiuto e si allontanerà da te per sbagliare a sua volta, un essere con un volto che ricorderà il tuo e non potrà che avere dei tuoi tratti anche comportamentali. Il tuo essere.
Anche se in questo contesto parliamo di individui inavvicinabili dalla morte, non vale anche per gli esseri umani la consapevolezza di portare un figlio nel cuore, di averlo stretto sé, per l'eternità?
Alla fine della morte, nel nostro presente non ne abbia mo percezione, non abbiamo prove o testimonianze di come sarà, possiamo quindi crederci, se lo vogliamo.
Nostra, per tutta l'eternità.
Diamine, con il cavolo che sono riuscita a trattenere le lacrime... non hai idea di quanto caldo e bagnato sia il mio viso, ho le guance in fiamme.
Leggere poi di loro, nella mia stessa condizione, apriti cielo, sono ustionata.
Non so perchè ma questi argomenti mi toccano nel profondo, certo, mi sembra difficile che qualcuno riesca a non provare niente anche solo all'idea che qualcosa del genere possa accadere, eppure io mi sento così dannatamente male da percepire un'ipotesi come vera, come se mi appartenesse. Okay, la parte dei complimenti cede, non può fare altrimenti.
Immagino i due fratelli, Klaus ed Elijah, insieme, non troppo vicini mentre guardano quasi distrattamente il luogo sentendo entrambi il desiderio di lasciar lì quel bocciolo appena fiorito.
Che triste, l'ironia della sorte.
Il nostro ibrido ha sempre faticato, se lo osserviamo attentamente, a compattarsi con la propria famiglia, nonostante rimanga per lui uno dei valori più grandi. L'hai anche fatto dire a Hayley, seppur con un pugnale del petto e in una bara, lui se li è portati dietro. E con sua figlia non ce l'ha fatta, l'unico essere puro e palpitante presente, sfortunatamente per poco, nella sua vita è stato il colpo di grazia. Dire che all'apparenza nessuno potrebbe immaginare un lato così fragile di Klaus.
Elijah invece rappresenta l'emblema della famiglia, lui la ritiene sopra ogni cosa e non ha esitato a sporcarsi le mani per difendere le persone a cui tiene, a discapito del passato.
Lui viene definito come il cavaliere dall'armatura d'argento, lui è colui che rappresenta la nobiltà d'animo, lui è l'onore. Non riesco ad immaginare a come si sia sentito anche lui, dato che per primo ha insistito per convincere il fratello a volere la bambina, lui che nonostante secoli di fughe e incomprensioni possiede lo stesso lato umano di Klaus. Lui che vedeva in questa piccola creatura l'opportunità per sistemare le cose, la possibilità di poter avere una famiglia come quella in cui era nato, esente però da dolore e odio. Lui che è stato il primo a piangere per lei, nel tentativo di far in modo che lei venisse al mondo.
Quel frugoletto tra le loro braccia, quelle protettive e forti del padre, quelle dolci e profumate della madre. Il loro amore, loro tre.
Oddio, credo non arriverò mai infondo a questo capitolo, il mio cuore si fermerà molto prima!
Questa umanità è davvero il loro punto debole, la loro criptonite. Meno male che la possiedono, ci permettono di sfatare il mito secondo cui i mostri vivono sotto al letto e non hanno un cuore, possiamo considerare vera, almeno questa volta, la solita frase fatta: tutti i mostri sono umani.
D'altra parte, non solo nati uomini loro?
Beh, la stanza, l'idea della stanza della bambina mi ha inflitto una pugnalata al cuore, la mano di una madre su una porta che idealmente dovrebbe essere aperta e occupata da una delle gioie più grandi della sua vita, chiusa a chiave. Non è cambiato niente, il problema è che i patti non sono stati rispettati. Lei doveva esserci, lei doveva essere con loro e con tutta la sua famiglia.
A volte il motto che sostiene una famiglia non è così facile da rifare proprio ogni volta che si cade.
Sono contenta però di vedere la figura di Rebekah smuovere le acque, il suo personaggio spesso non è visto con cura e non si presta attenzione al dolore che anche lei ha dovuto patire, alla fine lei è sempre stata la sorellina che correva dietro ai più grandi, la sorellina coraggiosa che voleva proteggere ed essere come i suoi fratelli più grandi.
Leggere il pensiero di Niklaus e la sua confessione, la sua confessione nei confronti della sorella è stato qualcosa che non posso negare di aver apprezzato. Non lo si nota ma il loro legame non è meno forte di quello che entrambi hanno con il fratello maggiore.
Inoltre leggere che almeno lei è felice, a parte le vicende che li hanno colpiti, mi ha fatto accennare un sorriso. Personalmente ritengo che lo meriti, l'ho sempre individuata come la vittima dei tre, l'ombra che agisce e che subisce i colpi peggiori. Le sue lacrime lo dimostrano, la piccola Rebekah in prima linea ad affrontare il dolore con loro, con i suoi cari.
La cosa che adoro dei tre è che non rifiutano di piangere, non rifiutano di mostrarsi con le ossa rotte. Forse è questo che li rende The Originals, ovvero colore che sono diventati qualcosa di diverso dalla loro natura, qualcosa non plasmato dalla volontà o dai peccati umani. Questa loro condizione sembrava doverli salvare e sono tutti in frantumi, soggiogati da un destino che perfino l'immortalità non può sconfiggere. Mi chiedo se la loro posizione sia poi quella vantaggiosa...
Adoro la parte finale, l'impulsività con cui comanda praticamente Klaus di sposare Hayley ha una sfumatura di tenerezza, pare lei quella più forte, quella pronta a tenere le redini dei cuori distrutti sul pavimenti di quella dispersiva dimora. Veramente, è bello vederla caratterizzata in questo modo.
Chiedo scusa se mi sono dilungata, di solito non succede ed ho ancora provato a tagliar corto, spero di non averti annoiata o infastidita...
Okay, sono spompata e scappo.
Tornerò presto per leggere gli altri capitoli!
(Non ho mai scritto una recensione così lunga...)
Saluti,
nackt.
PS: scusa, una cosa che ho notato nel capitolo precedente, una persona che non vede si definisce cieca, ceco fa riferimento ad un abitante della Repubblica Ceca. Non è per fare la pignola, le sviste capitano a tutti, sia ben chiaro. (Recensione modificata il 06/05/2014 - 07:44 pm) |