"Il mantello oscilla sul filo della falce e Gotham strappa la notte per lasciarne stillare sangue e veleno.
/.../
Sussulta, trema, si contorce in spasmi violenti e improvvisi, eruttando ombre ancora più dense e mostri che piangono lacrime di vetro."

Mi è piaciuta tutta la fanfiction. Ho pianto, perché qualsiasi cosa che prende la morte di Damian mi fa piangere il cuore. Ma queste due frasi... Queste due descrizioni mi hanno evocato un'immagine veramente potente. Splendida atmosfera in poche parole, complimenti!

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ma guarda se il mio ritorno dall'oltretomba doveva procurarmi tutte queste lacrime! 

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Già appena ho letto la frase di Erodoto, mi sono venute le lacrime agli occhi... quindi immagina per il resto. Che tristezza caspita! Hai scritto questa meravigliosa flash veramente bene, riuscendo con poche parole a raccontare un lutto isnsuperabile... Fantastica come sempre! (Oddio, quanto sono noiosa e ripetitiva!) Ciaoo :)

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Un'altra freccia mandata a segno, implacabile. Anche se non so bene, non ricordo, sì, forse qualcosa dal passato, ma non importa. Questa storia è perfetta in sé, senza bisogno di tanto background. Perfetta nel suo momento di tragedia assoluta, ma anche perfetta nel linguaggio spezzato e lapidario, sempre assolutamente adattato all'oscura notte di Gotham. Mi stupisci ogni volta di più, complimenti.

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Nella mia testa quella lei assomiglia alla sorella maggiore di Sandman. Death. Con i capelli come Robert Smith, gli anfibi neri, i leggins sfrangiati e il kajal a sottolinearle gli occhi. Neri. Come il sangue su una città grigia, incolore, sporca di sé stessa.

Al buio è tutto uguale, tutto incolore, tutto grigio. Persino la pioggia. Ma è dal buio che veniamo e al buio che torniamo. Come lui. Che osserva quella scena senza sommermarsi su se stesso. Che è morto lo sa. Come, lo sa. Perché, pure. Io lettrice no, ma adesso, davvero non importa. Importa focalizzare l'attenzione sugli ultimi pensieri di Demian, che passa in rassegna uno per uno i suoi familiari. E trova un pensiero persino per Jason, pure se all'ultimo. Forse perché Jason uno di famiglia lo è fino ad un certo punto. Forse perché per un ragazzino - come è Damian, pur se gioca a fare l'adulto - chi sono le figure di riferimento?

Il padre, a cui gli hanno insegnato a guardare fin da quando è uscito alla vita.

La madre, che l'ha messo al mondo e gli ha mostrato la via degli Assassini.

Il fratello maggiore, quel Dick così pedante che tenta di sedare l'irruenza di un pischelletto che sa come si sta al mondo.

Il fratello di mezzo, il coetaneo, quello che si vuole cacciare via  a calci nel sedere.

La nuova compagna del padre. La seconda mamma. Quella che lo tratta come un ragazzino e non come un Assassino.

E quel fratello in affido, troppo grande  e problematico per essere inquadrato da lui. Che nel momento dell'addio cerca ancora una volta l'abbraccio ed il calore di suo padre. Ma non piange. Perché le lacrime sono per le donnicciole. E lui, è un uomo.



Splendida storia, splendide immagini (l'alba che sporca l'orizzonte dice tutto), e una stretta al cuore. 

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Premessa: a licello di continuity/canon batmaniano non è che io sia proprio ferratissima, in quantonon solo non ho letto tutti i fumetti, ma li ho anche letti molto balzellon ballzelloni; ergo mi sono andata a cercare chi fosse Damian (per dire, io mi sono letta "Hush" senza avere la più nebulosa idea di chi fosse Jason Todd - me l'hanno sponsorizzato dicendomi che era una storia bellissima e che il mio personaggio preferito "spaccava il c**o a tutti quanti") .
E te ne rendo merito, cara Nocturnia (onestamente, la DC ti dovrebbe assumere alla cura del marketing, dato che riesci a far venir voglia di approfondire come nessuno - e senza neanche tirar fuori Nigma!!! ;-) ), soprattutto perché con un nulla sei riuscita a renderlo riconoscibile, identificabile, vivo (vivo per modo di dire, date le circostanze narrate, ma vabbè ;-) ) in tre balletti.
Insomma, i soliti complimenti di rito, per uno stile sempre più maturo ed evocativo.

A presto :-)
MissD

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