Ed ecco cosa avrei voluto fare da tanto tempo: recensire in maniera decente questo meraviglioso capitolo! *_* Allora, premettendo che l'ho letto la sera stessa dei mondiali, durante la partita dell'Italia (l'unica che abbiamo vinto, peraltro, giusto?!? XD ma vabbeeeh.) E insomma mi sono messa col mio Blanquito 2 la vendetta e nel buio rischiarato dalla luce sul comodino, ho iniziato a leggere le prime righe, con le cuffie nelle orecchie al solo scopo di attutire i rumori di fondo... non volevo perdermi davvero nulla di quello che hai scritto u.u Ci credi che ogni volta mi dico mentalmente: "No ma dai, non può scrivere delle frasi più belle delle precedenti" o "No, non può ricreare una situazione più magica di questa?!" e tante altre ancora... ma alla fine tu mi stupisci sempre ed ogni volta mi costringi a rimettere in discussione le mie preferenze. Infatti nel corso di questo capitolo ci sono moltissime cose, moltissimi spunti o dialoghi (uno in particolare), che mi hanno letteralmente rapita. Ma partiamo dall'inizio :) Stavolta cerco di essere seria u.u
Alloooora. La parte iniziale è semplicemente perfetta. Mi sono proprio immaginata la scena, secondo me hai reso benissimo l'idea della nottata appena trascorsa, e un po' ho rivisto quelle mattine in cui io stessa, costretta magari ad una levataccia, mi do un'occhiata allo specchio ed osservo i capelli legati in maniera disordinata e il resto del trucco colato che nonostante i dischetti dello struccante, non viene mai via del tutto e ricompare come per incanto il giorno seguente. Ma ad ogni modo Yukiko probabilmente non ne avrà avuto neanche modo, di struccarsi intendo... In quel caso ho visto in quel 'Mascara' sbavato, i rimasugli di quel che avevano appena vissuto e attraverso alcuni piccoli dettagli come i capelli acconciati male, ho percepito la situazione di 'abbandono' ed al contempo, immobilità. Insomma, i due si ritrovano a dover dormire, sicuramente contro la loro volontà, incapaci di poter momentaneamente cambiare le cose. E alla fine lei si risveglia da sola: ho adorato i tantissimi particolari che hai inserito nelle descrizioni, fra cui le unghie di lei, le mani ben curate o ancora le cose così apparentemente stupide tipo le ciabatte. Che io ho immaginato rigorosamente celesti e grandi grandi, oltre che morbide :@ Il pezzo seguente poi, non ne parliamo. E' di una dolcezza infinita: il bacio del mattino, le piccole consuetudini quotidiane dal sapore domestico. E poi:
"Sul tavolo una colazione mai consumata, stava sorseggiando quello che, a giudicare dalla tazzina e dal profumo, doveva essere un buon caffè. La televisione, ora spenta, doveva essere stata accesa fino a poco prima, come indicava la lucetta rossa che ricordava al proprietario che con un piccolo gesto avrebbe potuto staccare ogni collegamento e risparmiare l'energia che tanto serviva al mondo. Ma, quella mattina, Yusaku non aveva nessuna energia da spendere per risparmiare energia altrui."
Cioè. Ho AMATO letteralmente questo pezzo, è di grande impatto, anche perché era come essere lì con loro, in un angolino più buio ad osservare la tenue luce del mattino filtrare dalle finestre e riempirsi i polmoni dell'odore buono del caffè *_* E poi non credevo che avresti utilizzato una cosa così banale come il puntino rosso della televisione per fare una riflessione così profonda: insomma, credevo che la frase rimanesse come sospesa, come se fosse una tua considerazione quella del risparmio dell'energia, ma alla fine l'hai ricollegata a Yusaku in una maniera che mi ha fatto pensare proprio: "Wow, non avrei mai pensato ad una cosa simile." Insomma, in poche semplici parole ci hai fatto capire che per quanto le cose al di fuori siano importanti, i drammi che si vivono interiormente sembrano essere addirittura peggiori :( e Yusaku si sente persino colpevole della PRESUNTA morte di Arthur. Ma fortunatamente ha Yukiko al suo fianco, che nonostante tutto non si lascia intimorire dalla situazione, ma anzi, cerca di donare completamente se stessa affinché il marito possa stare meglio *_* Oddio, lui è stato veramente troppo dolce quando le ha detto che la amava. In quel modo poi *_* troppo dolci. Basta. Insomma, è stato comunque un intermezzo piuttosto 'sereno'. Ma direi che forse sarà uno degli ultimi prima della tempesta :@ anche perché riecco sbucare dal nulla Conan ed Ai. E' stato delizioso anche il modo in cui Yukiko si sia attaccata al polsino della camicia di Yusaku, come a volerlo 'seguire' per paura che potesse accadere qualcosa. Sei stata bravissima a scrivere di loro, anche perché son due personaggi di cui vediamo ben poco. BRAVISSIMA.
Insomma poi arrivano i due a rompere l'idillio e la situazione, come anche l'atmosfera, cambiano completamente e si sviluppa un lungo dialogo botta-risposta fra i quattro. Ahahah, veramente, sembra strano che due bimbi diano consigli agli adulti, ma a ripensarci bene, non penso che due adulti diano comunque retta a dei diciottenni :@ cioè. Chi vi si fila. Ma tralasciando :@ Insomma hanno escogitato un piano per poter rimediare ai danni di Shinichi (-.-) e da questo momenti in avanti la storia sembra complicarsi ulteriormente, anche perché ormai Gin e Vodka hanno compreso. Comunque degna di nota secondo me è la scena in cui Yukiko cerca di spronare tutti o quella in cui lei stessa tenta di consolare Ai *.* Un quadretto tenero fra donne molto diverse ma che nonostante ciò, hanno saputo comprendersi e trovarsi reciprocamente. E' stato bello e non me l'aspettavo *.*
Ahahaha oddio poi è arrivata la parte più forte del capitolo :@ devo dire che prima d’allora Vodka non mi era mai sembrato un personaggio così interessante e anche dotato di un certo spessore (in tutti i sensi ahah) e devo dire che questo paragrafo è stato geniale ed epico al contempo. Diciamo che sei stata in grado di creare un climax pauroso, lo stesso che ha provato Vodka nel constatare che l’arrivo del proprio capo avrebbe designato per lui una specie di sfida che qualora avesse vinto, gli avrebbe conferito un po’ di libertà *_* ed è inutile sottolineare tutte le frasi che mi sono piaciute perché dovrei incollare tutto il paragrafo e non mi sembra il caso. Mi hai fatto quasi rivivere un’avventura pirandelliana e già nel leggere di Vodka avevo cominciato a comprendere il perché di questo titolo. La cravatta è soltanto una metafora dell’apparenza che ogni uomo si costruisce e tenta di mantenere sempre alla perfezione, morbidamente annodata al collo ed in primo piano sul resto, come a voler significare: Guarda, son proprio io questo qui, il vestito potrà essere bello quanto ti pare ma è proprio la cravatta che svetta sul resto, a definire con forza chi sono *_* e credo che tu abbia colto in pieno anche la scelta dell’oggetto. E’ perfetto!! Ho sempre creduto che gli uomini scegliessero la cravatta in base alla propria identità e ce ne sono per tutti i gusti, un po’ come le scarpe: sobrie, a tinta unita, con le righe di colori tenui, con i pois, sgargianti, a fantasia multicolor (pessime XD) e chi più ne ha più ne metta. Ad ogni uomo la propria cravatta. E poi quando la si toglie… cosa ne rimane di quell’identità così a lungo costruita? Io penso che tu abbia scritto questo pezzo in maniera magistrale, non mi sarei aspettata un’introspezione psicologica di Vodka così approfondita. Povero, lui vuole soltanto svagarsi e gettarsi alle spalle il proprio lavoro per vivere di tanto in tanto un’emozione che possa essere diversa da quella di uccidere o portare a termine degli ordini L mi è dispiaciuto molto quando hai marcato l’accento sul fatto che lui si sentisse così inadeguato e un po’ stupido, troppo stupido per poter prendere delle decisioni. Insomma, non è bello sentirsi soltanto delle pedine di una scacchiera, come ad esempio un misero pedone, quando su di essa troneggiano i cavalli, il re e la regina. Ma forse senza i pedoni, i restanti pezzi non potrebbero andare avanti, giusto? J Inoltre mi è piaciuta la riflessione dell’uomo che, intriso nella propria identità, arriva a fondersi con essa. Io direi che quando si raggiunge quel momento, è un po’ difficile distinguere poi il proprio ruolo da quel che si è veramente e direi che si è proprio nei guai, perché in fondo come può un uomo adempiere ad un unico ruolo? Come potrà mai rispondere ad una medesima identità? Si soffre e basta, ecco tutto. Forse l’unico a non rimanerne bruciato sarà proprio Yusaku, che nella poliedricità dello scrittore, ritroverà tanti aspetti di sé e riuscirà a svincolarsi dall’essere univocamente un QUALCUNO. Ma ad ogni modo……. Io dico. Gin. Quanto bene lo hai descritto?!?!? La cosa bella è che tutto in questo paragrafo è filtrato dagli occhi di Vodka, percui il nostro biondone sembra essere una specie di divinità irraggiungibile, perfetto, invincibile. Che figo. Dai, che figo! L’ho adorato e in un certo senso l’ho osservato con gli occhi del compagno occhialuto, che fremeva perché gli sarebbe bastato soltanto qualche attimo, solo una piccolissima frazione di secondo per avere la libertà.. E ti giuro, lo hai reso in maniera STUPENDAAA. Ho avuto il batticuore. Sai quando qualcuno deve comunicarti una notizia e tu stai sulle spine fino alla fine, sperando che da una piccolissima parola tu possa trarne la conclusione e capire finalmente di aver avuto successo? Ecco. Mi sono trovata nella medesima condizione e ho atteso con ansia il momento in cui forse Gin avrebbe detto: Va benissimo così, puoi andare. Ma poi quel ‘quasi dimenticavo’, proferito senza un senso, così, una frase apparentemente vuota di significato, fa ripiombare Vodka alla realtà ed i suoi sogni di evadere crollano in un soffio. Povero. Mi è dispiaciuto troppo calcola XD E’ come quando all’orale, sembra essere tutto finito quando poi il prof aggiunge: Senta, le vorrei fare un’altra domanda… E tu lì, non hai più il cervello per potergli rispondere perché con la mente ed il pensiero ti ritrovavi già fuori dall’aula (o dallo studio -.-) ad esultare di gioia col tuo foglio di carta in mano. Ed invece… Ecco. Probabilmente è così che deve essersi sentito Vodka. XD Ma ad ogni modo. Mi spieghi perché Gin è così figo e perfetto? Cioè. In lui si è insinuato ormai il dubbio e crede di aver compreso tutto, ma ha bisogno che qualcuno lo aiuti per risolvere l’enigma. E’ stato veramente fantastico quando alla mente gli ritornano i ricordi di Sherry: bellissima la parte delle iridi tremanti ma delle pupille ferme e cariche di odio, come se le due parti dei suoi occhi fossero dotate di vita propria. Come fai? *_* e poi sembra che ti venga tutto in maniera così naturale. Insomma, Gin si morde il labbro con forza, fino a farsi male. E NON OSO IMMAGINARE COSA SUCCEDERA’ alla povera Sherry quando quell’entusiasmo si tradurrà finalmente nel loro incontro :@ Lo hai descritto alla perfezione, altro che IC. E altro che Gosho soprattutto. Il dialogo poi è scritto benissimo, hai usato le parole perfette per ogni loro scambio di domande e risposte ed era così vero, vivido. Complimenti ancora *_* La recensione piena di complimenti ma ormai sai quello che provo. E insomma mi hai lasciato con l’adrenalina in corpo, specialmente perché ora sappiamo che hanno capito entrambi e soprattutto Gin non si lascerà scappare questa occasione così succulenta, specie perché prenderà due piccioni con una fava e questo non è poco :@
Ah, quasi dimenticavo. Arthur è vivo? ARTHUR E’ VIVO???? E soprattutto. L’organizzazione lo cerca?!?!?!?! ODDIO TI PREGO. Le mie speranze sono ancora accese nel mio piccolo cuore :@ Sai che figo, uno scontro finale fra Arthur e Yusaku :@ fra lo scrittore e il proprio libro, fra lo scrittore e le proprie paure, i propri ideali… No cioè. Vado oltre così XD
E poi la parte più bella del capitolo *_* ti giuro alla fine mi sono commossa. Quanto bene hai scritto ogni singola cosa? A partire dall’atmosfera perfetta, rarefatta, immersi nel buio e alla semplice luce artificiale. Ho amato questo paragrafo, sia per il dialogo stupendo intavolato da padre e figlio (finalmente nelle sembianze di Conan, lo sai che lo adoro di più sotto queste spoglie) sia per le parole meravigliose di quel libro altrettanto meraviglioso che ricorrono dall’inizio della storia. Renditi conto che sei riuscita a scrivere un libro, in un libro. Secondo me è stata una trovata davvero originale *.* la storia ha assunto un non so che di magico ed intrigante, ma si è arricchita anche di innumerevoli spunti di riflessione. Yusaku vuol farsi del male e non riesce proprio a staccarsi dalle pagine che ha scritto ed è determinato più che mai a voler ritrovare il corpo di Arthur. Chissà se non si sia trovato a rileggere il suo libro per poter carpire anche un solo particolare che avesse ispirato Arthur, e da quello ricollegarsi finalmente ai suoi pensieri? Magari per riuscire a trovarlo, nel caso fosse scappato… Oppure semplicemente perché non riesce neanche più lui, a comprendere quello che ha scritto? Troppo grande persino per l’autore?! Insomma, staremo a vedere. Fatto sta che si respirava un’aria così dolce e al contempo malinconica, ogni piccolissima molecolina dell’aria era satura di pensieri contrastanti… ma poi arriva Conan a sciogliere quell’idillio che forse avrebbe condotto lo stesso Yusaku a chiudersi totalmente in se stesso. Grazie al figlio riesce a distaccarsi da quella realtà parallela e a pensare al da farsi, alle scelte da prendere.
“L'hanno cercato tutto il giorno, ma il fiume restituisce solo carta fradicia e parole scolorite.”
Vabbe’ ma quanto splendida può essere questa frase?! La prima volta che l’ho letta ho pensato: come può aver concepito una simile perfezione? Come se il fiume fosse ormai proprietà dello stesso Arthur, continua a ‘restituire’ (credimi è il verbo perfetto, perché instaura un forte legame fra Arthur stesso ed il fiume… come se il fiume lo avesse salvato dai mostri della propria esistenza ed ora lui, per sdebitarsi, restituisce il favore sottoforma di parole e frasi…) appunto, pagine su pagine e nient’altro. I due si ritrovano insomma a brancolare nel buio, ma con la consapevolezza di star brancolando perlomeno assieme, padre e figlio. L Io ti stimo. Cioè non puoi scrivere tali capolavori. Che poi non so neanche io perché mi son commossa, forse è stato merito della frase finale, che conclude tutto il capitolo, ideologicamente parlando. L’uomo dietro alla cravatta si rivela per quello che è, tutto torna. E lo stesso Yusaku non sa più neanche chi sia. Ha perso la sua identità nel momento in cui ha visto lanciarsi Arthur nel fiumee si ritrova a pensare a chi siano davvero gli uomini, dietro alla loro parvenza di normalità, dietro ai loro ruoli, dietro alle loro scelte… Ed ecco che in soccorso arriva Conan, suggerendogli che se mai dovesse guardarsi dentro, in profondità e non riconoscere più l’uomo che è, si ritroverà nei propri libri, nelle proprie frasi e nei propri personaggi, come se uno, fosse spartito in tante identità. Forse è l’unica cosa intelligente detta da Conan fino ad ora (sono perfida :@) ma ha avuto pienamente ragione. Yusaku è l’anima dei libri che scrivi, perché è l’ che vi riversa senza alcun timore, tutto se stesso. Ti amo?
E poi il pezzo finale. Vabbeh, ma sei una s…..XD sei perfida. Porca miseriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. No, mia cara Ai, quella non è stata solo immaginazione, i tuoi incubi più remoti son tornati a bussare alla porticina della tua piccola stanzetta, ed ora più che mai preparati ad affrontarli :@
“Non l'hai avuta questa sensazione? Non ti sei sentito, per un attimo, solo, con il resto del mondo lontano più che mai?”
Suo padre leccò appena le labbra ancora bagnate, come a prendersi il tempo per rispondere. Gli occhi lasciavano trasparire una mente ancora persa nel ricordo di quella notte troppo vicina.
“E' stata una sensazione strana, davvero strana.”
“Bella?”
“Definirla così mi sembrerebbe davvero un delitto.”
“Forse, ma lo sai che non ti giudicherei.”
Yusaku sospirò appena. Poi bisbigliò piano, in un sussurro: “Sublime. Sì, la definirei così.”
“Dicono che solo gli animi grandi e nobili siano in grado di percepire a pieno il sentimento del sublime.”
“Lo prenderò come un complimento.”
Credo che non ci sia altro da aggiungere, di fronte a tanta sapienza. Non vedo l’ora che aggiorni. Sono troppo entusiasta di questa storia, mi è entrata nel cuore più di qualsiasi altra che tu abbia scritto, credimi. Forse perché migliori sempre, a vista d’occhio e alla velocità della luce, forse perché si vede quanto di te, quanta anima stai trascrivendo a parole, forse è solo… forse l’unico delitto qui sarebbe non leggerti.
<3 |